Sono numerose le persone intolleranti o allergiche a nichel, che si trova anche in molti alimenti. Ecco come affrontare il problema cercando il giusto equilibrio anche nella dieta.
L’allergia e l’intolleranza al nichel sono un fenomeno che è andato crescendo negli ultimi decenni e che colpisce ormai un numero considerevole di persone, anche in Italia. Il nichel è presente anche in molti alimenti comuni. Per esempio ne contengono elevate percentuali spinaci, funghi, kiwi, cacao, pomodoro, pere, asparagi, uva passa e lenticchie. Fagioli e piselli ne contengono una quantità inferiore e sono utilizzabili, ma non quotidianamente.
A consigliare una forma equilibrata e ragionata di rotazione dei cibi è la dottoressa Alessandra Cremonini, nutrizionista che ha vissuto in prima persona il problema dell’intolleranza al nichel e che ha condensato informazioni e suggerimenti utilissimi nel libro ”
Nichel. Consigli e ricette per affrontare intolleranza e allergie“. «L’esclusione completa di questo metallo dalla dieta non è possibile perché è troppo onnipresente, pertanto si deve studiare un’alimentazione che ne contenga il meno possibile» spiega la nutrizionista.
«Come in tutte le forme allergiche, ogni individuo ha una sua particolare sensibilità, di cui bisogna tener conto per calcolare la dose tollerata. Nel caso i sintomi siano molto pesanti, è necessaria una dieta di eliminazione, che eviti cioè tutti gli alimenti più allergenici; ma spesso già un regime di rotazione dei cibi procura in poche settimane un netto miglioramento dei sintomi, soprattutto infiammatori e intestinali. Studi recenti hanno dimostrato che un buon numero di problemi legati a un’infiammazione indotta da cibo possono essere risolti, o almeno migliorare decisamente, seguendo una dieta di rotazione dei cibi ad elevato contenuto dell’allergene, della durata di 6-10 mesi. Sospendendo certi alimenti per un periodo, si ricrea gradualmente una tolleranza verso di essi. Tale percorso necessita all’inizio di un po’ di pazienza, ma i benefici non tarderanno ad arrivare. La rotazione dei cibi mi ha permesso di vedere rinascere molti pazienti. La digestione migliora, si riduce il gonfiore e spesso spariscono crisi di emicrania, si attenuano i problemi cutanei, comincia il dimagrimento; aumentano l’energia e la concentrazione, migliora la qualità del sonno. Dopo aver recuperato la tolleranza verso nichel e lieviti, molti miei pazienti affetti per esempio da candidosi recidivanti non hanno più avuto ricadute». E la dottoressa Cremonini tiene a sottolineare l’importanza di «non perdere mai di vista il cosiddetto “triangolo della salute”, prestando quindi attenzione oltre all’alimentazione anche al movimento fisico e all’aspetto emozionale, sennò il lavoro sarà sempre solo a metà».
Organizzandosi in cucina e nella spesa, dunque, diviene possibile affrontare con tranquillità e sicurezza anche questo tipo di problematica.
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Allergie e intolleranze sono in costante aumento negli ultimi decenni e un posto sempre più rilevante è occupato dalla reazione avversa al nichel. Ma questo metallo è ovunque, nel terreno così come nelle monete da 1 e 2 euro, nei contenitori alimentari così come nei cibi, soprattutto di origine vegetale.
Che fare, quindi? Innanzitutto armonizzare i tre pilastri della salute: mente, corpo e nutrizione.
L’autrice soffre di celiachia e, per alcuni periodi, è stata intollerante al nichel. Parte quindi dalla propria esperienza personale e professionale per suggerire un percorso di guarigione a trecentosessanta gradi.
Nel libro sono indicati i cibi “no” (grassi idrogenati e prodotti industriali in primis) e quelli che è possibile reintrodurre dopo un primo periodo di disintossicazione. Fondamentale è una corretta dieta di rotazione, cioè il cauto reinserimento, dopo un periodo di disintossicazione, di alcuni alimenti vegetali contenenti nichel.
Le oltre novanta ricette disponibili combinano, in un equilibrio perfetto, salute e sapore, perché l’allergia al nichel non sia solo sacrificio a tavola