La Commissione Medico-Scientifica indipendente (costituita da Prof. Paolo Bellavite, ematologo; Marco Cosentino, farmacologo; Vanni Frajese, endocrinologo; e Dott. Alberto Donzelli, igiene e medicina preventiva; Patrizia Gentilini, oncologa; Eugenio Serravalle, pediatra) ha chiesto in modo formale un confronto scientifico urgente con il CTS del Governo, anche rispetto all’urgenza e alla necessità di questa vaccinazione in età pediatrica.
Ecco il documento integrale:
1. Non c’è alcuna emergenza Covid tra i bambini.
2. Non c’è aumento di mortalità per Covid tra i bambini.
L’aumento delle infezioni tra i bambini non ha causato un aumento di mortalità. Da 0 a 19 anni
l’ISS ha registrato finora 35 morti, cioè ~20 casi/anno, che – su 10.431.663 bambini/ragazzi 0-19 anni (ISTAT) – significa 1 decesso ogni 522.000 bambini/anno, cioè 0,19 decessi su 100.000, 125 volte meno dei 2.505 bambini morti in media ogni anno nel quinquennio 2015-2019.
L’aumento delle infezioni tra i bambini non ha causato un aumento di mortalità. Buona parte dei 2.500 decessi annui da altre cause sarebbero prevenibili, e meriterebbero ben maggiore attenzione. Invece, non è scontato che le vaccinazioni avrebbero salvato parte di questi 20 morti/anno da COVID-19, trattandosi in maggioranza di soggetti già affetti da serie patologie.
3. I rischi di ricovero per Covid nei bambini sono molto ridotti.
Anche i rischi di ricovero in terapia intensiva sono molto ridotti: 1 su oltre 46.000 diagnosi di COVID-19, e riguardano spesso bambini con altre patologie. In
Germania, tra bambini 5-11 anni senza patologie, il rischio è di 1 su 50.000, e nessuno è morto.
4. La MIS-C è rara/molto rara e i sintomi da Long Covid sono lievi.
La durata e gravità dei sintomi del
“Long Covid” sono simili a quelli di comuni patologie virali, il numero dei sintomi sembra in media persino minore (ha sintomi persistenti a 4 settimane l’1,8% dei bambini dopo COVID-19, lo 0,9% di quelli dopo altre infezioni virali respiratorie; ma in media con COVID-19 ha solo 2 sintomi, e 1 spesso è anosmia; con altre infezioni respiratorie 5 sintomi).
Terapie precoci efficaci possono ridurre la gravità dei rari casi complicati e le conseguenze a lungo termine.
5. Anche vaccinando i bambini (e chiunque) non si raggiunge l’immunità di gregge.
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del
l’incapacità di prevenire la trasmissione di SARS-CoV-2 a distanza del completamento del ciclo vaccinale
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della presenza di un gran numero già identificato di
serbatoi animali, anche domestici.
Nell’ultimo mese il tasso di infezioni su 100.000 è stato di circa 800 casi tra i non vaccinati e 400 tra i vaccinati (con ciclo completato da pochi mesi, quando la protezione è massima). Dunque, se anche si vaccinasse il 100% della popolazione, il 50% resterebbe suscettibile a infettarsi/infettare.
6. I bambini non sono causa importante di trasmissione in famiglia.
I bambini non sono i maggiori determinanti nella diffusione del virus nemmeno in ambito
familiare.
7. I non vaccinati non favoriscono in modo particolare varianti e circolazione virale.
8. Non è etico vaccinare i bambini per proteggere indirettamente altri.
Se anziani e soggetti fragili sono immunizzati, i rischi di trasmissione derivanti dalla mancata vaccinazione dei bambini sono molto ridotti.
9. Il numero di bambini (e di eventi rilevati) nei trial sui vaccini è insufficiente.
Il numero di bambini reclutati negli
studi clinici di fase 2/3 (1517 vaccinati vs 751 con iniezione salina) e
seguiti per soli 2,3 mesi è insufficiente per rilevare possibili eventi avversi gravi e rari.
10. I rischi della vaccinazione pediatrica superano i benefici (salvo eccezioni).
Bambini e adolescenti sarebbero esposti a rischi di eventi avversi anche severi non solo immediati, ma possibili anche a medio e lungo termine, che iniziano a emergere con aumento di
miocarditi nei maschi, di
irregolarità mestruali nelle femmine e di
malattie autoimmuni. Gli eventi avversi possono aumentare con i richiami, prospettati ormai almeno ogni anno.
NB: gli esiti più definitivi (mortalità totale, non solo da COVID) nei trial clinici con vaccini a mRNA sugli adulti
non sono ad oggi rassicuranti, e richiederebbero un urgente approfondimento scientifico, come pure l’eccesso di mortalità nelle fasce di età inferiori ai 65 anni nel 2021 rispetto al 2020 che emerge in
EuroMOMO, coerente con i dati ISTAT 2021 verso 2020 ad oggi disponibili per adolescenti e giovani adulti italiani.
11. È in generale controproducente impedire l’infezione da Sars-CoV-2 nei bambini.
Questo perché li espone al
rischio di contrarre la malattia in età più avanzate, con maggiori possibilità di decorsi più gravi, mentre in età pediatrica la malattia sarà quasi sempre lieve o asintomatica e produrrà un’immunità
naturale persistente.
12. Con opportune cautele, l’immunità naturale andrebbe favorita in queste fasce d’età.
13. Prima dei bambini è equo e ragionevole vaccinare anziani e fragili.
Come sostenuto anche dall’OMS, non sarebbe equo vaccinare i bambini quando in molti Paesi anziani e fragili che ne avrebbero maggior beneficio non possono accedere alla vaccinazione
14. I conflitti di interessi rendono tanti studi poco affidabili.
Gli studi sinora pubblicati sono finanziati dal produttore, gli autori sono in maggioranza dipendenti o con importanti relazioni finanziarie con le industrie produttrici, il numero di eventi è basso al momento dell’interruzione/rottura anticipata del doppio cieco negli studi: queste tre
condizioni portano
ciascuna a
esagerare in modo sistematico i benefici.
15. Le società professionali, finanziate dalle case farmaceutiche, non esprimono linee guida indipendenti.
Importanti Società professionali che insistono per una vaccinazione universale dei bambini ricevono cospicui finanziamenti dalle industrie farmaceutiche (
esempio).