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Quale dieta ai tempi della pandemia?

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Il cambio di abitudini imposto dalle restrizioni per il contenimento della pandemia da Covid-19 ha influito sulla nostra dieta. Vediamo come.
Quale dieta ai tempi della pandemia?
Il lungo periodo di quarantena forzata ha modificato le abitudini delle persone che, in breve tempo, si sono dovute adattare a una nuova dimensione.
Per molti le stanze di casa si sono trasformate in postazioni per lezioni online e lavoro in smart working, e l’attività fisica ridotta ha determinato un rallentamento del metabolismo, con conseguente riduzione del fabbisogno energetico giornaliero. La noia, lo stress e le tensioni hanno portato ad aprire il frigorifero di continuo alla ricerca di cibi consolatori, e la conseguenza è stata che per la maggior parte della gente i chili sulla bilancia aumentassero velocemente. Per chi poi già soffriva di condizioni patologiche come obesità, ipertensione o diabete si è verificato un rapido peggioramento del quadro clinico. Per alcuni anche il cambiamento di orario dei pasti può avere influito negativamente non solo sul livello di energia giornaliera, causando stati di sonnolenza, torpore e depressione, ma anche sull’assimilazione dei nutrienti e sulla regolarità intestinale.
Altri invece sono riusciti a mantenere una certa routine, migliorando addirittura le proprie abitudini: ad esempio ricavarsi del tempo che di norma non si ha per far colazione con calma e serenità li ha aiutati a iniziare la giornata con maggior energia e vitalità; così come anticipare la cena rispetto al solito ha avuto effetti positivi sulla digestione e sul riposo notturno.
Ma come è cambiato il carrello della spesa? Se da un lato è aumentata la cura e l’attenzione nella preparazione dei pasti, non altrettanto si può dire per la scelta degli alimenti. Infatti la gente ha fatto scorta principalmente di pasta, riso, farina, lievito, conserve, alcol, cibi in scatola, prodotti surgelati e a lunga conservazione, i cui consumi sono addirittura triplicati. Purtroppo la frutta, i legumi e la verdura non hanno registrato incrementi altrettanto significativi, forse per la paura del facile deperimento e per i costi non proprio abbordabili.
Da un’indagine esplorativa dal titolo COV-Habits, promossa dall’ordine degli psicologi della regione Lazio nel periodo del lockdown, finalizzata a indagare come fossero cambiate le abitudini dei cittadini italiani relativamente all’alimentazione e all’attività motoria, è emerso che la quantità di cibo assunta durante la quarantena sembra essere mutata rispetto alle abitudini; in particolare, per il 43% degli intervistati è aumentata e solo il 10% ha dichiarato di avere mangiato di meno. Rispetto alla qualità, al tempo dedicato, alla scelta e alla preparazione degli alimenti sembra esserci stata più attenzione nel 40% di chi ha risposto.
Durante il periodo di isolamento il peso degli individui è rimasto invariato, oppure c’è stato un aumento ponderale o un calo? Il 40% degli intervistati su un campione di circa 1250 persone ha affermato di essere ingrassati, e solo l’11% di essere dimagriti. Ciò che appare interessante è che nella fascia di età tra i 18 e 30 anni non ci sia stato un incremento significativo del peso, perché si è riusciti a dedicare più tempo all’attività fisica per compensare il cibo consumato in più.
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Articolo tratto dal libro Le emozioni nel piatto

Il cibo non è solo nutrimento. Quando dopo cena apriamo in continuazione il frigo alla ricerca di “qualcosa”, o al contrario quando lo stomaco si chiude, magari dopo aver discusso con il partner o con un collega, stiamo vivendo lo stretto legame tra cibo ed emozioni, tra fame e psiche.

Questo libro si sofferma sui numerosi aspetti della relazione tra alimentazione e vita emotiva, facendo incontrare il punto di vista di una nutrizionista con quello di una psicologa. Le autrici, già abituate a collaborare nella vita professionale, hanno unito le proprie competenze per indicarci come affrontare, giorno dopo giorno, gli aspetti problematici della fame emotiva e come ritrovare il corretto equilibrio nel rapporto con il cibo.
Ci sono tante indicazioni sia per chi non riesce a controllare la fame, sia per chi non riesce a buttare giù nulla: gli alimenti da scegliere, le vitamine e i nutrienti che regolano il buon umore, l’aiuto che arriva dalle piante e dai funghi, la consapevolezza con cui avvicinarsi all’alimentazione.
Chiude il libro una raccolta di ricette pensate per contrastare la fame nervosa o per stimolare l’appetito.
Un manuale pratico che ci spiega, finalmente, perché le diete spesso non funzionano e come possono essere sostituite con successo da un rapporto sano con il cibo.
 

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