Fra Forlì e Cesena, in collina, c’è una vecchia casa di campagna nella quale la creatività e l’arte hanno pieno spazio d’espressione: la Casa del Cuculo. Acquistata nel 2002 da Marcello, uno dei membri della comunità, con l’idea di creare un luogo che fosse un po’ una comunità e ospitasse artisti, per molti anni è stata tappa del percorso di vita di numerosi musicisti, danzatori, pittori e artisti. Poi, con il passare del tempo, si è venuto via via a creare un nucleo più stabile composto da tre famiglie. «Il mio compagno è musicista e liutaio, mentre Marcello fa il pittore, quindi hanno costruito uno studio condiviso», racconta Sara Galeotti, una dei membri della comunità, «mentre io, Elena e Marcello, che avevamo tutti esperienza nell’ambito del teatro, dell’arte e della musica e ci eravamo costruiti una professionalità nel lavoro con i gruppi e sui processi, abbiamo costituito assieme nel 2010 la Cooperativa Casa del Cuculo, indirizzando così le nostre competenze verso un lavoro». L’iniziativa è ben riuscita – la Cooperativa Casa del Cuculo, infatti, è ad oggi un progetto abbastanza consolidato che supporta perlopiù gli enti pubblici in ciò che riguarda i processi partecipati e il welfare di comunità. Quattro anni fa, infine, sono giunti anche Roberto e Valentina, già con una loro associazione, Paradiso Ritrovato, che si occupa di educazione, permacultura e supporta le persone nella ricerca e nello sviluppo della propria vocazione – non intesa in senso religioso ma nel senso di “qual è il mio posto nel mondo?” “quali sono i miei talenti?” “come posso mettere questi talenti al servizio del mondo che vorrei contribuire a costruire, riuscendo anche a sostenermi economicamente?”
Nel frattempo le famiglie hanno iniziato ad allargarsi con l’arrivo dei primi figli. «Quando Valentina è venuta a vivere qui avevo da poco avuto la mia prima bambina, mentre lei è rimasta incinta nel giro di poco tempo. Eravamo insomma in una fase di prima sperimentazione della maternità. Ci siamo rese conto che se durante la gravidanze e il parto c’è molto supporto per le donne, e le donne stesse sono molto propense a prendersi cura di loro stesse, dopo il parto l’attenzione viene rivolta tutta ai figli. Da quest’esperienza diretta è nata
Mother Nature – progetto europeo scritto e portato avanti in partnership con varie altre organizzazioni provenienti da Ungheria, Gran Bretagna, Germania e Slovenia. La nostra idea di base era che se tu mamma non stai bene farai fatica ad essere presente, a poter dare ciò che ti è richiesto di dare. Allo stesso tempo volevamo valorizzare questo grande momento di apprendimento informale che è la maternità, invitando le madri a riconoscere e a raccogliere i frutti, i doni, di quest’esperienza trasformativa.» I prodotti finali di questi tre anni di Mother Nature sono confluiti in due corsi sul viaggio della maternità, uno rivolto alle madri stesse e uno ai professionisti che vi lavorano a contatto, una guida per la facilitazione, un libro e delle carte.
L’arrivo dell’emergenza sanitaria, anche per gli abitanti della Casa del Cuculo, ha comportato un cambiamento nei ritmi di vita. «Se prima ci svegliavamo, portavamo i figli a scuola e andavamo a lavorare, con il lockdown abbiamo avuto modo di rallentare i nostri tempi. Ci siamo organizzati con i bambini facendo dei turni – ogni mattina due adulti restavano ad occuparsi di loro, mentre gli altri portavano avanti le altre attività. Per noi è stata una grande cartina tornasole, perché ci ha confermato che vivere in comunità, aiutandosi a vicenda, è una scelta sana e vincente. I nostri figli hanno sempre avuto con chi giocare. Magari non hanno visto i loro compagni di scuola, ma non si sono mai annoiati. Anche la natura è stata una grande risorsa, sia per i bambini che hanno potuto giocare al sole, che per noi. Abbiamo iniziato a mangiare fuori già a febbraio, e io, avendo un po’ meno lavoro del solito, ho raccolto ed essiccato tanti fiori per le tisane.», racconta Sara. Già da aprile una parte dei lavori in cantiere nella Casa del Cuculo sono ripartiti online. È il caso, per esempio, di
Inner Pathways Towards Sustainability – il progetto di formazione che sviluppa strumenti e percorsi volti a facilitare le persone nella ricerca di una propria strada verso uno stile di vita più sostenibile. Un percorso particolarmente utile in questo periodo, che ha suscitato in molti domande e riflessioni. «Durante quei mesi hanno cominciato a scriverci e a chiamarci tantissime persone. “Come vivete?” “Possiamo venire a trovarvi?” – ci chiedevano. O ancora ci raccontavano del loro desiderio di cambiare vita.»
La Cooperativa Casa del Cuculo e Paradiso Ritrovato, infine, sono attualmente impegnate a tradurre e a portare in Italia il libro “Viaggio alla scoperta della maternità” e le carte sviluppate all’interno del progetto Mother Nature. Il libro, in particolare, raccoglie 42 principi d’aiuto nel viaggio verso una maternità consapevole, e ad ognuno dei principi sono state associate delle riflessioni, delle attività e una carta, utile per stimolare il pensiero analogico. Chi volesse saperne di più e contribuire alla stampa del libro e delle carte in italiano, può
offrire il proprio sostegno attraverso la piattaforma ideaginger.it. Come afferma lo stesso Gurmukh Kaur Khalsa «aiutare le donne a diventare madri consapevoli (…) è forse il modo più efficace di portare la pace nel mondo».