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Orto familiare: coltivare le fave

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I consigli utili per coltivare nel proprio orto le fave, seguendo il metodo biodinamico.
Orto familiare: coltivare le fave
Semina: fine ottobre-febbraio
Raccolta: maggio-giugno
Resa: 1,5-2 kg/m2
Consociazioni consigliate: patata, rapa, ravanello, topinambur.
 
La fava appartiene alla famiglia delle Leguminose ed è tra gli ortaggi più antichi, essendo stato ampiamente coltivato e consumato già nell’Antica Roma. Della fava si consuma il seme contenuto all’interno del baccello.

Semina

La pianta cresce fino a circa un metro d’altezza e si riconosce per gli steli a sezione quadrangolare di forte impulso terrestre. Ma per gustare e godere al meglio dei benefici dell’elevato valore proteico dei semi, si consiglia di seminare nei giorni di fuoco-frutti-semi (Ariete, Leone e Sagittario).

In genere, la semina si effettua in pieno campo, dopo aver arieggiato e pulito il terreno. Si semina a file distanti 70 cm, lasciando un seme ogni 20 cm, alla profondità di 10 cm. Se l’inverno si presenta mite si può seminare già a fine ottobre, in caso contrario si può posticipare la semina a fine febbraio per raccogliere i primi baccelli a maggio e giugno.

Cure colturali

Essendo una coltura primaverile, l’irrigazione diventa necessaria solo se il terreno si presenta molto asciutto. Di grande aiuto è, come sempre, a pacciamatura, in modo particolare quella realizzata con paglia o erba sfalciata.

Raccolta

Per il consumo a crudo, la fava si raccoglie tra maggio e giugno, o anche prima, quando il seme è ancora tenero. Per la conservazione di lunga durata, è bene aspettare che il seme sia completamente secco.
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Articolo tratto dal libro Orto biodinamico familiare

I motivi per occuparsi di un orto familiare e i benefici che se ne ottengono sono davvero numerosi, ma certo l’esperienza più pregnante è proprio quel “mettere le mani nella terra”: seminare, trapiantare, curare la crescita, raccogliere i frutti e alla fine mettere in tavola il risultato di quella misteriosa trasformazione di un piccolo seme in una croccante insalata o in una paffuta melanzana.

Nutrirsi di quello che si è fatto crescere con le proprie mani arricchisce l’anima, stimola l’osservazione, rilassa, gratifica, ci mette in connessione con il ritmo delle stagioni e soprattutto ci assicura alimenti freschi, di elevato valore nutrizionale e privi di residui tossici. Purtroppo non è sempre così: l’agricoltura convenzionale, anche quando viene praticata su piccola scala come in un’orto familiare, fa ricorso a concimi e pesticidi di sintesi, che oltre a contaminare l’ambiente e gli alimenti mettono in pericolo in primo luogo chi quei prodotti li utilizza.
Questo manuale, scritto da tre orticoltori biodinamici di lunga esperienza, è un invito a sperimentare il piacere e la bellezza del coltivare, coniugando una pratica agricola profondamente rispettosa dell’ambiente con la riscoperta dei cicli naturali come solo l’agricoltura biodinamica sa fare.
Una guida dedicata a chi è alle prime armi, ma anche a chi desidera approfondire la conoscenza dell’influsso dei pianeti sulla coltivazione delle piante, imparare a realizzare i preparati biodinamici e i macerati vegetali, allestire un cumulo di compostaggio, costruire un semenzaio, utilizzare sovesci e pacciamatura.
Completano il volume oltre trenta schede con le indicazioni dettagliate sui tempi e le modalità di semina, le cure colturali, le consociazioni consigliate e i suggerimenti per la raccolta e la conservazione dei principali ortaggi.
 

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