Un antico mulino ad acqua, probabilmente di origine medievale, con macine di pietra, che un gruppo di volontari ha cominciato a “curare” nel 2016 e per il quale oggi è partita una raccolta di fondi per completare il restauro e riportarlo a piena efficienza. Succede a Sant’Agata Mugello, grazie all’associazione culturale Mulino Parrini.
Le origini del Mulino Parrini a Sant’Agata Mugello (località del Comune di Scarperia e San Piero, in provincia di Firenze) sono probabilmente da ricercarsi nel periodo medievale, è ad acqua e ha grandi macine in pietra. Nel 2016 un gruppo di volontarie e volontari ha cominciato a prendersene cura, «con lo scopo di preservarne la vita e contemporaneamente creare una filiera dal campo alla tavola, una rete di collaborazioni e conoscenze per preservare gli antichi saperi e sapori» spiegano Lucia Buscaglione e Ciro Calcagno, dell’associazione culturale Mulino Parrini.
Nel 2018 è nata apunto l’associazione Culturale e nel corso degli anni è stata restaurat e rimessa in funzione una delle tre macine; «ma ce ne sono altre due che vanno restaurate, in più è necessaria una continua manutenzione oltre a un adeguamento a norme sanitarie» spiegano. «Il lavoro delle volontarie e dei volontari prosegue senza sosta, maciniamo grani antichi biologici e facciamo il pane con lievito madre».
Ora l’associazione ha avviato una campagna di raccolta fondi su Produzioni dal Basso per completare il restauro e riportare alla piena efficienza l’antico mulino, il vecchio e grande forno a legna, la sala della vagliatura e macinatura, compresa la messa in sicurezza della pescaia, rafforzandone argini e chiusa. «Opere necessarie per far tornare il mulino al suo antico splendore. La raccolta fondi dal basso vuole anche unire coloro che si sono avvicinati alla rinascita del mulino e anche chi, semplicemente, vuole partecipare alla salvaguardia di un bene che crediamo debba essere patrimonio di tutti».
Sono stati i proprietari, Giuseppe e Giovanna Parrini, a far sapere qualche anno fa che sarebbe loro tanto piaciuto poter rimettere in sesto quel mulino ad acqua e i volontari del posto hanno pensato «che questa fosse un’opportunitá preziosa per concretizzare un progetto e un percorso che avevamo in mente da tempo: ricostruire una filiera del pane» spiegano dall’associazione. «Mantenere in vita il mulino di Giuseppe e Giovanna ci avrebbe permesso non solo di custodire e trasmettere tradizioni e saperi ma anche di rendere nuovamente produttivo quel luogo. Da quel giorno non ci siamo più fermati: abbiamo fondato l’associazione, rimesso in funzione una delle macine e dopo aver creato una stretta collaborazione con alcuni agricoltori del territorio, abbiamo iniziato a macinare i loro grani antichi biologici per produrre il nostro pane a lievitazione naturale».
«Chi parteciperà con una donazione potrà entrare a far parte della lista dei sostenitori, andare in visita al mulino gustandosi delle ottime bruschette o partecipare ad uno degli ormai famosi “Aperimulino”» dicono i promotori.