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Tempo di bilanci

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La fine di questo anno così difficile e intenso è arrivata. Ecco alcuni consigli del dottor Franco Berrino per iniziare al meglio il 2021.
Tempo di bilanci
Ed ecco che la fine dell’anno è arrivata. Questo 2020, così diverso, difficile ed emotivamente intenso, volge al termine. Ora ci ritroviamo a dire che sembra ieri, quando a febbraio è iniziato il lockdown, e invece siamo già in procinto di festeggiare il Natale. Cerchiamo allora di fare il punto su questo anno appena trascorso, prima di stilare la solita lista di buoni propositi per quello a venire.
Durante il lockdown, ci siamo ritrovati a dover cambiare tutti i nostri ritmi in un attimo e tutto questo ha provocato un forte cambiamento in ognuno di noi. Chi era solo ha avuto la possibilità di sentire la sua voce interiore, entrare più in contatto con se stesso; oppure c’è chi si è fatto prendere dall’ansia generata da tutto ciò che trasmettevano in televisione e si è fatto sopraffare da emozioni negative. C’è chi ha perso il lavoro e ha dovuto reinventarsi, c’è chi ha dovuto cambiare modalità lavorativa e andare in smartworking, c’è chi ha avuto la possibilità di passare più tempo a casa e nutrire i suoi affetti, chi invece si è accorto che in casa non regnava più armonia.

Gli obiettivi ci tengono vivi

Mantenere un equilibrio è molto difficile, perché non siamo abituati a cambiamenti così drastici e così repentini. Sicuramente sarebbe stato fonte di accrescimento lavorare su se stessi, cambiare le nostre abitudini, approfittare di questo tempo per evolvere e dargli valore. Sappiamo chi siamo? Abbiamo coscienza di come stiamo procedendo in questa vita? Siamo padroni del nostro destino o ci facciamo trasportare dagli eventi? Queste domande avrebbero dovuto riecheggiare nelle nostre orecchie in questi mesi.
Il benessere psicofisico di ciascuno di noi passa anche attraverso ciò che desideriamo e le azioni che compiamo giorno dopo giorno: piccole decisioni che capitalizzano nel tempo. Un individuo senza obiettivi è un individuo senza identità. Avere obiettivi ci tiene vivi, ci consente di affrontare la giornata con uno scopo.
Dunque, cosa abbiamo concluso in questo 2020? Lo sbaglio più grande che possiamo fare è concentrarci sulle nostre mancanze e debolezze, sui nostri fallimenti. Cerchiamo di fare uno switch mentale, pensiamo ai traguardi raggiunti, anche i più piccoli, nutriamoci di autostima e ammiriamo quante cose buone per noi stessi e per gli altri siamo riusciti a compiere. Compiliamo una lista di tutte le nostre vittorie. Vederla scritta nero su bianco ci aiuterà a prendere consapevolezza di noi stessi. Solo dopo aver fatto questo, pensiamo invece a ciò che ancora non abbiamo raggiunto, per pigrizia o poca determinazione. Prendiamone atto, senza però frustrazione. Amettiamo i nostri errori, così da poter ricominciare col giusto passo. L’importante è capire le lezioni che tutte le nostre esperienze ci portano. Che cosa abbiamo imparato questo anno? Ogni lezione che apprendiamo farà la differenza. Sarà la nostra guida, ma questo solo quando l’avremo capita. Quando ci saremo guardati negli occhi e nel cuore e avremo preso atto delle nostre debolezze, ma anche delle nostre forze, solo allora potremo programmare un nuovo anno con determinazione e presenza. Solo allora avrà senso dire «da quest’anno farò…» e ancora «inizierò l’anno alla grande e sarò…».

Consigli per ripartire al meglio

Quali sono gli obiettivi che ognuno di noi dovrebbe prendere a cuore? Sicuramente, vale per tutti avere cura di se stessi, nel corpo e nello spirito, nella mente e nel cuore. Cominciamo a fare le pulizie in casa, non aspettiamo quelle di primavera. Apriamo le nostre dispense, tiriamo fuori tutto e scopriamo quali sono le mancanze o i vizi. Teniamo sempre a mente i veleni a cui dovremmo sottrarci, tra cui ci sono: zucchero bianco, dolcificanti artificiali, dolci industriali, bevande zuccherate, farine raffinate, carni conservate e cibi molto grassi. Vanno limitate le bevande alcoliche e il sale, evitando del tutto quello trasformato industrialmente.
Gli alimenti da introdurre sono invece: cereali integrali, legumi, frutta secca e semi oleaginosi, frutta e verdura di stagione, pesce pescato di piccola taglia (ottimo quello azzurro), alghe e cibi fermentati. Il tutto rigorosamente biologico, «del contadino».

Nutrire il corpo e la mente

Fare del bene a se stessi vuol dire anche occuparsi del benessere di corpo e mente. Il movimento è essenziale, ma non serve iscriversi in palestra, basta camminare, mettere in funzione le nostre gambe e far pompare il nostro cuore, migliorando il benessere generale, anche a livello psicologico.
Nutriamo infine la nostra mente e, di conseguenza, il nostro cuore leggendo libri stimolanti e di accrescimento, ma anche meditando. Spegniamo la televisione che ormai è diventata una mera distributrice di ansia e cattivi pensieri. Ogni giorno prendiamoci anche solo dieci minuti per stare in silenzio e ascoltare la nostra voce interiore.
Questo anno dedichiamolo a noi stessi, prendiamoci cura del nostro corpo e della nostra mente, saremo più sereni, felici e trasmetteremo vibrazioni positive a chi ci sta intorno. Saremo da esempio e da stimolo. Saremo anche più predisposti ad accogliere l’altro, nella sua diversità, nella sua umanità. Siamo tutti figli di questa Terra.
Buon Natale, allora, e che sia l’inizio di un anno realmente nuovo.
 
In collaborazione con Alessandra Baruffato, medico chirurgo de La Grande Via, esperta in nutrizione, laureata all’Università degli Studi dell’Insubria di Varese, ricercatrice del progetto EDUC.A.RE (EDUCazione Alimentare nei ricoverati in degenza riabilitativa e day hospital Istituto REdaelli) di Vimodrone (Milano).
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Articolo tratto dalla rubrica Cibo e salute. Appunti di resistenza alimentare

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Una vera rivoluzione oggi può e deve partire dalla produzione del cibo, un grande campo di azione dove il sistema agroalimentare globalizzato ha cancellato la biodiversità, avvelenato il suolo e reso la nostra dieta sempre più omologata e insostenibile.

Il cambio di paradigma si impone anzitutto nella produzione agricola e nella salvaguardia dell’ambiente, da cui dipende il mantenimento degli ecosistemi e della salute dell’uomo. Gli autori del libro, tra cui spiccano le figure di Vandana Shiva e Franco Berrino, tracciano un’inversione di rotta a cominciare dal nostro stile di vita: bisogna dire sì ai sistemi agricoli naturali su piccola scala, per recuperare la vitalità del cibo e garantire un accesso più democratico alle risorse della terra. E bisogna dire no all’avanzata di un modello produttivo basato sullo sfruttamento dei popoli e degli ecosistemi.
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