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Il Bio è legge

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La legge sull’agricoltura biologica è stata approvata in via definitiva. Il resoconto di Maria Grazia Mammuccini, di Federbio.
Il Bio è legge
Finalmente, dopo quindici anni e tre legislature, il Senato ha approvato in via definitiva la legge sull’agricoltura biologica.
È un passaggio fondamentale per la transizione agroecologica dell’agricoltura italiana e grazie a questa legge il biologico può diventare il motore di rilancio dell’intero sistema agroalimentare.
L’approvazione del disegno di legge arriva in un momento strategico e consente anche all’Italia di allinearsi alle politiche Ue che, con il Green Deal, la strategia Farm to Fork e il Piano d’azione europeo per il biologico, puntano a una crescita consistente del settore.
Il nostro paese è tra i leader per la produzione biologica. Si tratta di un primato conquistato grazie all’impegno di tanti agricoltori, spesso giovani, e di operatori della filiera che hanno creduto nella scommessa di conciliare il legittimo interesse d’impresa con il bene pubblico della difesa del suolo, della biodiversità e della salute dei cittadini. Questo impegno viene finalmente riconosciuto con l’approvazione della legge sul bio. Grazie a tutti i parlamentari che hanno portato a termine l’iter legislativo nonostante gli innumerevoli attacchi strumentali e gli argomenti utilizzati per screditare la biodinamica e per indebolire tutto il biologico.
La norma contiene aspetti rilevanti, come l’istituzione del marchio biologico «Made in Italy», che può consentire di fare un salto di qualità al settore attraverso le filiere di bio 100% italiano e al giusto prezzo, che uniscono il valore dell’identità del cibo a quello della sostenibilità dato dal marchio biologico. Prevede inoltre il riconoscimento dei distretti biologici che consentono di sviluppare l’agricoltura e l’economia dei territori rurali e l’adozione di un piano d’azione nazionale per favorire lo sviluppo del biologico italiano sia in termini di produzione che di consumi.
Inoltre, vi è la previsione di un fondo per lo sviluppo della produzione bio, di cui il 30% da destinare a programmi di ricerca e innovazione, che rappresenta un punto chiave per il futuro.
La legge è quindi un risultato importante, ottenuto con l’impegno unitario delle associazioni del bio. Adesso questo impegno deve continuare per l’attuazione concreta di tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione e che sono fondamentali per supportare la transizione ecologica dell’agricoltura e sostenere i giovani e le imprese che hanno scelto questo modello agricolo che tutela l’uomo, l’ambiente e il tessuto sociale dei territori rurali.
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Articolo tratto dalla rubrica Mondo Bio

Leggi la rubrica sul mensile Terra Nuova Aprile 2022
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