I miti sull’allattamento sono infiniti e se ne sentono sempre di nuovi; i più assurdi e fantasiosi sono facilmente smascherabili, ma qualcuno può rivelarsi molto insidioso e subdolo e più degli altri può mettere a repentaglio l’avvio e la durata dell’allattamento. Vediamo alcuni dei cosiddetti «falsi miti» e quali invece i suggerimenti e le informazioni utili perché l’allattamento al seno possa essere efficace.
Doppia pesata e controllo pannolini No alla pesata prima e dopo la poppata. Riguardo ai pannolini, ci dicono che il bambino non è disidratato e quindi questa verifica ci dà una certa tranquillità. Per sapere però se il bambino cresce secondo le sue potenzialità, e quindi di conseguenza se il seno è stimolato adeguatamente, è bene anche controllare l’aumento ponderale settimanale.
Se il bambino dorme significa che ha mangiato abbastanza e non va svegliato Nelle prime settimane di vita potrebbe essere troppo debole per richiedere il seno se non mangia abbastanza, se è nato prima del termine o se ha l’ittero. Gli elementi concreti per valutare un trasferimento adeguato di latte sono: la mamma non prova dolore durante la poppata, i pannolini bagnati e sporcati (dal quinto-sesto giorno almeno 6 di urina chiara inodore e 3-4 con feci gialle nelle 24 ore), la crescita in grammi settimanale.
È normale sentire dolore, il capezzolo deve fare il callo Al contrario! Il dolore è un allarme rosso ed è un elemento concreto che rivela che le cose non stanno funzionando.
Per avere una produzione di latte adeguata basta tenere sempre il bambino al seno In realtà non basta; è importante anche che il latte esca nella quantità necessaria per soddisfare i bisogni nutritivi del bambino. È indispensabile che un bambino dreni il seno spesso, ma anche a fondo. Quindi è fondamentale che il bambino deglutisca oltre che succhi.
Se il bambino prende un biberon dopo la poppata vuol dire che non aveva mangiato abbastanza al seno Non è necessariamente vero. Anche se sazi, molti bambini accettano il biberon perché la tettarella ha una consistenza più dura rispetto al tessuto del seno e quindi esercita una sollecitazione più forte sul palato del bambino innescando il suo istinto di suzione e inducendolo a succhiare anche se non ha fame.
Usare solo un seno a poppata per far prendere tutta la parte grassa del latte Questa pratica può mettere a rischio la crescita del bambino e la produzione di latte tanto quanto cambiare il seno dopo 5-10 minuti. È fondamentale non avere regole empiriche ma osservare il bambino: dopo aver poppato attivamente con deglutizioni frequenti, quando deglutisce più raramente o ha una suzione solo superficiale si può staccare (inserendo delicatamente il dito nell’angolo della sua bocca) e offrire quindi l’altro seno. La maggior parte dei bambini ad alcune poppate drena entrambi i seni e ad altre uno solo, rifiutando di attaccarsi e/o poppare attivamente al secondo. Non c’è una regola fissa, occorre osservare il piccolo e farsi guidare da lui.
Il tiralatte manda via il latte La produzione di latte è legata al latte che esce, quindi ok a un buon tiralatte usato bene se mamma e bambino sono separati o se il bambino non è in grado di drenare efficacemente il seno.
Se il bambino si attacca spesso avrà problemi di digestione Nient’affatto; non si limitano mai le poppate, anche se ha appena mangiato, anche se ha appena rigurgitato, anche e soprattutto se ha le coliche. Il latte materno non è un alimento, è un tessuto vivo facilmente digeribile che contiene enzimi per la digestione di se stesso e molti componenti per proteggere e stimolare la maturazione dell’apparato gastrointestinale; inoltre l’allattamento soddisfa la quasi totalità dei bisogni del bambino.
Se la mamma è stressata non produce latte Stress e stanchezza non sono causa di bassa produzione di latte, eventualmente potrebbero temporaneamente interferire con il riflesso ossitocico e quindi con l’uscita del latte dal seno. Un massaggio alla schiena, una coccola, un bagno caldo, un video comico, guardare, odorare, accarezzare il bambino, fare qualcosa che piace aiuteranno la mamma a produrre e mettere in circolo l’ormone ossitocina e a veder fluire nuovamente il latte dal seno al bambino o al tiralatte.
Se un bambino non aumenta sufficientemente di peso può essere a causa della scarsa qualità del latte della madre No; persino le donne non ben nutrite sono in grado di produrre latte di qualità e quantità sufficienti per far crescere il proprio bambino. La maggior parte dei casi di basso aumento di peso è dovuto a un problema di salute del bambino o a poppate poco frequenti e/o a posizione e attacco al seno scorretti che rendono la suzione poco efficace.
Far riposare il seno serve ad avere più latte Non è corretto. Il volume di latte prodotto dal seno è correlato al grado di pienezza, più un seno è pieno più rallenta la produzione. Se si lascia riposare il seno e si riempie, il segnale che riceverà sarà di frenare al massimo la produzione che in breve tempo calerà.
Allattare stanca Piuttosto il contrario. Se la nutrizione è al seno, la mamma deve per forza fermarsi e prendersi del tempo per la poppata; gli ormoni che l’allattamento mette in circolo, prolattina e ossitocina, inducono calma, rilassatezza e diminuiscono i livelli di stress e di ansia. Le mamme che allattano hanno periodi di sonno notturno più lunghi.
Allattare fa cadere i capelli Non è vero. La caduta dei capelli, che avviene spesso dopo circa 3 mesi dal parto, è legata a un cambiamento normale e temporaneo non correlato all’allattamento.
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Brano tratto dall’articolo Allattare fa bene anche al pianeta
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