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Coltivare erbe aromatiche: l’acetosa

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Erbacea perenne dal fusto rossastro, l’acetosa è una pianta poco esigente, diffusa in tutta Italia. Si trova spontanea nei prati e lungo i corsi d’acqua ma può anche essere coltivata. Scopriamo le tecniche.
Coltivare erbe aromatiche: l’acetosa
Esposizione: indifferente
Propagazione: seme
Esigenze nutrizionali: poco esigente
Parti della pianta utilizzate: foglie
Principali utilizzi: alimentare
L’acetosa è un’erbacea perenne con un fusto rossastro, cavo e striato, alto fino a 90-100 cm. Le foglie sono grandi e ovali. Quelle inferiori presentano un lungo picciolo, che manca in quelle apicali. Fiorisce da giugno ad agosto formando pannocchie di colore verde-rossastro.
Diffusa in tutta Italia, dal livello del mare fino ai 2.300 m slm, si trova spontanea nei prati e lungo i corsi d’acqua. Molto diffusa è comunque anche la sua coltivazione.
Le foglie dal gusto acidulo sono molto apprezzate nella cucina francese.

TIPI E VARIETÀ COLTIVATE

La varietà coltivata contiene meno ossalati delle piante selvatiche.

ESIGENZE DELLA PIANTA

L’acetosa è una pianta poco esigente, anche se predilige i terreni fertili.

TECNICHE DI COLTIVAZIONE

Si può seminare in pieno campo da aprile a luglio con l’accortezza di controllare le erbe spontanee almeno fino all’affermarsi della pianta.
L’irrigazione è necessaria solo di soccorso nei periodi asciutti.
Negli anni successivi al primo dalla radice si formano i nuovi germogli.

PRINCIPALI PARASSITI

L’acetosa è molto appetita dalle limacce che sono ghiotte dei suoi germogli. Nelle primavere piovose conviene catturare questi parassiti con trappole alimentari, interrando dei bicchieri di plastica contenenti due dita di birra nel terreno. Le lumache attirate dall’odore della birra resteranno intrappolate e potranno essere raccolte. Dopo la raccolta le limacce vanno distrutte, perché quelle liberate nei prati vicini all’orto torneranno ad insidiare le coltivazioni.
In alternativa alle trappole è possibile distribuire sul terreno un preparato a base del nematode Phasmarhabditis hermaphrodita oppure prodotti a base di ortofosfato di ferro, ammessi in agricoltura biologica perché non risultano tossicci per l’uomo, gli animali a sangue caldo e gli insetti utili.

RACCOLTA

L’acetosa si raccoglie a partire da aprile e fino a tutto agosto.
Le foglie si possono recidere alla base, perché la pianta ha una grande capacità di ricaccio.

Le piante coltivate in vasi posti in posizioni riparate forniscono foglie fresche anche durante l’inverno.

UTILIZZO

In cucina si usano le foglie crude, per arricchire insalate miste, o cotte insieme ad altre verdure. Sempre le foglie si impiegano anche nella preparazione di una salsa che accompagna pesce e carne.
L’acetosa deve essere consumata solo in piccole quantità: un consumo eccessivo può provocare intossicazioni a causa dell’elevato contenuto in acido ossalico. L’assunzione di elevate quantità di foglie crude ha provocato avvelenamenti con lesioni renali nei bambini.
Il suo consumo deve essere evitato da chi soffre di artrite, gotta, reumatismi e iperacidità.

CARATTERISTICHE NUTRIZIONALI E SALUTISTICHE

L’acetosa contiene vitamina C, ossalato di ferro, acido ossalico e ferro. Ha proprietà diuretiche, rinfrescanti e antinfiammatorie.
Il decotto di foglie fresche viene usato per via orale contro l’acne e la pelle grassa.
Le foglie di acetosa rappresentano un efficace rimedio per lenire le irritazioni cutanee provocate dalle ortiche: è sufficiente strofinare alcune foglie di acetosa direttamente sulle parti infiammate per far cessare in pochi minuti il prurito.

NOTE E CURIOSITÀ

Le piante di acetosa cresciute in pieno sole sono più acidule di quelle cresciute all’ombra.
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Articolo tratto dal libro Coltivazione biologica delle piante aromatiche

Le aromatiche, o officinali, rappresentano un gruppo di piante di particolare interesse sia per i loro molteplici impieghi culinari ed erboristici, sia per la relativa facilità di coltivazione.

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