La crescita del bio in Italia è in linea con gli obiettivi della Ue. Ma attenzione alle importazioni e al «fuoco amico».
Il 1° ottobre è stato presentato a Roma, nella sede della Coldiretti, il Rapporto bio in cifre 2020 di Ismea-Sinab, che conferma una crescita importante dei consumi di alimenti biologici e di tutta la filiera.
Intanto, la superficie biologica nel 2019 ha raggiunto i 2 milioni di ettari (più precisamente 1.993.236), con un incremento del 2% rispetto al 2018, registrando 35.000 ettari in più in soli dodici mesi. Questa crescita significa in termini di Sau (Superficie agricola utile) un’incidenza della superficie biologica pari al 15,8%, percentuale che acquista un particolare valore se si tiene conto della media europea al 7,5% (2018), con Spagna al 10,1%, Germania al 9,07% e Francia all’8,06%.
Siamo dunque la nazione più vicina all’obiettivo stabilito dal Green Deal, che prevede di portare la Sau europea al 25% entro il 2030, e addirittura superarlo, perché come ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, presidente di Federbio, l’Italia potrebbe raggiungere agevolmente il 40%.
Crescono anche gli operatori (80.643) e aumentano i cittadini che scelgono il biologico con un valore dei prodotti acquistati pari a 3,3 miliardi di euro. In attesa della nuova Pac (Politica agricola comune), l’Europa ha intanto fissato un budget di 40 milioni per la promozione all’estero e per finanziare iniziative di informazione rivolte ai consumatori sulla qualità dei prodotti biologici. Ha anche lanciato una consultazione pubblica per raccogliere le osservazioni di cittadini, autorità nazionali e operatori sul piano d’azione per l’agricoltura biologica che si chiuderà il 27 novembre.
In questo contesto positivo si inserisce anche la decisione della Conferenza unificata Stato-Regioni di sostenere la scelta del bio nelle mense scolastiche con un fondo nazionale di 5 milioni di euro, che consentirà di ridurre i costi a carico delle famiglie.
Il Rapporto delinea dunque un quadro attuale e in prospettiva assai positivo, ma per non cullarsi sugli allori, evidenzio di seguito due punti negativi.
• L’importazione di prodotti biologici da paesi terzi. Nel 2019 si è registrato un incremento del 13,1%, arrivando a importare 210 milioni di chili di alimenti biologici di cui quasi un terzo dall’Asia. Come ha osservato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini: «Occorre intensificare le attività di controllo sui prodotti biologici importati che non rispettano gli stessi standard di sicurezza di quelli europei».
• La guerra al mondo biologico dichiarata dalla «benpensante» senatrice Elena Cattaneo, che non perde occasione di diffondere idee negative sull’agricoltura biologica e biodinamica nonostante le scelte strategiche europee. A maggior ragione, l’approvazione della legge italiana sul biologico metterebbe un freno a queste subdole manovre e rafforzerebbe il ruolo dell’Italia in Europa.
Alberto Bencistà è presidente dell’Associazione Firenze Bio e rappresentante della Toscana di Federbio.
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Articolo tratto dalla rubrica Spunti di vista
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