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Coltivare il cappero

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Una pianta aromatica che cresce bene nei climi caldi del sud, ma che possiamo provare a colivare in vaso, con ottimi risultati. Ecco tutti i consigli utili.
Coltivare il cappero
Capparis spinosa – Brassicacee
Esposizione: sole
Propagazione: talea
Esigenze nutrizionali: poco esigente
Parti della pianta utilizzate: boccioli, frutti
Principali utilizzi: alimentare
Il cappero è un suffruttice, cioè una pianta con fusti basali legnosi sui quali ogni anno si formano germogli erbacei. I fusti possono avere portamento ascendente o prostrato, sono molto ramificati e raggiungono la lunghezza di 70 cm. Le foglie, alterne e tondeggianti, presentano alla base del picciolo due spine. Da qui il nome della pianta. I fiori dalla corolla bianco-rosata portano al centro un ciuffo di stami rosa-violacei.
La fioritura inizia fra maggio e giugno, prosegue pigra durante l’estate e riprende di intensità a settembre per continuare poi per tutto l’autunno. Il frutto è una capsula oblunga e verde.
Il cappero cresce spontaneo nel Sud Italia, dove si può trovare sui muretti a secco o nelle spaccature della roccia. È tipico delle isole di Salina e Pantelleria dove la sua fioritura, una vera e propria esplosione di fiori bianco-rosa, caratterizza il paesaggio.

ESIGENZE DELLA PIANTA

Il cappero cresce al caldo nelle zone esposte a sud, assolate, al riparo dal freddo.
Pianta tipica della regione Mediterranea non ha esigenze in fatto di terreno e si sviluppa bene anche fra le rocce e nei terreni sassosi. Sopporta il vento e la siccità, grazie ad un apparato radicale profondo. Non tollera, invece l’umidità, i ristagni idrici e il gelo invernale.

TECNICHE DI COLTIVAZIONE

I capperi crescono nei climi caldi, al Nord si può coltivare solo in vaso o in zone riparate e soleggiate, adottando precauzioni per proteggere la pianta dal freddo durante l’inverno.
Oltre che nei giardini rocciosi, nei quali trova spazio anche come pianta ornamentale, il cappero può essere coltivato in pieno campo, in qualsiasi terreno anche povero e poco fertile, purché ben drenato.
Si propaga per talea in vivaio prelevando in estate i rami legnosi di 2-3 anni d’età della lunghezza di 7-10 cm, di diametro di almeno 1 cm e con 6-10 gemme. In gennaio-febbraio quando le talee sono ben radicate si può procedere all’impianto collocando le piantine ad una profondità di 30-35 cm e potandole drasticamente lasciando solo 3 cm di vegetazione sopra il colletto.

Per proteggere le piante dal freddo in questa prima fase è possibile coprirle con un leggero strato di terra.

La densità di impianto è pari a una pianta ogni 2-3 metri quadrati, lasciando le piantine distanti circa 1,5 m una dall’altra.
Il controllo delle erbe spontanee è necessario da gennaio a settembre intervenendo periodicamente con delle sarchiature.
A partire dal secondo anno di coltivazione, a fine inverno si esegue la potatura eliminando il legno secco e i rami vigorosi che non portano fiori e accorciando gli altri rami, perché il cappero fiorisce sui germogli, cioè sui rami dell’anno.
Un impianto di capperi resta in produzione per 20-30 anni.
Il cappero si può coltivare anche in vasi di altezza minima mezzo metro posti su balconi o terrazzi esposti a sud in pieno sole.

RACCOLTA

I boccioli si raccolgono a mano nelle prime ore del mattino da maggio fino a settembre-ottobre a partire dal secondo anno di coltivazione. Bisogna raccogliere una volta ogni 7-10 giorni seguendo il ritmo del ricaccio dei boccioli che sono tanto più pregiati quanto più sono piccoli. I boccioli appena colti non sono idonei al consumo. È necessario prima farli macerare sotto sale per togliere l’amaro e dopo averli lavati possono essere conservati sotto sale o sottaceto.
Si possono raccogliere anche i frutti staccandoli dalla pianta completi di picciolo.
Una pianta di cappero produce, secondo l’età e il rigoglio vegetativo, da 1 a 9 kg di boccioli all’anno.

UTILIZZO

Dei capperi si consumano i boccioli, utilizzati per aromatizzare diversi piatti, dalla carne, alle verdure, dal pesce alla pasta fino all’insalata.
I capperi si conservano sotto sale o sottaceto. In quest’ultimo caso perdono parte del loro caratteristico aroma. Prima dell’utilizzo in cucina dei capperi sotto sale si consiglia di sciacquarli con abbondante acqua e poi tenerli in acqua fredda per circa mezz’ora in modo che riacquistino il loro aroma leggermente piccante.
Oltre ai boccioli si possono consumare anche i frutti, detti cocunci o cucunci. Il loro sapore è più delicato di quello del cappero, mentre la conservazione e l’utilizzo sono analoghi.

CARATTERISTICHE NUTRIZIONALI E SALUTISTICHE

I capperi hanno proprietà diuretiche e protettrici dei vasi sanguigni.

NOTE E CURIOSITÀ

Nell’antichità si riteneva che il cappero avesse proprietà afrodisiache.
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Le aromatiche, o officinali, rappresentano un gruppo di piante di particolare interesse sia per i loro molteplici impieghi culinari ed erboristici, sia per la relativa facilità di coltivazione.

In queste pagine, Francesco Beldì, agronomo e autore di successo di manuali di coltivazione biologica, guida il lettore in un affascinante viaggio nel mondo delle piante aromatiche, attraverso oltre 50 schede che illustrano in dettaglio: dalla A di acetosa fino alla Z di zafferano, le proprietà, l’impiego e il metodo di coltivazione delle principali specie in grado di prosperare nel nostro clima.
Per ogni pianta sono inoltre riportati preziosi consigli e suggerimenti per il controllo dei parassiti, la raccolta e la conservazione, indispensabili per preservare al meglio le preziose proprietà delle aromatiche.
 

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