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Agricoltura biodinamica: fare il compost

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Uno degli obiettivi dell’agricoltura biodinamica è mantenere il ciclo della fertilità: le piante assorbono, rilasciano e riassorbono nutrienti in ogni stagione. Fare il compost è essenziale per questo processo e inoltre permette di riciclare i residui organici. Le foglie cadute, le erbacce, l’erba tagliata e le potature si decompongono naturalmente nella materia da cui sono nate: terra viva, ricca e scura.

I principi base

Gli scarti della cucina e del giardino, e il letame animale impiegano da 2 a 6 mesi per decomporsi. Tuttavia, il tempo esatto dipende dalla composizione del cumulo del compost e dall’andamento atmosferico.
Il compostaggio prende avvio con i batteri, che per primi iniziano a decomporre i vari ingredienti del cumulo. In questa fase, la pila si scalda a una temperatura tra i 40 e i 55°C, sufficiente a devitalizzare la maggior parte dei semi di infestanti. Dopo questa fase calda, la pila comincia a raffreddarsi, mentre i batteri muoiono e i funghi prendono il sopravvento. Aiutati dai lombrichi, riplasmano la materia organica in un materiale più scuro, che profuma di terra ed è ricco in humus: il compost.

Preparazione del sito

Per fare il compost, abbiamo bisogno di molti lombrichi, quindi scegliamo un sito adatto a loro: ombreggiato, riparato e con un suolo ben drenante. Deve essere anche un luogo facilmente accessibile, così che i viaggi regolari al cumulo con il materiale raccolto nell’orto e nel giardino non diventino gravosi. Se non abbiamo spazio per una pila del compost, una vermiera non più grande di un piccolo acquario è un’altra valida opzione per compostare gli scarti della cucina. I lombrichi decomporranno tutti gli scarti alimentari, carne compresa, producendo delle deiezioni friabili e terrose assieme a del concime liquido.

Il cumulo di compostaggio

Il compost va allestito direttamente sul terreno, così che i lombrichi possano accedervi. Se abbiamo tanto materiale da compostare, possiamo semplicemente creare una pila aperta, alta fino alla vita o al petto e larga quanto desideriamo. Cumuli più piccoli e più bassi faticano a scaldarsi adeguatamente, pertanto, se abbiamo poco materiale, è meglio usare una compostiera. Ce ne sono di diversi tipi, tra cui quelle realizzate con assi di legno, compostiere di plastica con coperchio e base aperta, o contenitori che si possono capovolgere per miscelare il compost e accelerarne la decomposizione.
Idealmente, dovremmo avere tre pile: una per il materiale fresco; una attiva; e una con il compost già pronto per l’uso. In alternativa, si può allestire una sola pila e aggiungere via via il materiale, finché non si forma il compost alla base.

Gli ingredienti giusti

Un buon compost ha bisogno di un giusto equilibrio di materiali legnosi, ricchi di carbonio, come paglia, potature triturate e segatura, e di materiali più teneri e verdi, ricchi di azoto, come letame, foglie, sfalci verdi e scarti della cucina. Il letame, in particolar modo quello bovino, è l’ingrediente migliore da aggiungere per via del potente effetto rigenerativo che il sistema digerente dell’animale esplica sull’erba ingerita. Aggiungere un secchio di letame bovino al cumulo gli conferisce una maggiore potenza.
Per fare ciò, diluiamo una manciata di letame in un secchio d’acqua e lasciamoci macerare dentro gli ingredienti secchi, come le potature, prima di aggiungerli al compost. Gli agricoltori biodinamici vi uniscono anche sei preparati speciali per accelerare la formazione del compost.

Prendersi cura del compost

Un buon compost ha bisogno della giusta quantità di aria, acqua e calore, a seconda del contenuto della pila stessa. Se è troppo compatto e intriso d’acqua, il compost rimane freddo, asfittico, viscido e maleodorante: un rischio che si corre spesso se l’erba tagliata è impilata troppo compattata. Aeriamo, dunque, o rivoltiamo completamente la pila con un forcone spezzandone i grumi.
I cumuli che si scaldano troppo, invece, producono un compost asciutto e polveroso, specialmente se realizzato con spessi strati di paglia asciutta e poco altro. In questi casi è necessario bagnare la pila o rifare il cumulo aggiungendo sottili strati di fieno, inzuppato nel letame, intervallati con un po’ di terra, erbacce fresche e vecchie foglie di consolida, ortica o di qualche albero.
Il compost, una volta pronto dovrebbe avere un colore scuro e profumare di terra e una sua manciata, se serrata in un pugno, non dovrebbe né polverizzarsi né rilasciare acqua.

Produrre il terriccio

Un terriccio fine può essere prodotto compostando le zolle d’erba estratte in autunno dalle aiuole in cui semineremo in primavera. Le zolle, complete di foglie, radici e terra, vanno impilate alternandole a strati di letame e di fieno, intriso di letame. La pila va compattata con cura in modo da eliminare eventuali sacche d’aria e irrorata con un set di preparati biodinamici per compost. La primavera successiva, la pila si sarà decomposta formando un fine terriccio utile per i rinvasi.
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Articolo tratto dal libro Orto e frutteto biodinamico

Orto e frutteto biodinamico è un manuale pratico che con un linguaggio semplice e preciso, e con l’aiuto di moltissime illustrazioni, prende per mano il lettore e lo guida all’uso di quella che è insieme una tecnica e una filosofia applicate all’agricoltura.
I primi due capitoli spiegano i principi dalla biodinamica, con ricette e indicazioni per impiegare nove preparati (cornoletame, cornosilice, achillea, camomilla, ortica, corteccia di quercia, tarassaco, valeriana, equiseto), la pasta per tronchi, il cumulo letame e altro ancora.  
A seguire 70 schede relative alla coltivazione di ortaggi e alberi da frutto comuni nel nostro paese.

 

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