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I rischi delle monocolture intensive di nocciole: il dossier-inchiesta di Terra Nuova

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Monocolture intensive di nocciole: un pericolo per salute e ambiente. Ma un altro modello produttivo è possibile. È questo in sintesi il messaggio che esce dal dossier-inchiesta pubblicato sul numero di luglio del mensile Terra Nuova. E il direttore della rivista, Nicholas Bawtree, scrive a Giovanni Ferrero.
I rischi delle monocolture intensive di nocciole: il dossier-inchiesta di Terra Nuova
Monocolture intensive di nocciole: un pericolo per salute e ambiente. Ma un altro modello produttivo è possibile. È questo in sintesi il messaggio che esce dal dossier-inchiesta pubblicato sul numero di luglio del mensile Terra Nuova. E il direttore della rivista, Nicholas Bawtree, scrive a Giovanni Ferrero.
Il servizio, curato da Manlio Masucci, indaga e approfondisce i problemi legati a questa coltura, in mano per lo più alle multinazionali, che desta seri dubbi in fatto di sostenibilità, sia ambientale che economica. E già operatori del biologico, amministratori, scienziati e cittadini si stanno mobilitando, in una rete nazionale, per rivendicare un modello produttivo ecosostenibile e lo sviluppo di filiere locali che portino vera ricchezza nei territori e non li impoveriscano.
Le colture intensive di questo tipo purtroppo si stanno diffondendo (quasi 87mila ettari a noccioleti nel 2019), dalla Tuscia al Valdarno passando per l’Umbria e le Marche, per una coltivazione apparentemente molto redditizia, considerando la grande richiesta di materia prima alimentata in particolare da alcune multinazionali del settore dolciario come Ferrero, Nestlè e Loacker.
Il dossier di Terra Nuova evidenzia problemi relativi alla potabilità dell’acqua in molti comuni delle aree interessate al fenomeno e pratiche molto discutibili, come le irrorazioni fraudolente di fitofarmaci e l’utilizzo spesso improprio dei fondi europei destinati al biologico, ma mette anche in evidenza le iniziative locali atte a promuovere modelli alternativi. E’ il caso, appunto, del biodistretto della Via Amerina e delle Forre, che a oggi comprende tredici Comuni, o dei sindaci che hanno emanato ordinanze specifiche arrestando l’avanzata delle monocolture. Nocciole sì, dunque, ma ecosostenibili e rispettose di ambiente e salute. No allo sfruttamento intensivo del territorio a vantaggio di pochi.
E il direttore della rivista, Nicholas Bawtree, scrive a Giovanni Ferrero. Nell’editoriale del numero di luglio si legge, dalla lettera aperta rivolta al patron della multinazionale dolciaria:  «Risulta evidente la straordinaria opportunità offerta dalla transizione verso un’agricoltura sostenibile, un’opportunità anche imprenditoriale, come testimonia il successo delle aziende che producono nocciole bio. Ma allora perché non pensare a una transizione verso il biologico anche per la Ferrero? E non parlo di prodotti civetta per accontentare una fetta di mercato, come quelli introdotti da altre aziende (non la sua e apprezzo la vostra coerenza). Intendo una transizione sostanziale e dichiarata, su tutta la linea».
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