Dopo la terra cruda, un altro materiale eccezionale è la calce naturale, che porta con sé 6000 anni di storia. La calce era il vanto dei Romani, dei Maya e di altre civiltà complesse che, con pochi materiali a disposizione, riuscirono a costruire opere colossali.
Dopo la terra cruda, un altro materiale eccezionale è la calce naturale, che porta con sé 6000 anni di storia. La calce era il vanto dei Romani, dei Maya e di altre civiltà complesse che, con pochi materiali a disposizione, riuscirono a costruire opere colossali.
La calce si ottiene cuocendo un sasso di calcare per tre giorni e tre notti in una fornace, utilizzando la legna come combustibile; dopo questo primo passaggio i sassi diventano completamente bianchi. Successivamente vanno riposti all’interno di una vasca di legno e bagnati con l’acqua. Si dice che a contatto con l’acqua la calce si «spegne »: infatti questa operazione produce una reazione chimica che fa sgretolare i sassi producendo calore fino a circa 300 gradi. Se la calce viene spenta completamente si ottiene una sostanza nell’aspetto simile allo yogurt, il grassello di calce; se invece viene spenta con poca acqua, si ottiene la calce anche idrata in polvere.
La calce proveniente dalla cottura di calcari impuri (che contengono spesso una una parte di argilla) è detta calce idraulica. Nel passato, in molte zone d’Italia, quando si costruiva una casa la calce veniva fatta sul posto, cuocendo i sassi o prendendoli già cotti alla fornace; venivano messi in terra in una buca profonda circa 2 metri e spenti con l’acqua. Il latticello bianco ottenuto, se mantenuto umido, poteva stagionare mesi o anni in modo da ottenere un prodotto più omogeneo, e serviva per incollare mattoni o pietre, piastrelle o mosaici, per fare intonaci, finiture e persino come pittura.
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È possibile utilizzare anche la calce, tra gli altri materiali per progettare e costruire una CASA AUTONOMA
Tatiana Chartrain e Pascal Veronneau ci sono riusciti e spiegano passo passo come fare nel loro libro
Oggi sono praticamente autosufficienti sia dal punto di vista energetico (pannelli solari, una serra esposta a sud per catturare l’energia solare e una massa termica per immagazzinarla) che dal punto di vista idrico (raccolta e filtraggio dell’acqua piovana). Inoltre, coltivano un orto in permacultura per produrre raccolti abbondanti nel rispetto della biodiversità.
Nel libro
PER UNA CASA AUTONOMA condividono le loro esperienze di costruttori principianti e convinti sperimentatori dell’autosufficienza: offrono “ricette” per intonaci a base di terra e per costruire muri con bottiglie o pneumatici, e descrivono nel dettaglio le soluzioni low-tech che hanno messo in atto per ridurre il consumo energetico.
Un manuale che ci invita a riflettere e ci aiuta a sognare, primo passo per mettere in pratica soluzioni che sono alla portata di tutti per raggiungere uno stile di vita sostenibile.