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Il suolo vivente della nuova agricoltura

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Il movimento biodinamico ha un’importanza fondamentale in questo momento di crisi. Il punto di Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica.
Il suolo vivente della nuova agricoltura
In questo passaggio epocale di crisi, il movimento biodinamico ha il compito di lavorare nel pratico con questo fine di grande immaginazione evolutiva: il terreno agricolo, fin nella sua geologia, è terreno dello sviluppo umano.
È dal terreno vivente che l’allargamento del senso dell’agricoltura appare obiettivo di tutti. Mentre la crisi internazionale e la speculazione portano molti agricoltori a non poter più coltivare con la vecchia agricoltura fossile, aumenta l’interesse per l’agricoltura biologica e biodinamica.
L’agricoltura biodinamica ha il germe per il superamento della crisi, però dobbiamo lavorare tutti insieme per quella nuova agricoltura che include le tante esperienze contadine che vanno verso l’ecologia. Dagli incontri che faccio nel mio tour per l’Italia con contadini e cittadini emergono le proposte: riduzione della dipendenza dalle estrazioni fossili, semi liberi e rigenerati, cibo che nutre e cura, annientamento di concimi e pesticidi di sintesi, biodiversità, circolarità della sostanza organica, evoluzione della terra fertile, sana relazione col mondo animale; sono tutte caratteristiche della biodinamica, ma non devono essere certo solo della biodinamica.
Oggi stiamo ponendo il tema delle terre del Sud abbandonate e non solo per noi italiani. La morte delle risorse alimentari nei paesi più poveri, nei paesi del mondo arabo, porterà presto a rivolte. Anche per questo mostriamo l’esempio biodinamico di Sekem in Egitto, l’azienda sorta sul deserto, dove biodinamica, cibo e salute sono certezza di vita per decine di migliaia di esseri umani.
Al tour con cui viaggiamo per l’Italia contadina abbiamo affiancato i seminari tematici su internet ogni 15 giorni, organizzati con le nostre sezioni. Arrivano diverse richieste di aiuto e di collaborazione da aziende e gruppi. È un momento in cui l’impegno non è sufficiente senza l’aiuto di tutti, senza la partecipazione consapevole di ciascuno.
In risposta alla crisi internazionale altri approfittano per far abbandonare la conversione ecologica, proponendo monocolture, ogm, grandi profitti multinazionali. Serve allora rafforzare il lavoro unitario, serve che contadini e cittadini lavorino insieme per il futuro del cibo. Anche rafforzare l’associazione biodinamica dandogli corpo con l’iscrizione è di grande aiuto. Bisogna essere svegli e presenti, sentendo anche la missione della biodinamica come missione che non è di qualcuno in particolare, ma spazio di tutti.
  
Carlo Triarico, storico della scienza, presiede l’Associazione per l’agricoltura biodinamica. È vicepresidente di Federbio e direttore dell’Istituto APAB.
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Articolo tratto dalla rubrica Il punto biodinamico

Leggi la rubrica sul mensile Terra Nuova Giugno 2022
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