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Mille piante, mille usi

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Tanti consigli per utilizzare al meglio le piante spontanee: tisane, decotti, marmellate, succhi e tanti altri metodi di preparazione che valorizzano le proprietà di ogni pianta.
Mille piante, mille usi

STUFATI

La maggior parte delle piante a foglia verde (ad eccezione delle più amare) si utilizza al meglio stufata piuttosto che bollita. Basta aggiungere acqua e mettere in pentola solamente un filo d’olio, se è gradito uno spicchio d’aglio e la pianta appena scolata, ben pressata. Coprite con un coperchio e fate cuocere circa quindici minuti a fuoco lento, rigirando di tanto in tanto. In questo modo conserverete tutto il sapore della pianta, la potrete riporre in frigo e potrete poi adattarla a varie preparazioni.

PESTI

Per evitare l’ossidazione delle foglie, il pesto andrebbe sempre fatto in un mortaio di marmo con un pestello di legno. Prima pesterete l’aglio e i semi che avrete tostato in precedenza per sprigionarne gli aromi (noci, nocciole, sesamo, pinoli, mandorle pelate o altro), sino a creare un impasto bello spesso, che metterete da parte. Poi pesterete le foglie da sole, aiutandovi in fase iniziale con qualche grano di sale grosso e un cubetto di ghiaccio, per evitare la loro ossidazione. A questo punto potete reintegrare la pasta di aglio e semi, l’olio a filo e infine l’eventuale formaggio.

SUCCHI

In tutti i casi in cui si voglia impiegare il succo di pianta fresco, è consigliabile utilizzare l’estrattore, ma per chi non lo avesse, potete procedere pestando la pianta, per poi riporre in un fazzoletto il tutto e strizzare bene per dividere la fibra dal succo, appunto. Il fazzoletto si macchierà di verde!

LIQUORI

In generale, i liquori sono composti di una parte di sciroppo di acqua e zucchero e una di alcool a 90° nella quale siano state fatte macerare delle piante (o bucce di limone, nel caso del limoncello). Ma dato che sia lo zucchero bianco che l’alcool a 90° sono poco salutari e poco compatibili con i benefici di queste meravigliose piante, il consiglio è di utilizzare una buona grappa (dove avrete fatto macerare la pianta fin quando non avrà rilasciato buona parte del suo colore, per poi filtrare) e altrettanto sciroppo composto da acqua e miele in pari dosi.

OLEOLITI

L’oleolito è una macerazione di pianta in olio. Si utilizza volentieri quello di malva, di calendula o di achillea. Nella maggior parte dei casi è sufficiente riempire un barattolo con la parte di pianta indicata (spesso le infiorescenze), per poi lasciarlo al sole per una decina di giorni con il tappo leggermente svitato, chiudendolo e agitandolo una volta al dì. A quel punto si può filtrare e impiegare anche in unguenti.

TISANE

Per ottenere una tisana si dovrebbe inserire un cucchiaino di pianta secca sminuzzata o una manciata di pianta fresca in una tazza di acqua bollente, spegnere e lasciare coperto in infusione per alcuni minuti prima di filtrare.

DECOTTI

Il decotto si impiega per quelle parti di pianta che sono più coriacee (semi, cortecce, radici e così via), prolungando di una decina di minuti la cottura, sempre con il coperchio, per ammorbidirle ed estrarne i principi attivi. L’impiastro di emergenza più semplice da realizzare si ottiene masticando una foglia con i molari e applicando la poltiglia così ottenuta sulla parte interessata: si può fare con i figli in caso di «bue» improvvise, se a portata di mano vi è una pianta adatta come la piantaggine, l’achillea o la malva. Per dolori muscolari o altri malanni vari, si consiglia di sbollentare la pianta in mezzo dito di acqua per ammorbidirla e poi, quando è ancora calda, ma non più bollente, e ha pertanto maggior capacità di penetrazione dei tessuti, di riporla in un panno e fasciarlo ben stretto sulla parte avvolgendo il tutto con della plastica alimentare per tenere l’impacco, se necessario, tutta la notte.

MARMELLATE

Alle marmellate non andrebbe mai aggiunto lo zucchero prima. Si dovrebbe cuocere prima la frutta per una ventina di minuti sino a ottenere un discreto addensamento, ma senza distruggere la polpa, per poi aggiungere lo zucchero per il tempo strettamente necessario a farlo sciogliere e, successivamente, invasettare.

COULIS E SAPA

Il coulis si prepara solitamente con le bacche, la sapa con i corbezzoli o altri frutti ricchi in zuccheri. Si tratta di una riduzione del frutto ottenuta a bagno maria o a fuoco lentissimo, inframezzata da filtraggi per espellere la fibra, e volta a ottenere un concentrato dolce e aspro da mettere sul gelato (il coulis di more ad esempio) o una pasta ancora più concentrata e densa da usare come surrogato dello zucchero (come la sapa di corbezzolo).
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Brano tratto dall’articolo Piante selvatiche da scoprire

Leggi l’articolo completo sul mensile Terra Nuova Aprile 2021
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