Aloe: lassativa e digestiva

L’idea che l’aloe sia una pianta a esclusivo uso purgativo è ancora molto affermata.
L’azione lassativa – una peculiarità dell’aloe – si ha generalmente attraverso l’ingestione del succo; questo contiene una frazione resinosa dalla quale sono state isolate due molecole ad azione lassativa: l’aloeresina e l’aloenina. Oltre a ciò l’azione purgante è data dall’aloina, un derivato idrossiantracenico.

Per quanto riguarda i glucosidi, per agire, devono essere metabolizzati in prodotti biologicamente più attivi. Questa trasformazione avviene nel colon, dove si ha la rimozione dello zucchero e la metabolizzazione a opera della flora batterica intestinale. I prodotti così ottenuti sono scarsamente assorbiti e agiscono stimolando la peristalsi intestinale. La genina liberata è trasformata parzialmente in antrone per azione dei batteri, e tale sostanza aumenta ulteriormente la motilità intestinale, diminuendo il riassorbimento di acqua.

Il succo possiede anche una bassa attività battericida e fungicida.

Come stomachico e digestivo, entra nella composizione di varie formulazioni, come gli elisir, e anche nella liquoristica (il famoso Fernet).

Nel corso degli ultimi anni, in Europa e negli Stati Uniti si è sviluppata una controversia su un sospetto di genotossicità e cancerogenesi da parte di droghe antranoidi, sulla base di alcuni studi eseguiti sia in vivo che in vitro e risultati parzialmente positivi a carico degli agliconi. Nell’aloe gli agliconi aloemodina ed emodina si dimostrarono mutageni in alcuni teste non mutageni in altri1.
Negli anni successivi altre ricerche in ambito universitario, sia in Italiavsia in America, hanno molto ridimensionato l’allarme sulle droghe lassative ricche in antranoidi, in quanto questi composti agiscono solo localmente e non vengono praticamente assorbiti se non in piccolissima parte. Questo mancato o ridottissimo assorbimento li rende sicuri e privi di effetti indesiderati2.

Note:
1. Westendorf J., “Adverse effects of herbal drugs.”, Pharmazie, 1993, 9, 138.
2. Longo R., “Antranoidi; buone notizie.”, Erboristeria Domani, 1997, n. 20(4), pp. 34-37.

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Da oltre 20 anni il dottor Paolo Giordo studia e utilizza l’aloe nella sua professione, e si è convinto che si tratti di una pianta unica per le proprietà terapeutiche e la capacità di agire in profondità, a livello dei tessuti. Nel libro mette a disposizione dei lettori la sua vasta esperienza: gli studi scientifici più famosi e approfonditi trovano posto accanto alla descrizione dei principali utilizzi terapeutici di questa versatile pianta, nota a molti grazie alla ricetta del sacerdote brasiliano Romano Zago.

L’autore illustra l’efficacia dall’aloe, da sola o in associazione con altre piante, come lassativo, digestivo, antinfiammatorio, cicatrizzante, immunomodulante, antimicrobico, antifungino e antivirale. Inoltre fa luce sull’applicazione dei formulati a base di aloe nel caso di diabete, AIDS, malattie reumatiche e neurologiche, e di disturbi che riguardano la pelle e l’apparato digerente.

Gli ultimi due capitoli sono dedicati all’impiego dell’aloe in cosmesi e in campo alimentare, con ricette per produrre in casa non solo gel, creme e shampoo, ma anche squisite insalate, succhi, piatti caldi e freddi.

Un libro indispensabile per conoscere una pianta affascinante, dai mille impieghi e quasi «miracolosa», le cui virtù sono ancora tutte da scoprire.

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