Sono state ormai superate le 500.000 firme per il referendum sulla cannabis promosso da un gruppo di associazioni nazionali. Ora, una volta completato l’iter, verrà previsto il voto nella primavera 2022. Si tratta della prima raccolta firme italiana per un referendum avvenuta interamente online sul sito referendumcannabis.it.
Sono state ormai superate le 500.000 firme per il referendum promosso da un gruppo di associazioni nazionai. Ora, una volta completato l’iter, verrà previsto il voto nella primavera 2022. Si tratta della prima raccolta firme italiana per un referendum avvenuta interamente online sul sito referendumcannabis.it.
«Il referendum per la legalizzazione della cannabis è una questione sociale che incide su molteplici aspetti delle vite delle persone: la libertà individuale, la giustizia, le imprese, la salute ma soprattutto un’informazione corretta –
ha commentato Marco Perduca dell’associazione Luca Coscioni – Basti pensare che secondo l’Istat, in Italia 6 milioni di persone fanno uso di cannabis ogni anno. Inoltre, avrebbe un impatto significativo sull’amministrazione della giustizia e sul sovraffollamento delle carceri italiane: in Italia ci sono 235mila procedimenti penali in corso per violazione della legge sugli stupefacenti, di cui una buona metà si può ipotizzare siano legati alla cannabis, mentre circa un terzo della popolazione carceraria è costituita da persone detenute per reati correlati alle droghe».
«Le 500.000 firme raggiunte sul referendum cannabis legale sono una spinta significativa per abbandonare politiche che arricchiscono le mafie, intasano i tribunali e tolgono energie alle forze dell’ordine – ha aggiunto Marco Cappato sempre dell’associazione Luca Coscioni – Centinaia di migliaia di persone stanno per offrire al popolo italiano e alle istituzioni l’occasione per affrontare il tema delle droghe, della sicurezza e della salute con ragionevolezza e attenzione ai fatti e alla scienza, deponendo le armi dell’ideologia e della violenza di Stato. Il totale silenzio dei capi dei grandi partiti, così come sta accadendo per il referendum eutanasia legale, è un segnale preoccupante non tanto per i referendum, quanto per lo stato di salute della nostra democrazia e di partiti ormai sempre più autoreferenziali, ridotti fare il tifo pro o contro le decisioni di Draghi».