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L’essenziale del cibo

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Non abbiamo più consapevolezza dell’essenziale del cibo e della sua origine agricola. La riflessione di Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica.
L’essenziale del cibo
Il cibo che mangiamo e il paesaggio intorno a noi sono prevalentemente opera contadina. Tuttavia non conosciamo più cosa sia l’agricoltura alla sua radice e non abbiamo consapevolezza dei processi da cui proviene il cibo che, sempre meno, ci giunge come cibo contadino.
Tocca a noi compiere i primi passi per incontrare l’essenziale del cibo e la sua origine agricola e comprendere la nutrizione, attraverso un’alleanza con il mondo agricolo. Questo rapporto è fortemente contrastato, nell’attualità, dal prevalere di interessi speculativi, per i quali la produzione di cibo, la tenuta dei territori, o la vita delle comunità rurali sono subordinate al profitto della bisca agroalimentare. Così ciò che mangiamo è isolato da chi lo produce, dalla sua vita, e l’azienda agricola stessa è un meccanismo in cui l’essere umano diviene un revisore di ingranaggi mossi da forze esterne. Da questi proviene un cibo «materia prima», commodity commerciale, che non ha nessuna connessione con la nutrizione. Se, quindi, cibo e ambiente ci appaiono oggi degenerati, possiamo recuperarli riappropriandoci della conoscenza agricola.
La civiltà contadina custodisce il segreto della vita, tra fertilità e nutrizione. Ha preso quanto era in natura, le acque e i suoli, le piante e gli animali e li ha portati all’ideale umano di ciascun momento storico, trasformandoli cioè in paesaggi, terreni, colture e allevamenti partecipi dell’evoluzione umana. La consunzione e la sofferenza, che oggi vediamo nell’agricoltura, è una mutazione capovolta del suo senso e pertanto chiede un cambiamento. Possiamo sostenere un’agricoltura che continui la sua missione evolutiva e accompagni con sé la vita sulla terra, ma occorre che il cittadino capisca il contadino. È un cammino di conoscenza, che si manifesta nell’azione illuminata, che riesce a far evolvere la terra, a conformare gli elementi chimici e minerali, le proteine e i microbi in supercomunità e trasforma così l’ambiente naturale in un organismo vivente e durevolmente fertile per la produzione di cibo, cioè un insieme organico, emergente da una dimensione superiore.
Negli anni Venti del Novecento, cogliendo in anticipo quanto di grave stava avvenendo, sorse l’agricoltura ecologica come diversa espressione della modernità. Sorse con l’agricoltura biodinamica, da cui ha avuto origine il movimento dell’agricoltura biologica, che oggi costituisce una delle speranze più concrete di salvezza degli agricoltori.
 
Carlo Triarico, storico della scienza, presiede l’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica. È vicepresidente di Federbio e direttore dell’Istituto APAB.
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Articolo tratto dalla rubrica Il punto biodinamico

Leggi la rubrica sul mensile Terra Nuova Febbraio 2021
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La crisi ambientale, sociale ed economica che viviamo oggi ha un principale colpevole: l’attuale modello agroalimentare, che espone l’intero Pianeta ai pericoli di una nuova estinzione di massa, depredando le risorse naturali, come l’acqua e la fertilità dei suoli. In questo nuovo libro, Vandana Shiva e Andre Leu presentano i risultati delle ultime ricerche scientifiche, dimostrando che un altro modello agricolo non solo è possibile, ma anche necessario, per combattere la fame, frenare i cambiamenti climatici e arginare la devastazione del Pianeta.

La questione ha anche una valenza di ordine sociale e politico. L’agricoltura industriale, basata su monocolture, pesticidi e biotecnologie, rende sempre più dipendenti e indebitati gli agricoltori consegnando i saperi, i mezzi di produzione e gli stessi semi nelle mani di poche multinazionali, con una concentrazione di potere senza precedenti nella storia.
In un testo destinato a fare storia, gli autori smontano un modello produttivo a lungo celebrato come efficiente, ma che ad uno sguardo più attento si mostra del tutto incapace ad affrontare le sfide della crisi climatica, la fame nel Sud del mondo e la malnutrizione cronica nei paesi cosiddetti sviluppati. La soluzione è nelle pratiche agricole sostenibili supportate da nuove conoscenze agronomiche in grado di valorizzare la complessità del vivente, garantire cibo sano per tutti e una nuova democrazia per il futuro del Pianeta.
 

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