È necessario un percorso formativo che punti a rifondare le conoscenze e le pratiche, con un nuovo approccio. La riflessione di Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica.
La saggezza rurale tradizionale è tramontata con l’avvento dell’agricoltura industriale. Quest’ultima fa a meno di saperi radicati. Usa centinaia di molecole sintetiche i cui meccanismi non occorre siano conosciuti da chi li usa. Applica pesticidi secondo calendari regolati da valutazioni concepite altrove. Adotta input tecnici che agiscono direttamente sul sintomo, secondo protocolli generali.
Per sviluppare l’agricoltura ecologica (biologica e biodinamica) abbiamo bisogno di recuperare la forma contemporanea della saggezza contadina. Occorre dare forma ai talenti agricoli per concepire le fattorie dei tempi nuovi. Gestire una realtà agricola biologica e biodinamica richiede, infatti, una maestria che somiglia a quella artistica, in cui creatività e tecnica si incontrano grazie all’ispirazione.
Dobbiamo dunque dare vita agli artisti dei suoli, a scuole contadine, a percorsi di formazione in campo, a incontri tra agricoltori e a percorsi di consulenza formativa.
Quando l’Associazione per l’agricoltura biodinamica fu fondata in Italia nel 1947, c’era da ricostruire un paese devastato da guerra e dittatura. Partirono allora i primi corsi italiani in biologico e biodinamico, le prime riunioni di contadini eretici e iniziò quella università rurale, che ha formato la generazione dei pionieri del bio.
Davanti alla crisi e ai cambiamenti in atto, occorre subito ricominciare e segnare la via dei nuovi contadini. L’impegno di ciascun percorso formativo dovrà mirare a rifondare le conoscenze e le pratiche, con un nuovo approccio. Fare agricoltura biologica avendo in testa lo stesso paradigma culturale dell’agricoltura industriale non porta molto lontano e a volte accompagna l’impresa al fallimento.
In genere è quanto mi sforzo di insegnare nei corsi di biodinamica: imparare a percepire nuovamente, operare un rovesciamento di quanto appreso finora e scoprire con meraviglia come pratiche inedite possono cambiare radicalmente quello che nella mia azienda consideravo inevitabile. Sono metodi che possiamo iniziare ad applicare facilmente dopo un corso.
Iniziamo subito, i tempi di sviluppo ed evoluzione dell’azienda iniziano da questo primo passo.
Carlo Triarico, storico della scienza, presiede l’Associazione per l’agricoltura biodinamica. È vicepresidente di Federbio e direttore dell’Istituto APAB.
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Articolo tratto dalla rubrica Il punto biodinamico
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