Mamme (in)sostenibili
homepage h2
Beh, non ci si improvvisa. Per fregiarsi del titolo di «mamme in-sostenibili» occorre avere un buon curriculum da rompiscatole ambientale. Ed è il mio caso. Negli anni ’80 a Reggio Emilia, la mia città, le cooperative del biologico muovevano i primi passi e ho avuto così le prime informazioni. Poi ho approfondito il sistema di consumo entro il quale ci stavamo muovendo e ho cominciato a scegliere cosa mangiare, leggendo le etichette di tutto quello che compravo. Ero certamente più rigida perché non avevo ancora figli, anche perché avevo avuto un forte esempio dai miei genitori. In casa mia non è mai entrata una bibita gassata o una merendina. Mio padre mi ha insegnato a non comprare valore aggiunto, uno dei capisaldi della nuova economia domestica che spiego nel libro, per razionalizzare gli acquisti e gli impatti ambientali.
Mia madre è sempre stata attentissima alla raccolta differenziata e a evitare di consumare acqua.
Nati i figli, non c’è stato nemmeno bisogno di scegliere. Da subito, sia per l’alimentazione che per tutte le altre scelte di acquisto, sono stata molto decisa, per usare un eufemismo che chi mi conosce potrebbe tradurre in «una tremenda rompiscatole». Quando i bambini sono piccoli, la mamma detta le regole e non ci sono discussioni. I dolori arrivano quando i figli cominciano a uscire con gli amici e iniziano a confrontarsi con le abitudini differenti delle altre famiglie. «Perché noi ci dobbiamo fare tanti problemi mentre gli altri stanno tranquilli?» diventa il leit motiv a cui dobbiamo fare fronte. È una lotta molto dura. Si pensi solo allo spreco alimentare. Io ho abituato i miei figli al fatto che, ovunque ci troviamo, devono mangiare quello che c’è nel piatto. Non si butta nemmeno un chicco di riso. È un segno di rispetto per chi muore di fame, per il cibo e per chi ha cucinato ed è, a mio parere, un gesto denso di significati educativi. Ma non tutti i genitori la pensano così. In alcuni momenti la sensazione di sconfitta sarà palpabile, così come la voglia di essere anche noi quelle che fanno finta che tutto vada bene facendo finta di nulla. Ma non ci arrendiamo, perché ne va del futuro dei nostri figli e perché la nostra consapevolezza ci sostiene.
Inoltre, quando meno ce l’aspettiamo, arriva il segnale che non tutto è perduto, la certezza che qualcosa sta entrando anche nelle teste dei nostri faticosissimi adolescenti. Capita ad esempio quando ascoltiamo qualche loro ragionamento critico, quando constatiamo che comprano in un certo modo o tornano a casa senza essersi strafogati di cibo spazzatura. Piccole soddisfazioni che ci fanno capire che stiamo lavorando bene.
Se vogliamo tentare di arginare il disastro ambientale e sociale che stiamo vivendo dobbiamo darci da fare in prima persona. Il nostro stile di vita non è sostenibile e prima ce ne rendiamo conto meglio è. Dobbiamo diventare «influencer» positivi; la politica del fare la spesa è alla portata di tutti. Per fare ciò però bisogna essere consapevoli, informarsi, non limitarsi agli slogan della Tv o alle riverniciatine di verde dei «soliti noti». Su questo noi mamme in-sostenibili non ci faremo certamente gabbare: i nostri figli non devono diventare la preda del modello imposto finora. Mi rivolgo alle mamme come simbolo della forza della famiglia, in quanto parte che ne determina lo stile di vita e le abitudini di acquisto. So di dirlo in modo crudo, ma sono convinta che le donne siano quelle che mettono la testa fino in fondo nella vita della famiglia e se vogliono cambiare lo fanno, trascinandosi dietro tutta la truppa. Meglio se al loro fianco hanno partner, come nel mio caso, disponibili a lasciarsi guidare o con lo stesso coraggio.
Non ci si deve arrendere. Negli anni ho notato che la tentazione di mollare la presa è forte, se non altro per il quieto vivere. Una mamma insostenibile d’assalto può anche andare in crisi, ma non mollerà, perché non è nella sua natura. Esorto chi è in trincea come me a continuare a spiegare, ad agire, a dare l’esempio, perché sappiamo che, anche se per qualche momento i nostri figli adolescenti ci seppelliscono sotto occhiatacce e sbuffi, prima o poi tutto tornerà in superficie e il loro modo di consumare di domani sarà determinato dalle nostre scelte di oggi. Insomma, noi mamme in-sostenibili siamo delle inguaribili romantiche. Restiamolo. L’educazione dei figli è un investimento a lungo termine, non dobbiamo deprimerci per il loro comportamento di oggi, dobbiamo preoccuparci di come si comporteranno domani, del loro modo di essere e agire quando saranno diventati adulti e, a loro volta, dovranno fare da esempio ai loro figli.
Arriverà il momento in cui si ricorderanno di quello che abbiamo insegnato loro e tutti i nostri sforzi avranno avuto successo.