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Il piacere del libro e la sua sostenibilità

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Il Salone del libro di Torino di fine maggio è stata occasione di incontro e di confronto sullo stato di salute del libro anche alla luce degli aumenti delle materie prime, dei costi per servizi e della difficoltà negli approvvigionamenti. Nei primi quattro mesi del 2022 sono stati venduti 32 milioni di libri, in flessione rispetto ai primi quattro mesi dell’anno scorso ma il 17% in più paragonati al 2019
Il piacere del libro e la sua sostenibilità
Il piacere del libro e la sua sostenibilità
Si vende meno degli anni della pandemia ma di più se il confronto è con il 2019, prima che il Covid e i lockdown cambiassero le abitudini degli italiani. E dopo il Covid, che ha portato i lettori a rivolgersi ai canali online, si torna nella vecchia  libreria  che riprende ad essere il luogo fisico dove si vendono più della metà di tutti i libri, esclusa l’editoria scolastica.  
I dati sui primi mesi di quest’anno sono stati rielaborati dall’Associazione Italiana Editori (AIE) su rilevazioni Nielsen BookScan e  sono stati presentati al Salone Internazionale del Libro di Torino durante il convegno “Il mercato del libro nei primi quattro mesi del 2022. 
L’esplosione della vendita di fumetti ha un peso rilevante nell’andamento del mercato: se fossero esclusi la flessione del mercato rispetto al 2021 sarebbe del 5,3% e non del 3,7%. Rispetto al 2019 pre-pandemia, senza i fumetti la crescita complessiva del mercato sarebbe stata del 10,8% .
Sul lungo periodo, la sfida è conquistare nuovi lettori giovani che apprezzino il valore della carta non solo come strumento di cultura, ma anche come  consapevolezza che sui testi si ha maggiore capacità di concentrazione e di approfondimento perché il libro lo si sceglie a differenza del digitale che ci riempie e rende dipendenti da esso .
L’editoria italiana ha ben superato gli anni della pandemia  ma adesso affronta un contesto economico caratterizzato dagli aumenti delle materie prime e dell’energia, fattori che si riflettono sul costo della carta e sulla sua reperibilità.
Negli ultimi quindici anni abbiamo assistito a delle profonde trasformazioni  da parte delle cartiere  che hanno tagliato la produzione di carte grafiche a favore di carte per imballaggio industriale settore con maggiori sbocchi rispetto ad un grafico decisamente in declino. Queste scelte complice anche il post pandemico ci ha restituito una scenario  completamente nuovo con un deciso squilibrio tra la capacità produttiva delle cartiere e la domanda di carta per soddisfare la produzione dei libri .
Ormai è conclamato che questa situazione non è effetto di una congiuntura ma è strutturale e ci dovremo confrontare con essa negli anni a venire. Sarà importante pensare ad un’offerta editoriale  di qualità che tenga conto di questi fattori e sia disponibile a modulare la produzione dei libri evitando sprechi e resi di copie invendute. Il tutto a garanzia delle sostenibilità della filiera.
Massimiliano Marchesini

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