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Gli eventi geopolitici stanno mettendo dura prova la filiera della carta ed in particolare la tenuta del libro di carta

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Se con la pandemia abbiamo riscoperto il piacere della lettura, il mercato del libro con le progressive riaperture nel 2021 ha confermato volumi in crescita (+ 13%) rispetto al 2020, dando nuovo slancio al comparto che anche nei primi mesi dell’anno si conferma come un mercato florido e con una domanda decisamente in crescita.
Gli eventi geopolitici stanno mettendo dura prova la filiera della carta ed in particolare la tenuta del libro di carta
Gli eventi che stiamo vivendo oggi, nel mezzo di un tumulto in termini di politica, sicurezza, crisi energetica, stanno condizionando la produzione della carta con le cartiere in fibrillazione perché pressate dai costi dell’energia e dai costi della logistica, anello fondamentale per garantire continuità al flusso delle merci . Questo segmento ormai da oltre un anno ha costi fuori controllo, per la domanda di camion, di container e di capitale umano che è decisamente superiore alla capacità disponibile.
Le difficoltà del settore nel fronteggiare una domanda sempre più importante, ha rallentato notevolmente il flusso delle merci non solo in Europa ma anche da e verso Asia e America e Cina in particolare.
Questo ho favorito il ritorno della produzione editoriale in Europa, oggi più affidabile in termini di consegna e maggiormente competitiva per effetto del dazio occulto che i costi dei noli stanno infliggendo ai produttori asiatici.
IL conflitto fra Russia ed Ukraina ha complicato ulteriormente una situazione complessa e sta minacciando la sostenibilità delle cartiere stesse, schiacciate dai costi energetici e dalla difficoltà di reperimento delle materie prime per effetto dei veti imposti alla Russia da parte dell’Europa.
E’ di pochi giorni fa il comunicato di Stora Enso, uno dei maggiori produttori europei di carte per editoria che ha manifestato la propria intenzioni di uscire dal mercato delle carte per la stampa ufficializzando al mercato che ha avviato un processo di vendita per una possibile dismissione di quattro siti di produzione della carta. In linea con la strategia di Stora Enso, la carta non è un’area di crescita strategica per il Gruppo. L’intento di disinvestimento è in linea con la strategia del Gruppo di concentrarsi sul potenziale di crescita a lungo termine per i suoi prodotti rinnovabili nel packaging, nelle soluzioni per l’edilizia e nelle innovazioni nei biomateriali.
I siti destinati alla dismissione sono: Anjala in Finlandia, Hylte e Nymölla in Svezia e Maxau in Germania.
Nelle parole del Presidente e CEO Annica Bresky che afferma:
“Attraverso la cessione della maggior parte delle nostre attività cartacee, siamo in grado di aumentare l’attenzione sulle nostre aree di crescita strategica definite di imballaggi rinnovabili, soluzioni per l’edilizia e innovazioni nei biomateriali. Nel valutare le potenziali opzioni di disinvestimento, cerchiamo una nuova proprietà che fornisca un futuro sostenibile a lungo termine per i siti e le persone che vi lavorano”,
Stora Enso non si è impegnata a rispettare una scadenza per la conclusione del progetto di dismissione ma vero è che l’attuale situazione non farà che accelerare questo processo con indubbie ripercussioni sul libro di carta nel medio periodo.

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