Il no di comitati e associazioni allo stoccaggio di CO2 dell’ENI a Ravenna

Venerdì 12 febbraio comitati e associazioni hanno manifestato online e nelle piazze d’Italia contro il progetto di ENI di stoccare anidride carbonica prodotta da centrali a gas e industrie nei giacimenti di gas esauriti al largo di Ravenna. Le manifestazioni rientrano nella campagna #IlfuturononsiStocca.

«Crisi climatica, crisi sanitaria, crisi di governo… tutto cambia e si stravolge, ma non i programmi di Eni, che nel suo piano industriale continua ad insistere sul CCS di Ravenna» spiegano i promotori della Campagna. «Ma questa magia ha un trucco! Dal cilindro del CCS escono gas metano e sporchi affari, che procedono all’oscuro dell’opinione pubblica».

Gli attivisti della campagna, nata dalla Rete per l’emergenza climatica e ambientale dell’Emilia Romagna e Fridaysforfuture Italia, affermano con decisione che nell’attuale «orizzonte non c’è spazio per la tecnologia di cattura della CO2 (CCS) che ha proposto Eni per Ravenna: si tratta di un progetto molto costoso dai benefici ambientali nulli e addirittura negativi».

«I fondi europei per la ripartenza rappresentano un’opportunità per assicurare un futuro per tutti, chiediamo che non vengano dati a Eni e ai CCS, né ora né mai, e vogliamo assicurarci che il progetto di Ravenna non venga reinserito nella versione definitiva del PNRR».

A entrare nel merito delle problematiche ambientali insite in questo tipo di impianto è stata anche nei giorni scorsi l’associazione Re:Common che peraltro ha ben sottolineato come un analogo impianto abbia già chiuso in Texas perché giudicato economicamente insostenibile.

QUI si può firmare l’appello della campagna Il futuro non si sTocca – NO CCS: https://s.devol.it/yfBh8E53