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Rete di Reti: «Solidarietà all’Ex Lavanderia di Santa Maria della Pietà a Roma»

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A seguito dello sgombero dei volontari che avevano portato la loro attività all’interno del complesso dell’Ex Lavanderia di Santa Maria della Pietà a Roma, il consiglio dei portavoce di Rete di Reti ha diffuso una nota con la quale si dichiara «a difesa dell’esperienza virtuosa generata nel Padiglione 31».
Rete di Reti: «Solidarietà all’Ex Lavanderia di Santa Maria della Pietà a Roma»
«A Roma, giovedì 25 febbraio cinque camionette delle forze dell’ordine si sono fermate davanti al Padiglione 31 del complesso Santa Maria della Pietà ordinandone lo sgombero. Di lì a poco i volontari-occupanti hanno iniziato a portare fuori gli scatoloni dei pacchi alimentari per le famiglie in difficoltà che avrebbero dovuto consegnare la mattina dopo, qualche scenografia del teatro, svuotato la ciclofficina e salvato i libri che si trovavano nel bar e che potevi acquistare o leggere gratuitamente quando volevi berti un caffè del commercio equo e solidale in tutta tranquillità, in un clima accogliente e amicale»: così interviene su quanto accaduto il Consiglio dei portavoce della Rete di Reti. 
«Questo era il Padiglione 31, meglio conosciuto come “Ex Lavanderia” – prosegue la nota diffusa dal Consiglio dell’organizzazione – Diciassette anni di lotta, quasi 30.000 firme raccolte e sei anni di occupazione non “contro” ma “per” chiedere giustizia alla Giustizia. Il complesso di Santa Maria della Pietà, originariamente il più grande manicomio d’Europa, con la Legge Basaglia sarebbe dovuto diventare un luogo dei cittadini, ad uso culturale e sociale, di supporto, cura e integrazione sociale per i pazienti psichiatrici e le loro famiglie, da sempre a fianco dei volontari del Padiglione 31».
«Per le virtù di questa particolare e valorosa esperienza sociale, nel 2019 Rete di Reti ha scelto l’Ex Lavanderia come sede della sua Scuola estiva, trascorrendovi cinque giorni, esplorando il tema del “fare comunità” – prosegue la nota della rete di Reti – E non poteva svolgersi in altro luogo, visto che nel Padiglione si annusava il senso di comunità. Con le difficoltà dovute alla complessità del progetto, col suo provare ad aiutare gli “ultimi”, nel fare scelte etiche alimentari biologiche e a km0, nel mantenere quel luogo funzionante, pulito, accessibile, nel provare a prendere decisioni insieme, nel trovare soluzioni non violente alla lotta, è stato un luogo emblematico di comunità per i portavoce di Rete di Reti e i loro studenti. Uno spaccato di realtà e di impegno sociale cancellato via in poche ore con la stessa superficialità di una “passata di spugna”». 
Il Consiglio dei portavoce di Rete di Reti si è dunque dichiarato «indignato con le Istituzioni» che ha definito «cieche davanti a un esempio virtuoso di cittadinanza attiva».  E si è detto «basito di fronte al tentativo coordinato tra Regione Lazio, Roma Capitale, ASL Roma 1, Città Metropolitana, Municipio XIV, di privatizzare quel meraviglioso Bene comune a favore della ASL, che come sottolineato da un attivista dell’Ex Lavanderia “non è suo compito occuparsi di fare arte, cultura e turismo”». 
I Portavoce di Rete di Reti hanno quindi espresso nella nota «piena solidarietà verso tutti i volontari attivisti del Padiglione 31 e restano in attesa della sentenza al Tar dell’11 Maggio a cui è stato fatto ricorso: sarà la Giustizia a dare Giustizia?».

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