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Ugo Mattei: «Basta sacrificare i diritti»

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Il professor Ugo Mattei, presidente del Comitato Rodotà, lancia un appello: «Basta sacrificare i diritti, la via d’uscita dall’emergenza sia basata sulla condivisione di valori e principi di civiltà». Il Comitato sta organizzando svariate iniziative sul tema dei diritti.
Ugo Mattei: «Basta sacrificare i diritti»
«Da 30 gennaio scorso, dopo la dichiarazione dello stato di emergenza, in Italia le garanzie costituzionali sono state fatte saltare. Il diritto fondamentale alla salute previsto dall’articolo 32 della Costituzione è stato reso tiranno, è diventato l’unico diritto, che in Italia si è cercato di far valere a senso unico, non tanto nell’interesse della persona quanto della collettività, senza bilanciarlo in alcun modo con diritti contrapposti. Ciò è molto grave, è un fatto al di fuori delle garanzie di forma previste dalla Costituzione, che pur permette di sacrificare i diritti quando è importante farlo , ma che stabilisce le forme accettabili per mantenere quel minimo di agibilità democratica che non è solo garanzia formale ma un modo sostanziale per coinvolgere le migliori intelligenze del paese nelle decisioni»: queste le parole del professor Ugo Mattei, presidente del Comitato Rodotà, ente che sta organizzando diverse iniziative sul tema dei diritti e che da tempo è impegnato su questo fronte.
«In Italia è stata data una lettura a senso unico dell’articolo 32 e il continuo terrorismo mediatico a cui abbiamo assistito ha reso inaccettabile qualsiasi discorso critico e ha prodotto danni gravissimi – prosegue Mattei – danni alla libera discussione, al libero pensiero, alla ragionevolezza che è fondamentale per la legittimità del governo, ha fatto cadere tutti i limiti del potere esecutivo che è divenuto puro potere di fatto».
«Tanto le Regioni quanto i Comuni si sono improvvisati autorità in grado di limitare i diritti fondamentali della persona, cosa vietata dalla nostra Costituzione. E lo hanno fatto perché il governo non ha dato il buon esempio, utilizzando i Dpcm, decreti del presidente del Consiglio dei ministri, al di fuori di qualsiasi limite possibile – prosegue ancora Mattei – Il Dpmc  è una norma di rango molto basso, che non offre nessuna garanzia e che è stata utilizzata in modo ultroneo rispetto alle caratteristiche di quella forma giuridica».
«Tutto ciò ha avuto e ha conseguenze sostanziali – sottolinea il professor Mattei – perché nel diritto la forma è sostanza, e ha fatto sì che entrassimo in momento in cui non governano regole giuridiche ma rapporti di pura forza, la legge di chi può in quel momento decidere. E così si è avuto ogni tipo di distorsione, proprio perché sono saltate le forme e di conseguenza anche la sostanza è diventata ingestibile. Tutto questo deve finire rapidamente ma non sembra che stiamo andando in questa direzione. Basti pensare a certe Regioni che hanno introdotto l’obbligo delle mascherine all’aperto addirittura quando si è da soli. Non solo è una lesione del buon senso, ma dal punto di vista simbolico è gravissimo perché obbliga le persone a comportamenti irragionevoli e che devono quindi mostrarsi consenzienti rispetto a questo regime a senso unico della salute a tutti i costi».
«Riteniamo dunque necessario – conclude Mattei – che tutti coloro che hanno in mente il buon senso, che vogliono difendere i principi di proporzionalità e di democrazia, che vogliono che la salute sia sì governata ma tenendo conto anche delle necessità di salute psichica, ecco, tutte queste persone è bene che cerchino di stare unite, di collaborare,  da  cittadini e non da pazienti, per costruire una via d’uscita da questa emergenza non basata sul pugno sul tavolo di chi governa al momento, ma basata sulla condivisione valoriale e di principi di civiltà».
Ugo Mattei è professore di diritto civile all’Università di Torino e di diritto internazionale e comparato all’Hastings College of the Law dell’ Università della California a San Francisco , presso cui ricopre la cattedra di Alfred and Hanna Fromm professor of international and comparative law . Avvocato cassazionista, è stato fra i redattori , insieme ad altri giuristi, dei quesiti referendari contro la privatizzazione dell’acqua e come avvocato ha difeso con successo la vittoriosa campagna referendaria culminata col voto del 12 e 13 giugno 2011 e nelle sentenze 24/2011 e 199/2012 della Corte Costituzionale.
È professore di diritto internazionale e comparato all’Hastings College of the Law dell’ Università della California a San Francisco , presso cui ricopre la cattedra di Alfred and Hanna Fromm professor of international and comparative law , ed è professore di diritto civile all’Università di Torino. È inoltre coordinatore accademico dell’ International University College of Turin .

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