Parte il 6 luglio il tour di Jovanotti che porterà i suoi concerti sulle spiagge italiane, tour confermato malgrado le forti proteste che si sono levate dagli ambientalisti del Comitato nazionale di Conservazione Fratino, di Lipu, Italia Nostra, e da personaggi come Messner. L’accusa: i lavori di preparazione e gli eventi danneggeranno l’habitat del Fratino, uccello in via d’estinzione nel nostro Paese.
«A pochi giorni dal debutto del tour, che partirà da Lignano Sabbiadoro il 6 luglio, non si può che parlare di disastro annunciato, nonostante gli appelli ripetuti di Comitato nazionale di Conservazione Fratino, Lipu, Italia Nostra, e gli interventi autorevoli di personaggi come Messner»: sono le parole di Franco Sacchetti, impegnato da anni con i Comitati in difesa del Fratino, specie di uccello in via di estinzione. Sacchetti è anche autore del volume tematico
“Fratini d’Italia” (Terra Nuova Edizioni), che spiega proprio la situazione di rischio del Fratino.
«Nel New Jersey una serie di concerti è stata annullata per la presenza, a circa un chilometro dal palco, del nido di un limicolo a rischio di estinzione, come il Fratino; ma qui in Italia niente da fare, si va avanti – prosegue Sacchetti – E quel che più stupisce è che Jovanotti si dichiara ambientalista e ha organizzato il tour in collaborazione con il Wwf. Le rassicurazioni del cantante che che tutto si sarebbe svolto a nidificazione avvenuta contrastano, per esempio, con la presenza di 5 pulli nella spiaggia di Miramare a Rimini, luogo di uno dei concerti; uccelli che non saranno ancora in grado di volare quando cominceranno i lavori di preparazione dell’area fra pochi giorni. Eppure sarebbe bastato semplicemente consultare gli attivisti locali, per verificare i dati di nidificazione e optare per un’altra spiaggia».
Le critiche degli ambientalisti
L’annuncio, avvenuto nel mese di dicembre 2018, che Jovanotti avrebbe realizzato il Jova Beach Party sulle spiagge aveva sollevato nel mondo ambientalista un quasi unanime fronte di critiche, legate all’uso improprio delle spiagge, «che vanno a sostituire gli stadi e i palasport, e al timore che la dimensione stessa dell’evento (nel sito ufficiale di Jovanotti si parla di “Più di un concerto, più di un tour, più di una festa. Sarà un vero e proprio villaggio itinerante. Gigante, mastodontico, in riva al mare”) avrebbe contribuito a danneggiare delicati ecosistemi dunali e spiagge già minacciate dal fenomeno dell’erosione» prosegue Sacchetti.
«Le dichiarazioni di Jovanotti erano state rassicuranti: “Lasceremo le spiagge più pulite di come le abbiamo trovate!”. Ma non è palesemente contraddittorio sensibilizzare sul fragile ecosistema costiero portandovi 40.000 persone per un concerto altamente impattante anche a livello acustico? – spiega ancora Sacchetti – Ma la scelta dei siti e delle date del tour era inoltre risultata particolarmente infelice, nonostante il Wwf dovesse vigilare sugli aspetti naturalistici della questione. L’inclusione tra le aree del concerto di habitat dunali protetti e siti storici di nidificazione di varie specie in periodo riproduttivo, tra cui Fratino, Corriere Piccolo e Caretta Caretta, la presenza di aree S.I.C. in stretta prossimità di alcune localizzazioni dell’evento non hanno fatto che intensificare proteste e attivismo. Con successo, nel caso del concerto previsto sulla spiaggia di Torre Flavia, a Ladispoli, dove il comitato No Party ha costretto lo staff del cantante a fare marcia indietro e a dirottare il concerto sulla vicina Cerveteri, al di fuori del perimetro del Monumento naturale di Torre Flavia. A Fermo, invece, luogo storico di nidificazione del fratino l’evento era stato posticipato al 3 agosto, di circa un mese, per rispettare i tempi di nidificazione del fratino. Ma questo non è bastato, anche perché rispetto alle prime date si era venuta ad aggiungere in extremis quella del Lido degli Estensi, un luogo particolarmente fragile e pregiato naturalisticamente, al pari di Torre Flavia».
«Luoghi fragili, troppo l’impatto»
«La volontà di realizzare il tour in siti non deputati a eventi di questo tipo pone inoltre problemi generali di adeguamento dei luoghi che possono comportare necessarie e impattanti bonifiche – prosegue Sacchetti – oltre a sollevare problemi relativi alla sicurezza dell’evento. Se a Castel Volturno parte del sito del concerto è stato sequestrato per bonifiche illegali, a Vasto la prefettura ha bocciato il piano di sicurezza poiché nella valutazione di incidenza realizzata è stata omessa la presenza di un fosso, il cosiddetto Fosso Marino. Nella stessa località la necessità di spostare un Luna Park ha tra l’altro già compromesso la nidificazione del Fratino, come al Lido degli Estensi dove per i lavori preliminari al concerto è stato presentato un esposto dall’Asoer».
«Danno ambientale ingente a Cerveteri dove ettari di vegetazione e habitat dunale, probabilmente interessato da nidificazioni di Cappellaccia e Beccamoschino, sono stati rimossi, per livellare l’area e predisporla ad uso concerto. Danni forse irreversibili per una sola giornata di divertimento – dice ancora Sacchetti – Con questi precedenti, si rischia di dare il via a stagioni di megaeventi su spiagge, boschi e montagne, riducendo la natura a un palcoscenico per il nostro diporto. Restano anche perplessità sulla questione economica. A Vasto ha suscitato scandalo la richiesta di 80.000 euro di fondi pubblici da utilizzare per i lavori relativi al concerto, e a Roccella Jonica figura da delibera comunale la richiesta di aiuti finanziari. Ci si chiede perché un evento privato, che prevede un costo di 52 euro a biglietto, più l’indotto del villaggio interno, debba gravare sulla collettività».