Salviamo Wirikuta, cuore sacro del Messico
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Basti pensare che, proprio sul suo territorio, hanno origine le maggiori sorgenti d’acqua della regione.
Questo inestimabile tesoro, come già altri presenti sul nostro Pianeta, rischia di venire depauperato delle sue risorse e distrutto dagli interessi economici di alcune imprese transazionali, che in esso hanno visto una fonte di sicuro e duraturo profitto. Forti della connivenza dello stesso
governo, che in barba alla sopravvivenza delle popolazioni locali e all’integrità del territorio privilegia i loro interessi, stanno operando su
quasi il 70% della zona.
Wirikuta possiede numerose riserve inerarie, tra cui oro e argento, e si presta bene alla coltivazione intensiva di pomodori. Una delle minacce più serie è rappresentata proprio dall’estrazione dei minerali, che le imprese eseguono con il cosiddetto «taglio a cielo aperto», una tecnica ad altissimo impatto ambientale che genera devastazioni di enorme portata.
Non meno grave è il danno prodotto alle imprese agro-industriali che, non curanti della sacralità del luogo, stanno distruggendo diversi appezzamenti
di terreno per piantare i loro pomodori, senza aver neanche presentato alcuno studio sull’impatto ambientale delle loro attività agli uffici competenti. Eppure, è a rischio una zona di grandissimo valore ambientale, dove crescono alcune delle piante protette dalla legge messicana, come il peyote e altri tipi di cactus a rischio di estinzione. Per non parlare della grave siccità registrata negli ultimi anni nella regione, che è effetto proprio di questo scriteriato sfruttamento del suolo.
Proprio di fronte a questa triste vicenda, molte persone in tutto il mondo si stanno prodigando per aiutare Wirikuta e il suo popolo. Anche in Italia si può agire in questo senso. In rete è possibile firmare una petizione per sensibilizzare l’Unesco affinché intervenga in favore dei diritti del popolo wixarika e si attivi per fermare questa devastazione. Ma non solo, la volontà e la richiesta è anche quella di inserire Wirikuta nei siti Patrimonio dell’Umanità.