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Referendum per l’abolizione della caccia: iniziata la raccolta di firme

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Due sono le iniziative di raccolta di firme, che stanno attirando l’attenzione di animalisti e attivisti ambientali, per l’abolizione della caccia. Una è promossa dal comitato civico nazionale “Referendum Sì Aboliamo la caccia”, l’altra dal movimento politico “Ora rispetto per tutti gli animali”. Con alcune differenze.
Referendum per l’abolizione della caccia: iniziata la raccolta di firme
Due sono le iniziative di raccolta di firme, che stanno attirando l’attenzione di animalisti e attivisti ambientali, per l’abolizione della caccia. Una è promossa dal comitato civico nazionale “Referendum Sì Aboliamo la caccia”, l’altra dal movimento politico “Ora rispetto per tutti gli animali”. Con alcune differenze.
Abbiamo intervistato Tony Curcio, presidente del comitato “Referendum Sì Aboliamo la caccia”, che illustra le motivazioni e le finalità e che premette: «Il referendum da noi proposto chiede l’abolizione totale della caccia lasciando intatta la legge per la tutela degli animali selvatici».
L’altra iniziativa invece punta a vietare la caccia mantenendo le previsioni di tutela della fauna contenute nella legge 157/92 e contestualmente torna sulla proposta di abrogazione della norma contenuta nell’art. 842 del codice civile. Tale norma prescrive che il proprietario di un fondo non possa impedire che un cacciatore vi entri per praticare l’attività venatoria, a meno che il fondo sia chiuso nei modi stabiliti dalla legge sulla caccia o vi siano colture in atto suscettibili di danno».
Da chi è costituito e promosso il comitato?
«Il Comitato Referendum Si Aboliamo la caccia è stato costituito da attivisti del mondo animalista che non volevano più accettare la prepotenza e l’ingiustizia del mondo venatorio nei confronti degli animali, della natura e anche delle persone; ci siamo riuniti e abbiamo avviato una grande macchina per organizzare il referendum. Siamo quindi un comitato apolitico, senza scopo di lucro e completamente autofinanziato dai soci volontari. Il comitato è aperto a qualsiasi tipo di collaborazione con qualsiasi associazione o partito politico che ne sposi la causa.
Quando vi siete costituiti e come mai avete deciso di proporre ora questo tema che in passato, ai voti, non ha mai avuto buona sorte? Pensate che la sensibilità sia cambiata?
«Il Comitato, in modo non ufficiale, nasce il 17 novembre per poi ufficializzare la propria attività con uno statuto regolarmente depositato il 6 aprile scorso. Abbiamo deciso di proporre il referendum nel 2021 perché era l’unica finestra utile prima del 2025: la legge italiana non permette di raccogliere firme l’anno precedente alle consultazioni politiche nazionali che saranno, se seguiranno il corso regolare, nel 2023 per cui non avremmo potuto proporre il referendum prima del 2024 per poi andare al voto nel 2025, che sarebbe quindi la prima finestra utile se non avessimo colto l’occasione di farlo quest’anno. Inoltre, si stima che vengano uccisi circa 200 milioni di animali selvatici all’anno a causa della caccia: per noi non c’era e non c’è più tempo da perdere, anche perché da troppi anni si rimanda la questione. Siamo comunque i primi a proporre un referendum che abolisca totalmente la caccia. Nel 1990 fu proposto il referendum per l’abrogazione dell’articolo 842 del codice civile che autorizza i cacciatori a entrare nei terreni privati, per cui non aboliva la caccia; quel referendum si fermò al 42% senza raggiungere il quorum. Oggi, visto il numero crescente di persone che hanno scelto una vita veg, visto che la sensibilità verso il mondo animale è in continua crescita, visto che l’espansione dei social ha contribuito alla sensibilizzazione verso i diritti degli animali e rende più facile raggiungere molte più persone in breve tempo, pensiamo che i tempi siano maturi per proporre il referendum».
Come vi muoverete e come vi state muovendo per portare a termine l’iter richiesto e quali saranno le tappe?

«Abbiamo creato una rete di volontari sul territorio per svolgere al grande lavoro delle raccolte firme. Dal 1° luglio 2021 abbiamo cominciato la raccolta delle 500 mila firme utili, e per sicurezza proveremo a superare la soglia delle 700 mila, per avere un buon margine rispetto a quelle che potrebbero essere invalidate. Siamo arrivati a oggi a circa 1000 volontari con una copertura del 100% delle provincie italiane: in questi ultimi giorni siamo sommersi di richieste di collaborazione da nuovi volontari, associazioni e movimenti politici che vogliono aderire al Comitato. Quindi ci aspettiamo che questi numeri crescano esponenzialmente. Tutti i volontari stanno organizzando, in gran parte delle città italiane, banchetti per la raccolta di firme in presenza di un certificatore e abbiamo anche predisposto la raccolta firme in tutti i Comuni italiani. Dopodiché ci saranno i passaggi in Corte di Cassazione e Corte Costituzionale. Se riusciremo a passare questi muri allora il nostro referendum andrà al voto tra maggio e giugno del 2022».

Riguardo alla formulazione del testo, avete lavorato con un’equipe di legali?
«Abbiamo cominciato a lavorare al testo già dagli inizi. Il referendum abrogativo consiste nel chiedere ai cittadini di annullare una legge o una parte di essa per cui è stato un lavoro lungo e minuzioso, occorre cancellare le parti che si riferiscono alla caccia, lasciando nello stesso tempo intatta la vera natura della legge 157 del 92, “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, che tutela gli animali selvatici e prevede deroghe per la caccia. Per cui abbiamo lavorato affinché la caccia fosse completamente abolita. Il testo poi è stato mandato per verifiche ad avvocati costituzionalisti per i controlli del caso, e anche vagliato da membri della Commissione Europea per eventuali errori su norme vincolanti europee. Quindi possiamo affermare di essere certi che la nostra proposta referendaria sia più che valida. Come presidente del Comitato ringrazio tutti i volontari che, con il loro impegno, stanno permettendo questa grande impresa storica. E do il benvenuto a tutte le persone che si vorranno unire a noi».
(L’associazione Lav non ha aderito all’iniziativa e QUI fornisce le proprie motivazioni)
Per approfondire e prendere contatti con il comitato “Sì aboliamo la caccia”:

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