Vai al contenuto della pagina

Camilla: verso un emporio cooperativo, partecipativo e solidale a Bologna.

homepage h2

Un nuovo progetto di consumo critico e solidale, realizzato da Alchemilla GAS e dall’Associazione Campi Aperti.
Non ci stancheremo mai di ripeterlo: fare la spesa è un po’ come andare a votare. A volte non ce ne rendiamo conto, perché il viaggio dei prodotti che consumiamo è così diluito nel lungo percorso che si frappone fra il produttore e il consumatore da farci perdere di vista l’impatto che questi hanno sulla realtà in cui viviamo. Quando scegliamo di acquistare un alimento coltivato senza pesticidi e senza sfruttamento di animali o persone, non si tratta solo di una scelta salutista, ma stiamo affermando il nostro no di fronte a un’industria del cibo sempre più malsana, che inquina e alimenta meccanismi di lavoro non dignitoso.
“Per invertire la rotta e virare verso un nuovo modello socio-economico, occorre partire da ciò che possiamo decidere direttamente e dalla nostra capacità di fare e di creare alleanze tra i diversi soggetti che – in ogni punto della catena economica – subiscono le conseguenze di un’economia perversa”.
È con questi principi che Alchemilla GAS (il principale Gruppo di acquisto solidale di Bologna) e Campi Aperti (Associazione di produttori biologici e contadini del territorio) lanciano Camilla, il nuovo progetto di consumo critico e solidale.
Il progetto prevede la costituzione di un emporio per distribuire prodotti alimentari di qualità e a prezzi contenuti, grazie alla gestione cooperativa a ciclo chiuso, in cui ogni socio partecipa attivamente impiegando una piccola parte del proprio tempo.
Questo meccanismo permetterà un accesso quotidiano ai beni e la possibilità di scegliere fra una gamma sempre più vasta, in modo da coprire tutti i bisogni dei soci, prediligendo l’agricoltura locale, biologica, eco-sostenibile e contadina; il rapporto diretto con il produttore, le filiere partecipate e i progetti volti a ridurre le diseguaglianze economiche e a implementare i diritti dei lavoratori.
Il modello si ispira a realtà già consolidate in altri paesi, come La Louve a Parigi, Bees a Bruxelles o Park slope food coop a New York, una delle prime realtà di questo tipo, esistente già dagli anni ’70 e che oggi raccoglie circa 15.000 soci.
Questi spazi si sono affermati nel tempo come luoghi di scambio non solo di prodotti, ma anche di socialità, in cui si alternano approfondimenti, momenti conviviali e attività volte a coinvolgere il vicinato e le sue comunità, anche con la scelta di ingredienti appartenenti a cucine dei diversi Paesi da inserire nel paniere dell’emporio.
“Nel sogno c’è tutto questo” spiega Giovanni Notarangelo, fra i soci attivi nel processo costitutivo di Camilla e continua ”non ci interessa fare un ennesimo supermercato, ce ne sono già anche troppi: l’idea è che intorno al consumo quotidiano possa nascere un coinvolgimento diretto di tutti noi, in modo da far dischiudere le tantissime potenzialità di un progetto come questo. Per metterlo in pratica però abbiamo bisogno di essere in tanti”.
Sabato 30 settembre, alle ore 16, presso il Centro interculturale Zonarelli (via Giovanni Antonio Sacco, 14) a Bologna, si terrà un incontro per presentare il progetto e raccogliere adesioni.
Per informazioni:

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!