Vuoi l’emergenza economica da cui siamo travolti, vuoi l’aumento delle frustrazioni per condizioni di lavoro (o di sotto-impiego) sempre più disorientanti e insoddisfacenti, ecco che gli italiani riscoprono lo “scollocamento”: cambiare il lavoro e il proprio quotidiano ponderando un salto nella qualità della vita.
Non ci sono monitoraggi ufficiali né dati esaustivi ma la nettissima impressione che si ha è che un numero crescente di italiani si orientino verso una modifica, a volte anche radicale, delle scelte in tema di lavoro e di vita. Naturalmente, spesso il problema diventa trovare una bussola, ricostruirsi un baricentro, conquistare nuove certezze lasciandosi alle spalle ciò che ha mostrato tutti i suoi limiti.
«Purtroppo, su questo fronte i Centri per l’impiego finanziati dallo Stato, cioè da tutti noi, hanno mostrato scarsa efficacia – spiega
Paolo Ermani, co-fondatore dell’Ufficio di Scollocamento nonché co-autore, insieme a
Valerio Pignatta, di
“Pensare come le montagne” (Terra Nuova Edizioni) – Si investono 600 milioni di euro l’anno per far trovare lavoro a meno del 3% delle 2 milioni e mezzo di persone che si rivolgono a quegli stessi centri, che annoverano la bellezza di 8 mila impiegati in oltre 550 uffici sparsi in tutta Italia».
Quali alternative, dunque, perseguire e quali altre strade percorrere per trovare una forma più soddisfacente di realizzazione di sé?
«Innanzi tutto, ritengo importante sottolineare che sia illusorio provare a inserire le persone in un mondo del lavoro che, proponendo sempre le stesse attività, è ormai saturo. Ci sono campi di impiego e prospettive che danno maggiori probabilità di lavoro, basti solo pensare al settore ambientale o a quello dell’agricoltura biologica, dove le possibilità di intervento sono enormi» spiega Ermani.
E un esempio virtuoso in tema di riorientamento lavoro è
l’Ufficio di Scollocamento, che da circa un decennio fa formazione e informazione mirata. «Lo fa attraverso suggerimenti, consigli, idee, soluzioni su come realizzare le proprie aspirazioni e i propri sogni – prosegue Ermani – cercando di liberarsi dalla visione asfittica convenzionale del lavoro che vede come unico obiettivo il guadagno economico, senza preoccupazione alcuna per le eventuali conseguenze negative ambientali e psicofisiche.
L’Ufficio di Scollocamento ha fornito nel tempo a moltissime persone i consigli appropriati per aiutare a trovare, cambiare, inventare un lavoro che fosse maggiormente in linea con le proprie aspirazioni e non un lavoro pur che sia, magari che odiavano o avrebbero odiato. Inoltre come ulteriore valore aggiunto, abbiamo sempre consigliato alle persone di approdare a un lavoro che non fosse dannoso per gli altri e per l’ambiente, facendo in questo modo un ulteriore servizio alla collettività».
“L’Ufficio di Scollocamento negli anni ha realizzato interventi pubblici e corsi di formazione a cui hanno partecipato migliaia di persone» dice ancora Ermani. «I feedback e i risultati sono stati in proporzione di certo migliori dei Centri per l’impiego e tutto ciò senza aver avuto un solo centesimo di soldi pubblici o un qualsiasi aiuto dallo Stato. Non si fa fatica a immaginare quali risultati eccezionali ci sarebbero se si aprissero centinaia di Uffici di Scollocamento in tutta Italia attraverso la nostra formazione che già tanti risultati positivi ha prodotto».
Sulla scia dei successi ottenuti, il team dell’Ufficio di Scollocamento ha anche rinnovato completamente
il sito web, «rendendolo un luogo di incontro fra domanda e offerta di lavoro green, etico e sostenibile, unico caso in Italia con queste peculiari caratteristiche che pongono l’
associazione di promozione sociale PAEA nata nel 1999 e che gestisce questo progetto, ancora una volta all’avanguardia per le sue idee e proposte lungimiranti che hanno ricadute estremamente positive sulla società, le persone e l’ambiente» conclude Ermani.
Letture utili
“Pensare come le montagne” di Paolo Ermani e Valerio Pignatta è un manuale teorico-pratico che propone, nella prima parte, una ricca analisi della realtà italiana e mondiale, soffermandosi sulle proposte dei maggiori pensatori ecologisti contemporanei, mentre nella seconda fornisce suggerimenti concreti e motivazioni al cambiamento personale.
L’obiettivo di Pensare come le montagne consiste nel fornire ai lettori informazioni e suggerimenti per la realizzazione di un cambiamento che sia allo stesso tempo personale, vissuto, immediatamente praticabile e dalle ampie prospettive socio-ecologiche.
Se nella prima parte si trova un’ampia analisi sociale e filosofica che fotografa la realtà italiana e mondiale arricchita dal pensiero dei maggiori pensatori ecologisti e contemporanei, la seconda parte si concentra su suggerimenti concreti e motivazioni al cambiamento personale. L’alimentazione biologica e vegetariana, le medicine non convenzionali, le energie rinnovabili, la riduzione dei consumi e la sobrietà, la cooperazione solidaristica, l’autoproduzione, il recupero della comunità, il cohousing, l’ecovicinato sono solo alcuni esempi forniti dagli autori per provare a uscire dalla crisi ambientale e sociale attuale per mettere in atto, dal basso, un cambiamento alla portata di tutti.
“Scegliere di rallentare”
di Nelly Pons. Quante volte ci diciamo che «non abbiamo tempo» per seguire un hobby, visitare un amico o semplicemente per fare nulla? Viviamo immersi in una società che ci spinge a essere frenetici, iperattivi, a voler possedere sempre qualcosa, a consumare noi stessi e le risorse del Pianeta.
Nelly Pons, sopravvissuta a un burn-out, un vero e proprio collasso fisico e psichico, parte dalla propria esperienza per suggerirci come riprendere in mano le nostre esistenze e costruire un nuovo rapporto con il mondo in cui viviamo.
Rallentare è uno stile di vita, un modo per vivere più consapevolmente, per ridurre l’impatto ambientale dei nostri consumi e per aumentare il tempo e lo spazio dedicato alle relazioni con gli altri, con noi stessi e la natura.
Rallentare non significa andare al rallentatore ma saper dosare il proprio ritmo ed elaborare un nuovo equilibrio tra velocità e lentezza.
E poiché il mondo continua ad accelerare, l’unica leva su cui abbiamo il potere di agire siamo noi stessi.
In conclusione del libro Paolo Ermani, una delle figure più attive del movimento ecologista in Italia, ci racconta la storia esemplare di un individuo che ha scelto di rallentare e ha raggiunto il proprio obiettivo.