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Fondazione Einaudi: «Covid, da Tar Lazio sì ad accesso agli atti a base dei DPCM»

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Il TAR del Lazio ha accolto il ricorso presentato dai giuristi della Fondazione Einaudi contro il rifiuto di accesso agli atti opposto dal Governo sui verbali del comitato tecnico scientifico posti a base dei Dpcm emessi durante il lockdown, di cui avevano chiesto copia.
Fondazione Einaudi: «Covid, da Tar Lazio sì ad accesso agli atti a base dei DPCM»
Il TAR del Lazio ha accolto il ricorso presentato dai giuristi della Fondazione Einaudi contro il rifiuto di accesso agli atti, opposto dal Governo sui verbali del comitato tecnico scientifico, posti a base dei Dpcm emessi durante il lockdown, di cui avevano chiesto copia.
Gli avvocati della Fondazione (Todero, Pruiti Ciarello e Palumbo) avevano chiesto che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte rendesse disponibili i verbali del comitato tecnico scientifico.
In tali Dpcm, le misure restrittive di diritti e libertà di rango costituzionale, imposte agli italiani – si legge in una nota rilanciata dall’Ansa -, risulterebbero motivate sulla scorta delle valutazioni operate dal Comitato Tecnico Scientifico. I verbali che contengono quelle valutazioni, nonostante siano riportate in tutti i Dpcm come motivazione e giustificazione di quegli atti, non sono mai stati pubblicati dal Presidente del Consiglio dei Ministri.
I tre giuristi hanno così “ritenuto necessario chiedere la copia di quei verbali, attraverso l’accesso generalizzato agli atti amministrativi, al fine di consentire agli italiani di conoscere le vere motivazioni per le quali, durante l’epidemia da Covid-19 sono stati costretti in casa, anche in quelle regioni o in quei territori dove non si sono registrati casi di infezione ma il Governo, e per esso il Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, si è rifiutato di consegnare quei verbali”.
Gli avvocati, spiega la nota della Fondazione Einaudi, hanno quindi costituito un comitato promuovendo il ricorso al TAR del Lazio contro il provvedimento con il quale era stato negato l’accesso agli atti.
Il provvedimento del tribunale amministrativo, “che aderisce completamente alle tesi dei ricorrenti”, sottolineano nella nota, “ha stabilito che l’accesso a quei verbali del comitato tecnico scientifico va consentito poiché “se l’ordinamento giuridico riconosce, ormai, la più ampia trasparenza alla conoscibilità anche di tutti gli atti presupposti all’adozione di provvedimenti individuali o atti caratterizzati da un ben minore impatto sociale, a maggior ragione deve essere consentito l’accesso ad atti, come i verbali in esame, che indicando i presupposti fattuali per l’adozione dei descritti Dppcm, si connotano per un particolare impatto sociale, sui territori e sulla collettività”.
Gli avvocati hanno sostenuto che la conoscenza di quei verbali deve essere garantita a tutti i cittadini, perché necessaria all’esercizio dell’ordinario controllo politico-democratico. Il TAR, aderendo a quanto richiesto, ha stabilito che l’accesso agli atti richiesto dai ricorrenti “oltre a favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche, ha anche la finalità di promuovere, come nel caso in esame, la partecipazione al dibattito pubblico”.
“Siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto – dichiarano gli avvocati Todero, Pruiti Ciarello e Palumbo – perché adesso possiamo, come cittadini italiani, conoscere le motivazioni in base alle quali il Presidente del Consiglio ha così fortemente compresso i diritti costituzionali di milioni di persone. Non appena il Governo ci consegnerà quei documenti, li renderemo pubblici, perché in una matura democrazia liberale i cittadini hanno il diritto di conoscere gli atti dei loro governanti e il diritto/dovere di giudicarli politicamente. Solo chi ha paura del giudizio dei cittadini si può opporre a che questi siamo informati e consapevoli”, concludono

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