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Nigeria: Shell condannata a risarcire i contadini per le fughe di petrolio

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La Shell dovra’ risarcire quattro contadini nigeriani per la distruzione di tre villaggi nella regione del Delta del Niger, causata da fughe di petrolio. La condanna al processo in appello, per un caso aperto 13 anni fa, arriva dai Paesi Bassi dove e’ stato celebrato il processo nonche’ sede – all’Aja – della Royal Dutch Shell.
Nigeria: Shell condannata a risarcire i contadini per le fughe di petrolio
La Shell dovra’ risarcire quattro contadini nigeriani per la distruzione di tre villaggi nella regione del Delta del Niger, causata da fughe di petrolio. La condanna al processo in appello, per un caso aperto 13 anni fa, arriva dai Paesi Bassi dove e’ stato celebrato il processo nonche’ sede – all’Aja – della Royal Dutch Shell, multinazionale operante nel settore petrolifero, nell’energia e nella petrolchimica.
“Il tribunale ha giudicato che Shell Nigeria e’ stata responsabile dei danni causati dalle fughe di petrolio” ha dichiarato il giudice durante l’udienza celebrata all’Aja. La direzione olandese della multinazionale dovra’, inoltre, equipaggiare gli oleodotti coinvolti con un “sistema di segnalazione precoce di eventuali perdite” proprio per evitare futuri danni ambientali. La sentenza era molto attesa, come punto di arrivo di un processo da considerare un braccio di ferro tra Davide e Golia: da un lato quattro contadini e pescatori nigeriani che nel 2008 hanno sporto formale denuncia per i pesanti danni subiti dai loro villaggi di Goi, Ikot Ada Udo e Oruma, nel Sud-Est della Nigeria. Dall’altro il gigante petrolifero al quale veniva chiesto di svolgere lavori di bonifica dell’area inquinata e versare un risarcimento. Una battaglia giuridica durata 13 anni, duranti i quali due dei querelanti sono deceduti.
A sostenerli nella loro lotta e’ stata Milieudefensie, ramo olandese dell’organizzazione internazionale Amici della Terra. Secondo gli esperti la sentenza favorevole ai querelanti nigeriani fara’ giurisprudenza in materia di responsabilita’ ambientale. “La vittoria annuncia l’inizio di una nuova era in cui le grandi multinazionali non potranno piu’ svolgere i propri affari senza legge ma saranno responsabili di tutte le loro operazioni, anche all’estero”, ha dichiarato Donald Pols, direttore di Milieudefensie.
“Per gli abitanti del delta del Niger e’ cruciale che le loro terre siano ripulite, che i loro raccolti e mezzi di sopravvivenza andati persi vengano risarciti dai colpevoli: Shell“, ha sottolineato l’attivista. Shell potra’ fare ricorso in cassazione, portando avanti un processo lungo e complesso. Inizialmente la filiale nigeriana e’ stata ritenuta responsabile dell’inquinamento solo in parte e condannata a versare risarcimenti a solo uno dei quattro contadini. Nel 2013 una seconda sentenza aveva stabilito che la casa madre della Shell all’Aja non poteva essere ritenuta responsabile di eventuali negligenze da parte della sua filiale in Nigeria. Nel 2015 la Corte di appello ha invece decretato che la giustizia olandese e’ competente per pronunciarsi sul caso, annullando la precedente decisione. Primo produttore di petrolio in Africa, con 2 milioni di barili esportati ogni giorno, da 50 anni la Nigeria e’ oggetto di uno sfruttamento intensivo delle sue risorse, molto inquinante, dannoso per l’ambiente e la popolazione, spesso sprovvista di carburante e servizi essenziali.

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