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I farmaci a base di cannabis

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Quali sono le funzioni della cannabis e quali le reali prospettive di utilizzo nella farmacopea?
I farmaci a base di cannabis
La canapa, che viene definita, per convenzione dei botanici e tassonomisti internazionali, Cannabis Sativa Linneus (abbreviata in Cannabis Sativa L.), ha accompagnato la storia evolutiva umana da sempre.
Gli storici e gli scienziati del passato sia remoto che prossimo, ci descrivono il suo utilizzo come uno strumento tecnico, un alimento, un vero e proprio farmaco, oltre che uno stupefacente indicato per lo studio e lo sviluppo mistico. L’accezione di Cannabis Sativa L. come strumento tecnico, alimento, farmaco o stupefacente viene quindi definita nel momento in cui chiariamo lo scopo per cui la stiamo assumendo/utilizzando.
Di certo risulta totalmente inappropriato definirla esclusivamente come droga, termine accettabile solo nella sua accezione tecnica, ovvero parte della pianta in cui sono contenuti dei principi attivi.
I componenti più attivi presenti in grande percentuale nei fiori e nella resina e in minor percentuale in semi, fusto e foglie sono definiti fitocannabinoidi, composti terpenofenolici di cui ne contiamo almeno 85.
Le genetiche di cannabis definite landrace, ovvero i fenotipi di cannabis antichi che si sviluppano naturalmente in territori ancestrali come l’India, esprimono in netta maggioranza i due più importanti fitocannabinoidi fin oggi studiati: il THC o delta-9-tetraidrocannabinolo e il CBD o cannabidiolo. Nelle landrace vengono espressi generalmente in un rapporto paritario 1:1.
Questi due cannabinoidi più conosciuti hanno dimostrato clinicamente di avere notevoli effetti farmacologici, anche se la prospettiva futura coinvolge anche altri cannabinoidi minori come il CBG (cannabigerolo), il CBC (cannabicromene), il CBN (cannabinolo), il THCV (tetraidrocannabivarina) e altri ancora.
Per comprendere quindi la vera attività di queste singole molecole la natura ci proietta sempre di più verso lo studio e l’approfondimento dei fitocomplessi, sistemi di più molecole che sinergizzano molteplici azioni fisiologiche.
L’organismo umano produce delle molecole molto simili ai fitocannabinoidi della cannabis, che vengono definiti endocannabinoidi.
La Cannabis Sativa L., grazie alla struttura chimica dei fitocannabinoidi, entra in connessione con il nostro sistema endocannabinoide, mediante dei recettori sparsi più o meno ovunque nel nostro corpo, concentrandosi maggiormente nel sistema nervoso centrale (recettore CB1) e nel sistema immunitario (recettore CB2).
Il sistema endocannabinoide è un meccanismo di regolazione omeostatico che modula e condiziona il nostro sistema nervoso centrale e il nostro sistema immunitario.
Questa relazione con i fitocannabinoidi genera una reazione fisiologica che ha riscontrato un effetto positivo su molte patologie con una letteratura ben documentata, come dolore post operatorio, dolore cronico di origine neuropatica, dolore oncologico, nausea e vomito da chemioterapia, Alzheimer, epilessia, sindrome di Gilles de la Tourette, glaucoma, terapie citotossiche antitumorali, artrite reumatoide, fibromialgia.
Risulta quindi evidente l’ampia finestra terapeutica in cui si inseriscono i fitocannabinoidi presenti nella cannabis. Oggi la scienza ha compreso come i fitocomplessi siano i protagonisti terapeutici che, svolgendo azioni più modulate, migliorano la sintomatologia e la condizione clinica di molte patologie, senza l’insorgenza di effetti collaterali gravi.
Riportiamo la testimonianza di Lester Greenspoon, illustre psichiatra e ricercatore di Harvard, scomparso il 25 giugno 2020. “Sulla base delle mie ricerche, ho scoperto che la cannabis è una sostanza notevolmente sicura” afferma. “Sebbene non del tutto innocua, è sicuramente meno tossica della maggior parte delle medicine convenzionali, che potrebbe sostituire se fosse disponibile legalmente. Nonostante sia stata usata da milioni di persone per migliaia di anni, la cannabis non ha mai causato una morte per overdose. La preoccupazione più seria è il danno respiratorio se la si fuma, ma questo può essere facilmente risolto aumentando la potenza della cannabis e ricorrendo alla tecnologia per separare le particelle di materia presenti nel fumo di marijuana dai suoi principi attivi, i cannabinoidi (mediante dispositivi noti come vaporizzatori). Quando avrà riconquistato il suo posto nella farmacopea statunitense, perduto nel 1941 in seguito all’approvazione del Marjiuana Tax Act (1937), la cannabis sarà tra le sostanze meno tossiche della lista. Oggi il pericolo maggiore del consumo di cannabis è la sua illegalità, che infligge a persone già sofferenti molta ansia e una spesa troppo elevata”.
L’efficacia della terapia a base di cannabinoidi dipende dalla professionalità del medico che intuisce quale varietà e quale metodo di somministrazione è più adatto per ogni singolo paziente e dalla professionalità del farmacista che allestisce la preparazione.
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Articolo tratto dal libro Cannabis medica

La scoperta del sistema endocannabinoide nel corpo umano ha aperto le frontiere a diverse applicazioni della cannabis e dei suoi preparati in ambito terapeutico. E gli studi scientifici più recenti ampliano le prospettive di utilizzo di questa pianta millenaria nella cura di numerosi disturbi tra cui dolore cronico, epilessia, artrite reumatoide, epatite, diabete, dermatiti, fibromialgia, Alzheimer, Parkinson e vari tipi di cancro. Questo è possibile perché nella cannabis sono presenti diverse molecole utili sul piano farmacologico: più di 100 cannabinoidi, oltre 200 terpeni, più di 20 flavonoidi, insieme ad acidi grassi, aminoacidi, alcaloidi, clorofilla e altre sostanze preziose.

In questo libro la Società Italiana Canapa Medica, società scientifica dedita ad attività di formazione professionale e ricerca, ha voluto raccogliere e presentare in modo chiaro ed esauriente tutte le informazioni utili per i pazienti consumatori di cannabis e i professionisti coinvolti nel circuito della sua coltivazione, preparazione, prescrizione e dispensazione.
Un valido strumento ad uso di pazienti bisognosi di cura e un supporto indispensabile per medici, veterinari e farmacisti sull’uso e la corretta formulazione dei preparati che oggi, anche in Italia, possono essere prescritti e che in alcuni casi si possono ottenere gratuitamente dietro presentazione di ricetta medica.

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