Lo scorso aprile il Governo ha trasmesso il testo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) alla Commissione europea, ma quanto riportato a proposito del 5G suona tutt’altro che rassicurante.
Quando alla fine dello scorso aprile il Governo ha trasmesso il testo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) alla Commissione europea, dopo l’approvazione del documento da parte di Camera e Senato, ne ha anche reso pubblica la versione integrale. E riguardo al 5G, tema su cui si erano incentrate le proteste di diversi comitati e movimenti per la temuta revisione al rialzo delle soglie limite dell’elettrosmog, non è stata introdotta menzione espressa di un innalzamento del parametro, che oggi si attesta sui 6 volt/metro.
Il timore di un drastico aumento della possibilità di esposizione dei cittadini aveva motivato gli appelli di tante persone, soprattutto dopo che la commissione parlamentare trasporti e telecomunicazioni aveva sollecitato misure in tal senso, scrivendo nel parere al PNRR: «Si valuti l’opportunità di adeguare gli attuali limiti italiani sulle emissioni elettromagnetiche a quelli europei»1.
PNRR: non si abbassi la guardia
Le proteste sono quindi rientrate e i toni si sono abbassati. Eppure, la dicitura inserita nello stesso PNRR suona tutt’altro che rassicurante. A pagina 16 del testo pubblicato sul portale del Governo2 si legge infatti: «Un primo obiettivo è offrire una connettività omogenea ad alta velocità in tutto il paese per residenti, aziende, scuole e ospedali. Per farlo è necessario utilizzare tutte le tecnologie più avanzate (Fibra, FWA7, 5G) e adattare il quadro normativo in modo da facilitarne l’implementazione».
«Non è molto difficile comprendere come la questione resti quindi apertissima e come la generica dicitura introdotta nel PNRR si presti di fatto ad accogliere qualsivoglia modifica alla normativa attuale verrà ritenuta necessaria per centrare l’obiettivo della piena diffusa del 5G che il Governo si è prefissato» ha spiegato il dottor Pietro Comba, già dirigente di ricerca dell’Istituto superiore di sanità ed esperto sul tema.
«L’attuale normativa potrebbe di fatto rendere più difficoltosa la costruzione della rete 5G, asso nella manica del ministro Colao» aggiunge la dottoressa Fiorella Belpoggi, direttrice dell’Istituto Ramazzini. Lo stesso Colao ha riconosciuto che il tema è impopolare, ma che «bisogna garantire il numero necessario di antenne». «Il 5G, a differenza delle precedenti tecnologie, 2G e 3G, necessita dell’installazione di un numero elevato di antenne radiomobili, ma quello che importa è che rispettino i limiti di 6 V/m» conclude Belpoggi.
Ora si tratterà di capire come si procederà operativamente e di quali contenuti effettivi verranno «riempiti» gli obiettivi e gli intenti.
L’inchiesta sui rischi
Intanto il Movimento Alleanza Stop 5G, uno dei gruppi più attivi su questo tema in Italia, sta continuando a far sentire la propria voce attraverso incontri e mobilitazioni per rivendicare una maggiore tutela per i cittadini e una maggiore prudenza nella diffusione di una tecnologia di cui non si conoscono appieno ancora tutti i rischi.
E il portavoce, Maurizio Martucci, è l’autore di un’ampia e approfondita inchiesta proprio sui
potenziali impatti del 5G su salute e ambiente, dal titolo
#Stop 5G, pubblicata da Terra Nuova; ha inoltre raccolto documenti, studi e ricerche ricostruendo così i rapporti anche economici che hanno portato alla scelta di
potenziare le tecnologie wireless lanciando appunto la copertura dei territori con
antenne 5G. Il libro dà quindi voce a un movimento forte e diffuso che chiede maggiore tutela e il
rispetto del principio di precauzione, svelando i retroscena di un affare di dimensioni colossali.
________________________________________________________________________
Articolo tratto dalla rubrica
#Ecologia informatica
POTREBBE INTERESSARTI
Cosa sappiamo davvero del
5G e dei suoi effetti?
Smart city,
intelligenza artificiale, wi-fi irradiato dai satelliti,
robotica e automazione, raccolta e
controllo dei nostri dati… tutto questo verso quale futuro ci sta traghettando? Vogliamo veramente essere trasportati
nell’era del cosiddetto transumanesimo?
Il giornalista Maurizio Martucci, passando in rassegna documenti inediti, studi, dichiarazioni di politici e di esponenti di spicco delle telecomunicazioni, ricostruisce le origini, le relazioni, i conflitti d’interesse e i pericoli del presente e del futuro ipertecnologico.
Un libro-inchiesta di stringente attualità che dà voce ai cittadini, agli esperti, ai medici e agli scienziati che si sono impegnati per evidenziare i lati oscuri del wireless di quinta generazione e del capitalismo della sorveglianza in cui ci stiamo abituando a vivere.
Nessuno è poi in grado di prevedere quali saranno gli effetti dell’accumulo così elevato di radiofrequenze sull’ambiente e la salute dell’uomo e degli animali. Allora perché non far valere il sacrosanto principio di precauzione, che dovrebbe essere applicato a ogni nuovo prodotto per limitarne la diffusione fino a quando non ci sono prove certe della sua innocuità?
Purtroppo con il 5G questo non sta accadendo, con il rischio di trasformare tutti noi in cavie inconsapevoli di un esperimento su larga scala.
SFOGLIA UN’ANTEPRIMA DEL LIBRO