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Smog, sicurezza e mobilità: città italiane bocciate

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Secondo i dati della campagna Clean Cities di Legambiente, Italia lontana dagli obiettivi al 2030. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza ancora non punta a sufficienza su ciclabili, Tpl e mobilità sostenibile per invertire la situazione.
Smog, sicurezza e mobilità: città italiane bocciate
In Italia, con un tasso di motorizzazione che raggiunge punte di 75 auto ogni 100 abitanti, lo smog non dà tregua e secondo quanto emerso dalla campagna Clean Cities di Legambiente, nelle città italiane il Pm10 è fuori controllo e da nord a sud si continuano a superare i limiti di legge. Inquinamento che ha un costo socio-sanitario inaccettabile: fino a 3mila euro l’anno per abitante. Ma nell’anno della pandemia, con il record di morti e denatalità, abbiamo 300mila auto in più.
Servono 15mila km di piste ciclabili e nel Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, ce ne sono 2.500. Bisognerebbe sostituire almeno 12.500 vecchi autobus ma il piano prevede di acquistarne poco più di 5mila di cui solo 2.000 circa elettrici. E con l’e-commerce alle stelle, non c’è traccia di progetti destinati ad agire sull’impatto della logistica. Con le città italiane ancora lontane dagli obiettivi di mobilità e sicurezza fissati al 2030, le risorse europee sono l’opportunità per avviare il cambiamento, un’occasione che non possiamo sprecare.
Smog fuori controllo, l’inquinamento ci costa fino a 3mila euro l’anno a testa.
Smog: picchi di criticità per il Pm10 rilevati nelle città di Torino (35 microgrammi/m3), Milano (34 microgrammi/m3) e Padova (35 microgrammi/m3). Città che per inquinamento si pongono ai vertici della classifica nazionale e continentale. Meno grave, ma comunque oltre il valore soglia, la percentuale rilevata nelle città di Catania (pari a 23 microgrammi/m3), Perugia e Firenze (entrambe con concentrazione di PM10 pari a 20 microgrammi/m3).
In tutte le 15 città toccate dalla campagna Clean Cities (Padova, Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Ancona, Perugia, Roma, Cagliari, Pescara, Napoli, Bari, Palermo e Catania), la quantità di Pm10 supera il valore soglia indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (pari a 20 microgrammi/m3). Critico l’andamento di tutte le altre città toccate dalla campagna: Bari, Ancona, Bologna, Cagliari, Genova, Napoli, Palermo, Pescara e Roma mostrano un livello di Pm10 che oscilla tra i 23 e i 28 microgrammi/m3.
I costi medi annuali per abitante relativi ai costi sociali e ambientali dell’inquinamento (perdita di anni di vita, ricoveri ospedalieri, giornate di lavoro), viaggiano dai mille a quasi tremila euro l’anno, una somma che rappresenta in media oltre il 5% del Pil pro capite. Lo rileva Clean Cities, la campagna itinerante di Legambiente che nell’ultimo mese ha toccato 15 capoluoghi italiani.
Città più inquinate e insicure, almeno 12.500 autobus da sostituire
Roma, Ancona, Cagliari, Catania, Padova, Perugia e Pescara sono tra le città italiane più inquinate e meno sicure. Per loro, gli indici di traffico e sicurezza, sia relativa agli incidenti che all’inquinamento, risultano essere “estremamente gravi”. Le uniche città appena sufficienti per l’adozione di politiche atte a potenziare ciclabilità, strade 30 e 20 all’ora, elettrificazione di mezzi pubblici e sharing mobility sono Bologna, Milano e Firenze. Ad oggi ancora insufficienti, nonostante gli sforzi, Genova, Padova e Torino.
Un parco di mezzi pubblici vecchio e inquinante ma i fondi europei non verranno indirizzati a risolvere questo problema puntando sull’elettrificazione del trasporto pubblico locale: le 15 città monitorate dalla campagna Clean Cities di Legambiente hanno in servizio ancora 12.500 bus diesel euro 4 o precedenti, che dovrebbero essere sostituiti entro il 2026 con mezzi solo elettrici. L’attuale Pnrr prevede di usare i fondi europei per acquistare solo 5.139 autobus per tutta Italia, 2.730 veicoli alimentati a gas (Gnc o Gnl), solo 2.051 veicoli a propulsione elettrica e 358 a idrogeno.
Torino, Milano, Padova e Firenze le città più ciclabili
Le città italiane più ciclabili sono Torino (con il 79% di km di piste ciclabili realizzati, rispetto agli obiettivi 2030), Milano (63%), Padova (58%) e Firenze (51%), seguite da Cagliari (44%) e Bologna (39%). Restano indietro tutte le altre: Pescara (30% dei km realizzati), Roma (28%), Palermo (20%), Bari (20%), Perugia (18%), Genova (16%), Napoli (16%), Ancona (7%), Catania (2%).
Anche per quel che riguarda l’estensione della rete stradale a velocità ridotta (strade 20 e 30 all’ora) tutte le città sono molto lontane dagli obiettivi al 2030, quando tutte le vie a scorrimento veloce delle città dovranno essere dotate di piste o corsie ciclabili, anche diverse centinaia di nuovi km per le città più grandi. Inoltre, entro il 2030, in media l’80% delle strade urbane, dovranno diventare a 30 km/h. Le strade a 50 km/h saranno l’eccezione, non la regola. In questo modo si potranno percorrere in sicurezza anche in bici, monopattino e i marciapiedi saranno finalmente dedicati ai pedoni.
Nei centri urbani densi (Milano, Torino, Bologna, Napoli, al centro di Roma) la mobilità elettrica, pubblica e condivisa (dal treno al monopattino) è già una realtà economicamente accessibile ai cittadini di tutte le fasce sociali, più economica e funzionale dell’auto privata. Tanto che in questi ambiti urbani diminuisce il tasso di motorizzazione e aumenta la frequenza degli spostamenti quotidiani. Ma in generale l’offerta dei mezzi pubblici è ad oggi insufficiente, al di sotto dell’offerta delle città europee e delle necessità di una città ad alta densità abitativa, in tanti comuni metropolitani. Idem per l’offerta di servizi di sharing mobility, auto e bici, che seppure sia presente da anni è ancora allo stato iniziale.
“Nel 2020 – commenta Andrea Poggio, responsabile mobilità Legambiente – l’Italia ha aumentato di 300mila unità le auto di proprietà. Si è speso un miliardo di euro in bonus auto nuove, ma non siamo riusciti a tenere aperti asili e scuole. Abbiamo chiuso l’anno con quasi 39 milioni di auto e 36 milioni di patenti. Con quella cifra avremmo potuto acquistare ben 2.500 autobus elettrici o 40.000 taxi e car sharing elettrici per 100 città, riducendo le emissioni di oltre 100.000 tonnellate di CO2 l’anno”.

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