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Ken Loach scrive ai lavoratori della GKN

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Il regista britannico Ken Loach ha inviato una lettera ai lavoratori del Collettivo di fabbrica GKN, in vista del festival della letteratura Working Class organizzato dal Collettivo stesso. E l’attore e regista Elio Germano ha inviato un videomessaggio di sostegno.
Ken Loach scrive ai lavoratori della GKN

I lavoratori della GKN di Campi Bisenzio (Firenze) da due anni lottano per difendere il loro posto di lavoro e presidiano gli impianti per impedirne lo smantellamento. In vista del festival della letteratura Working Class, organizzato dal Collettivo dal 5 al 7 aprile, è arrivata la lettera di Ken Loach, regista, sceneggiatore e attivista britannico che ha dichiarato il proprio sostegno ai lavoratori.
Ecco il testo della lettera.
«Care compagne e cari compagni,
purtroppo non posso unirmi a voi per il Festival, ma è un privilegio mandare un messaggio di sostegno alla straordinaria iniziativa che i lavoratori e le lavoratrici della ex Gkn di Firenze hanno intrapreso. Questa vertenza mostra chiaramente che la working class ha il talento, l’immaginazione e la determinazione per poter pianificare la produzione dei beni di cui abbiamo bisogno e che ci serviranno per molti anni in futuro. Capisce la necessità di proteggere l’ambiente, sia per quanto riguarda la manifattura di questi beni, che per il loro utilizzo. I lavoratori e le lavoratrici di ogni grado, da coloro che svolgono lavori manuali ai manager, avrebbero un impiego sicuro, una retribuzione adeguata e condizioni che permettano a ognuno di vivere vite all’insegna della dignità e della sicurezza. Si tratta di qualcosa che le grandi imprese e aziende non garantiscono mai. Il loro successo dipende dal ricavare profitto dal lavoro altrui. Questo genera enormi diseguaglianze, ricchezza per pochi e salari da fame per molti. La lotta della ex Gkn dimostra che questi sfruttatori hanno bisogno di noi, ma noi non abbiamo bisogno di loro.
Il progetto ex Gkn è all’avanguardia sotto diversi punti di vista. Le lavoratrici e i lavoratori si intrecciano con la ricerca accademica per il bene comune, creando una sfida per il modello di ricerca esistente. La conoscenza dovrebbe essere nostra, da condividere, affinché tutti noi ne possiamo beneficiare senza che sia appannaggio di chi fa profitto. Mettere insieme una cooperativa di lavoratori e lavoratrici significa avere una seria organizzazione sostenuta dalla comunità nel suo complesso per rendere questo incredibile progetto una realtà. Marciamo dietro le bandiere della solidarietà e dell’unità. Avete il diritto di chiedere che ciò diventi realtà. Avete diritto ad avere il sostegno attivo e concreto dei sindacati progressisti e dei partiti politici sia italiani che internazionali. State dando un esempio che tutti e tutte noi dobbiamo seguire. Spero che questi legami si creino e che altri riconoscano la serietà e l’importanza di ciò che state facendo. Con i più calorosi auguri di tenere saldi i vostri principi e rimanere forti come siete ora.
Solidarietà, Ken Loach»
I lavoratori della GKN sono riusciti a costruire attorno alla loro vicenda una rete di sostegno e di solidarietà e hanno raccolto 17.000 adesioni al progetto di riconversione della fabbrica. Hanno coinvolto ricercatori universitari e realtà del mondo della solidarietà. Il piano di reindustrializzazione verte sulla produzione di pannelli fotovoltaici, di batterie e di cargo bike a ridotto impatto ecologico, oltre che sul progetto di formare una comunità energetica locale. 
Anche l’attore Elio Germano ha inviato il suo messaggio a sostegno del Festival.
«Si dice che i vinti non scrivano la storia. E siccome vogliono gli operai vinti, bisogna che la working class non scriva la propria storia. E forse per questo chi licenzia, precarizza e delocalizza vede in un Festival di Letteratura Working Class una terribile minaccia – dice Germano – Con il precariato e il taglio del reddito si toglie ai lavoratori il tempo di coltivare il loro immaginario collettivo. Rimangono in un eterno presente di sopravvivenza. La working class invece per rialzarsi ha bisogno di prendere parola, di riprendersi le proprie parole. E poi scrivere, immaginare, prendersi cura del proprio immaginario. Oggi il Festival di Letteratura Working Class è parte della lotta in difesa di una fabbrica, la ex Gkn, ed è strumento dell’assemblea permanente più lunga della storia del movimento operaio italiano. Minacciano denunce e repressione contro questa classe operaia che – pur licenziata, affamata e stanca – osa parlare di convergenza e transizione climatica, di letteratura e immaginario collettivo. Il Festival deve vivere, la lotta deve vivere, l’immaginario working class deve vivere. Per questo il Festival di Letteratura Working Class non va solo frequentato, va difeso, per rivendicare il diritto al pane e alle rose”.
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