L’interesse per il sovescio non è limitato alla funzione fertilizzante, certamente la più importante, ma si estende ai molteplici effetti positivi che la copertura del suolo, con la relativa scelta delle diverse essenze, svolge in relazione alla protezione del suolo e della falda, al miglioramento della struttura del terreno, al controllo delle infestanti e di alcuni parassiti.
In sintesi, la tecnica del sovescio offre numerosi vantaggi che riguardano aspetti tecnici, colturali, produttivi ed economici.
• Azione fertilizzante. Il sovescio di essenze appartenenti alla famiglia delle leguminose arricchisce in modo considerevole il terreno di azoto, grazie alla presenza dei rizobi, batteri localizzati nell’apparato radicale, capaci di convertire l’azoto presente nell’aria in una forma assimilabile dalla pianta. Molte specie di leguminose impiegate nei sovesci (meliloto, trifoglio violetto) presentano un apparato radicale capace di esplorare il terreno molto in profondità e di mobilizzare e assimilare composti del fosforo presenti in forme poco disponibili per le altre colture. Vi sono anche alcune specie di crucifere (colza, senape, rafano) che per lo stesso motivo riescono a mobilizzare il potassio: di conseguenza il loro sovescio aumenta la disponibilità di questo elemento.
• Protezione del suolo. Quando la copertura del suolo coincide con i periodi di maggiore e intensa piovosità, si ha una limitazione dei processi erosivi, soprattutto nei terreni scoscesi. In alcune aree, all’erosione idrica si aggiunge l’erosione eolica che interessa anche i terreni di pianura. Prevenire l’erosione è un’attenzione fondamentale, ancor più per l’agricoltura biologica che lavora per favorire l’accumulo di sostanza organica nei primi strati fertili di terreno.
• Protezione della falda idrica. Tutte le colture di copertura sono anche considerate colture trappola, cioè capaci di trattenere nitrati che altrimenti liscivierebbero in falda. Nel caso della segale o dell’orzo si arriva a circa 70 kg per ettaro di azoto trattenuto, per il loietto ci si ferma a circa 50 kg di azoto per ettaro.
• Contributo alla stabilità strutturale del terreno. La sostanza organica interrata e l’azione delle radici giocano un ruolo importante nel mantenimento di una buona struttura del terreno. La grande massa di sostanza organica interrata con il sovescio e concentrata nei primi 10-15 cm, seppur con un effetto di breve periodo, contribuisce in modo sostanziale alla risposta positiva del terreno al passaggio degli attrezzi, necessari per la preparazione del letto di semina. A ciò si aggiunge l’azione delle radici, capaci di influenzare positivamente anche l’attività microbiologica. Le radici delle Leguminose, esplorano strati di terreno più profondi del franco di lavorazione, mentre quelle di Graminacee non hanno la stessa capacità di penetrazione e utilizzano i cunicoli esplorati da queste, contribuendo però con una massa enorme di radici fini (le più significative) alla creazione di aggregati strutturali. Nei miscugli graminacee-leguminose, interrati verso la fine della fioritura, i residui della leguminosa facilitano la mineralizzazione e la conversione in humus dei residui colturali della graminacea che, come abbiamo visto, sono particolarmente ricchi di carbonio.
• Azione di controllo delle infestanti. Diverse sono le essenze da sovescio che, grazie al loro rapido sviluppo, risultano efficaci nel controllo delle malerbe con cui competono per spazio, luce, acqua e nutrienti.
• Azione biocida. Alcune piante sono in grado di attivare sistemi di difesa tramite molecole naturali, biologicamente attive. Tutti i sovesci sono capaci di stimolare la proliferazione della microflora terricola che svolge di per sé un’azione di prevenzione e contenimento verso la specializzazione di microrganismi patogeni. Le molecole con specifico effetto biocida sono però prodotte dall’attività radicale e dai composti provenienti dalla degradazione dei tessuti. In particolare si è rilevato che gli essudati delle Brassicacee, risultano repellenti, se non addirittura letali, per alcuni parassiti terricoli, quali nematodi e funghi.
• Funzione estetica. Il sovescio svolge anche un’importante azione estetica. Infatti, al momento della fioritura, se viene effettuata una semina con più essenze, i nostri campi si arricchiscono dei vari colori dei fiori delle diverse specie, come per esempio il rosso del trifoglio incarnato, il giallo delle brassiche o l’azzurro della facelia.
• Aspetto rifugio. Le Graminacee e le Leguminose possono ospitare alcune specie di afidi, che costituiscono fonte di nutrimento per diversi organismi utili, indispensabili per il controllo biologico dei parassiti delle altre colture. Alcune assenze sono importanti per diverse specie d’insetti come rifugio autunnale nelle ore più fredde della giornata e come siti di svernamento. Per quanto riguarda l’entomofauna utile, per esempio, i coleotteri predatori di afidi sono attratti dal favino e dalle consociazioni favino + orzo. In questo caso il sovescio diventa un’infrastruttura ecologica temporanea di grande utilità.
• Azione mellifera. Alcune essenze impiegate come sovescio svolgono un’importante attrazione verso insetti utili come le api e, come nel caso della facelia e della sulla, presentano un elevato potenziale mellifero.
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Nei lunghi anni di esperienza in Italia e all’estero, l’autore ha potuto sperimentare in campo le potenzialità, ma anche i limiti dei
vari modelli produttivi e teorici dell’agricoltura non convenzionale: dal
biologico al
biodinamico, dall’
agricoltura sinergica alla
permacultura, dall’
agricoltura organica rigenerativa, all’
agricoltura del «non fare» proposta da Masanobu Fukuoka.
L’errore più frequente, soprattutto nella fase iniziale di
avvio di un’attività agricola, sostiene l’autore, è quello di sposare pedissequamente uno di questi modelli senza conoscere in dettaglio il metodo stesso, le potenzialità e le caratteristiche del terreno a disposizione.
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