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Dissequestrato il materiale degli esperti di nanoparticelle Gatti e Montanari

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Il Tribunale del Riesame di Reggio Emilia ha disposto il dissequestro e la restituzione di computer e materiale ai dottori Antonietta Morena Gatti e Stefano Montanari, ai quali erano stati sequestrati documenti di vent’anni di ricerca lo scorso 22 febbraio. L’Associazione “Vita al microscopio”, che supporta il loro lavoro, dichiara: «Le accuse nei loro confronti sono state archiviate perché non sussiste il reato di truffa di cui erano stati accusati».
«Il Tribunale del Riesame di Reggio Emilia, dopo esattamente 21 giorni – cioè il 15 marzo scorso – ha emesso il documento che garantisce il dissequestro di tutti i computer e del materiale informatico e non dei dottori Gatti Antonietta Morena e Montanari Stefano e ora, a distanza di quasi 4 settimane, tutto viene restituito»: lo dichiara l’Associazione “Vita al microscopio” che da tempo supporta il lavoro di ricerca dei due scienziati che si occupano di nanoparticelle.
Il sequestro era avvenuto il 22 febbraio scorso da parte della Guardia di Finanza, durante una perquisizione al laboratorio Nanodiagnostics di Modena e dell’abitazione dei due ricercatori.
«Sono state settimane di inferno – spiega il dottor Montanari – siamo stati vilipesi e diffamati dai media, l’attività del laboratorio si era bloccata, ci avevano portato via i dati di vent’anni di ricerche. Ora almeno si saprà che le accuse nei nostri confronti sono infondate».
«La perquisizione – spiega l’associazione – era avvenuta a seguito della denuncia depositata dall’Ass.ne “Carlo Bortolani Onlus” di Reggio-Emilia, dove venivano accusati i soggetti Gatti e Montanari di tentata truffa. La perquisizione aveva coinvolto tutto il materiale e gli strumenti con cui i coniugi Montanari hanno condotto le loro ricerche scientifiche nel corso dei lunghi anni di attività, rei – secondo la Bortolani – di aver usufruito del microscopio per scopi di lucro, nonché richiedendo rimborsi spese per i viaggi a Pesaro (ove è ubicato il microscopio elettronico) che non sarebbero loro spettati. Per verificare questo ipotetico reato di tentata truffa, la Procura, che ha agito con grande professionalità, ha disposto il sequestro di computer e supporti informatici in possesso e di proprietà dei due ricercatori e pure di documentazione cartacea».
Il tribunale del riesame però ha disposto il dissequestro di tutto il materiale.
«Dai fatti – prosegue l’associazione – si può facilmente evincere come il Tribunale abbia archiviato il caso perché il reato di cui i ricercatori sono stati accusati non sussiste».
«Questa nuova, e speriamo ultima, conclusione per insussistenza di fatti e accuse sancisce ancora una volta la trasparenza e la professionalità di questi due ricercatori» continua l’associazione, che aggiunge: «Ciò che ci auguriamo è che questa operazione di concerto tra Procura della Repubblica e Guardia di Finanza sia servita per mettere una volta per tutte la parola fine ad una situazione obiettivamente insostenibile e senza dubbio deleteria per tutti coloro che beneficiano dei risultati delle ricerche, e restituisca non solo i mezzi tecnici minimi indispensabili ai due ricercatori ma renda loro la serenità alla quale hanno diritto dopo tanto linciaggio morale».
«La verità che pare emergere, piuttosto, è che le ricerche dei dottori Gatti e Montanari danno fastidio. Questo è il motivo per il susseguirsi, senza sosta, di inventate e calunniose accuse prive di ogni tipo di fondamento» conclude “Vita al microscopio”.

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