Il frutto del lampone era conosciuto fin dai tempi antichi come Rubus idaeus. Dioscoride lo cita per la prima volta nel suo De materia medica, nel I° secolo a.C. Il termine generico «rubus» allude al colore rosso vivo dei suoi frutti, mentre l’aggettivo «idaeus» ne indicherebbe il luogo di origine: lo stesso Dioscoride e Plinio lo identificano nel Monte Ida, a Creta, altri autori, invece, nell’attuale Turchia, dove esiste una montagna chiamata con lo stesso nome. La leggenda vuole che nei pressi di questo monte la bellissima Afrodite, dea dell’amore, raccogliesse i frutti del lampone per donarli ai suoi innumerevoli amanti e al figlioletto Enea.
Nel XX° secolo Henri Leclerc aggiunse delle precisazioni sull’origine del nome: nella sua opera Les fruits de France egli ricollegò infatti l’origine dell’epiteto «idaeus» alla ninfa Ida, figlia di Minosse, re di Creta, che trovando il piccolo Zeus in lacrime, per alleviarne il pianto colse per lui i frutti del lampone. Semi del Rubus sono stati ritrovati a Stonehenge, in Inghilterra, e ciò prova che la pianta fosse ben nota anche nella antiche culture druidiche; della coltivazione vera e propria del lampone non si ha notizia certa fino al Medioevo, quando entrò in uso e si diffuse nei monasteri. Il decotto di lampone era considerato utile per i fastidi provocati dai flussi mestruali, per le ulcere della bocca e per fortificare le gengive. Ne venivano utilizzati anche degli impiastri che davano sollievo in caso di emorroidi e se ne esaltavano le virtù astringenti. Sempre come astringente, ma anche come depurativo, rinfrescante, tonico e sudorifero, il lampone è citato nella farmacopea galenica.
Prezioso per le donne
Il lampone si usa in caso di:
• disordini endocrini a carico dell’apparato femminile;
• amenorrea, dismenorrea;
• sindrome premestruale;
• ciste ovarica;
• fibroma uterino;
• disturbi della libido e senescenza femminile;
• climaterio;
• metrite, vaginite;
• diarrea e disturbi gastroenterici;
• infiammazione orofaringea, tonsillite.
Quanto e come?
– Macerato Glicerinato: 50-70 gtt in acqua a digiuno in una o due somministrazioni.
– Tintura Madre: 30 gtt per 2-3 volte al dì in acqua a digiuno.
– Tintura Idroalcolica: 15-30 ml al dì come sopra.
Uso domestico
Per via interna
– Infuso: un cucchiaino di foglie per una tazza di acqua bollente da lasciare in infusione coperto per 10 minuti. Se ne possono prendere fino a tre tazze al dì. È un buon astringente in caso di disturbi intestinali e mestruazioni dolorose. È un buon diuretico.
Per via esterna
– Decotto: si prende una manciata di foglie e si fa bollire per 10 minuti in un litro di acqua. Dopo aver filtrato si può usare facendo gargarismi o sciacqui per le affezioni del cavo orale. Si può usare anche per bagni locali in caso di emorroidi.
Controindicazioni e avvertenze
Nessuna controindicazione in letteratura. Compatibile con l’allattamento al seno. Può ridurre l’assorbimento di alcuni farmaci se preso a distanza ravvicinata, come quelli composti da alcaloidi, a base di ferro e la tiamina orale.
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Articolo tratto dalla rubrica
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