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Blue communities, cosa si muove in Italia

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Preservare l’acqua come risorsa e diritto di tutti: quello delle blue communities è il progetto guidato da CeVI che punta a coinvolgere i territori per ridurre l’impronta idrica  e prendersi cura dell’acqua. L’intervento di Marco Iob, coordinatore delle campagne CeVI a difesa dell’acqua.
Blue communities, cosa si muove in Italia

Il recente Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2023 ci dice che non riusciremo a raggiungere l’Obiettivo 6 dell’Agenda 2030 ovvero quello di «garantire la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari per tutte le persone entro il 2030» rischiando di compromettere la realizzazione di quasi tutti gli altri Obiettivi.
L’Italia non è esente da una serie di gravi problematiche legate all’acqua che vengono documentate dai rapporti dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). La disponibilità di acqua diminuisce del 20% rispetto al valore di riferimento storico; questa riduzione è dovuta agli impatti dei cambiamenti climatici e in particolare alla diminuzione delle precipitazioni. A fronte della diminuita disponibilità aumentano però i prelievi dalle falde acquifere.
Per affrontare seriamente questi problemi dobbiamo cambiare rotta e basare tutte le scelte che riguardano l’acqua su alcuni criteri fondamentali: 
– la salvaguardia dell’acqua e degli ecosistemi dove essa si rigenera quali i fiumi, i laghi, le falde, le zone umide, le lagune, ecc;
– considerare l’acqua un diritto umano e un bene comune da garantire a tutti attraverso una gestione pubblica;
– prevedere priorità d’uso, mettendo al primo posto gli usi domestici;
– adottare metodi partecipativi nelle analisi dei problemi e nelle conseguenti decisioni coinvolgendo tutti i soggetti interessati e i cittadini.
L’alternativa è la competizione per l’uso dell’acqua ovvero la legge del più forte!
Noi crediamo invece nella collaborazione, nella solidarietà e nella cooperazione.
Va in questa direzione l’idea delle Blue communities lanciata da Maude Barlow, esperta mondiale in questioni idriche e intervistata da Terra Nuova nell’aprile del 2021; l’idea nasce con l’intento di responsabilizzare enti locali, cittadini, scuole, gestori pubblici e altri soggetti della comunità a prendersi cura dell’acqua.
Da oltre un anno è partito il progetto «Blue Communities, Giovani promotori di comunità a difesa dell’acqua» guidato dal CeVI – Centro di Volontariato Internazionale con un ampio partenariato. Il progetto si pone in continuità con le iniziative e le lotte svolte in Italia contro la privatizzazione dell’acqua, in particolare con l’esperienza del referendum del 2011 e con le attività che ne sono seguite. L’iniziativa si rivolge principalmente ai giovani dai 14 ai 30 anni nelle regioni coinvolte: Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Sicilia. Nei diversi territori vengono coinvolti gli attori potenzialmente parte delle future Blue communities, la scuola, gli enti locali, i gestori pubblici dell’acqua, le associazioni di categoria, gli enti del terzo settore, oltreché la popolazione. Pochi giorni fa, il 19 marzo il Comune di Udine ha deciso di intraprendere il percorso per diventare una Blue Community, sarà la prima in Italia! Una Blue Community nasce attraverso lo sviluppo di 4 fasi: l’aggregazione e l’avvio del percorso partecipativo, la conoscenza dell’acqua sul proprio territorio, il riconoscimento di essere propriamente una Blue Community e le azioni da mettere in campo per la cura dell’acqua. 
Nel primo anno di progetto sono state realizzate attività formative rivolte agli insegnanti e agli studenti, anche attraverso l’utilizzo l’app  AWORLD, sviluppata dall’omonima organizzazione e riconosciuta dall’ONU, che aiuta a misurare e a ridurre la propria impronta idrica attraverso cambiamenti di comportamenti e di consumi.
Con Cittadinanzattiva abbiamo realizzato e presentato i rapporti sul costo dell’acqua e sulla percezioni che i cittadini hanno sull’acqua. Emergono dati molto interessanti come ad esempio che oltre il 90% del campione si dichiara attento a non sprecare acqua ma al tempo stesso emerge la scarsa consapevolezza del proprio livello di consumo, visto che dichiarano di usare quotidianamente in media 62 litri di acqua, molto al di sotto del consumo medio reale ad abitante indicato da Istat in circa 215 litri al giorno. Per approfondire si possono scaricare il  Rapporto Acqua (2024), le  infografiche e la  presentazione dei risultati della consultazione.
Insieme a Navdanya International sono stati realizzati 5 approfondimenti tematici a supporto delle Blue Communities e che ci forniscono informazioni e chiavi di lettura molto interessanti sui seguenti argomenti: il water grabbing ovvero la sottrazione dell’acqua, il nesso tra acqua e produzione di cibo, l’impatto sull’acqua dell’agricoltura industriale, il diritto all’acqua e un approfondimento speciale su che cos’è una Blue community.  Tutti i rapporti sono consultabili e scaricabili a questo  link.
Il Coordinamento Agende 21 locali italiane sta elaborando una mappatura di azioni e buone pratiche promosse o realizzate dalle città e comuni aderenti, che rientrino nel concetto delle Blue communities o che ne preparino il terreno come il riconoscimento del diritto all’acqua e relativi impegni per concretizzarlo, promozione dell’acqua di rubinetto, riduzione dell’impronta idrica delle città, pianificazione urbana con recupero dell’acqua piovana, regole sulla gestione dell’acqua nei nuovi edifici ed altro. Gli altri partner impegnati nel progetto sono Acquifera, la fondazione “La Locomotiva”, il Gruppo Missioni Africa, H4O Help for Optimism, People Help the People, Solidarietà e cooperazione CIPSI e l’Università di Udine.
Attraverso un lavoro capillare nei territori coinvolti contiamo di poter giungere, entro la fine dell’anno, al riconoscimento di alcune Blue communities in Italia e di porle in relazione con la rete esistente in Europa e nel mondo impegnata contro le privatizzazioni dell’acqua e per la promozione della cultura dell’acqua bene comune, della sua gestione pubblica e della cooperazione per la sua salvaguardia.
Ulteriori materiali e maggiori informazioni si possono trovare sul  sito dedicato al progetto Blue Communities.
Il progetto AID 012618/04/01 è co-finanziato dall’AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.
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Marco Iob da oltre 20 anni coordina, nell’ambito del CeVI, campagne nazionali e internazionali a difesa dell’acqua; ha collaborato alla fondazione del CICMA (contrattoacqua.it), del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, della European Water Movement e all’organizzazione dei Forum Alternativi Mondiali dell’Acqua.
Per maggiori informazioni:  www.cevi.ngo – marco.iob@cevi.ngo
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