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I sindacati di base: «No a manovra economica delle disuguaglianze»

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In ventisei piazze d’Italia sono state annunciate per oggi le manifestazioni indette dai sindacati di base fra cui Cub, Usb, Cobas, Usi e altre sigle. «La legge di Bilancio così come il PNRR concentrano le risorse sulle grandi imprese ignorando l’urgenza di una redistribuzione del reddito che riduca le disuguaglianze» dicono i promotori.
I sindacati di base: «No a manovra economica delle disuguaglianze»
Contro la manovra economica del Governo, scende in piazza il sindacalismo di base, sabato prossimo in tutta Italia nel ‘No Draghi Day’: all’iniziativa prendono parte fra gli altri Cub, Usb, Cobas, Usi e altre sigle.
Sono state annunciate manifestazioni per oggi, a partire dalla 15, in ventisei delle principali città, fra le quali Milano, Torino, Genova, Firenze, Roma, Napoli, Catania e Palermo.
I sindacati di base definiscono quello guidato da Draghi «un governo che fin dalla nascita ha avuto una sola linea politica: l’aumento delle disuguaglianze, con l’attacco ai lavoratori e ai settori sociali più deboli del Paese e la difesa a spada tratta delle grandi imprese e delle rendite finanziarie».
«Una linea confermata dalla Legge di Bilancio che, così come il PNRR, concentra le risorse sulle grandi imprese ignorando l’urgenza di una redistribuzione del reddito che riduca le disuguaglianze – proseguono i promotori delle manifestazioni – Nulla contro il caro vita, i salari restano bloccati, confermato l’attacco al reddito di cittadinanza e ai pensionati al minimo. Non bastasse, restano nel dimenticatoio la sanità, la scuola e il trasporto pubblico, e anzi si riaffaccia il progetto di autonomia differenziata destinato ad aggravare e approfondire il divario territoriale e sociale. Sullo sfondo, uno sblocco dei licenziamenti ormai operativo e il disinteresse totale verso il dramma della questione abitativa e degli sfratti».
La mobilitazione dunque è annunciata per «il no ai licenziamenti e alle privatizzazioni; la lotta per il salario e il reddito garantito; la cancellazione della Legge Fornero; il contrasto al carovita e ai diktat dell’Unione Europea; i rinnovi contrattuali e lotta alla precarietà per la piena occupazione; per chiedere forti investimenti per scuola, sanità, trasporti, previdenza pubblica e casa, contro le spese militari e le missioni all’estero, a favore di una necessaria spesa sociale; per un fisco equo che aggredisca le rendite e riduca le disuguaglianze sociali».

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