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Carruba, conosciamola meglio

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La carruba è un legume antico, classificato da Linneo con il nome di Ceratonia siliqua L. Dopo un lungo periodo di tempo in cui è stata abbandonata, oggi è stata riscoperta come alimento versatile.
Carruba, conosciamola meglio
La carruba è un legume antico, classificato da Linneo con il nome di Ceratonia siliqua L., ispirandosi all’antico nome greco “keras”, corno.  Il carrubo evoca un senso di maestosità e di forza della natura che supera le barriere del tempo e delle avversità, sopravvivere persino 1000 anni e resiste a lunghi periodi di siccità. In passato il frutto costituiva uno dei pochi cibi disponibili per sfamare le popolazioni più povere e gli animali.
Dopo un lungo periodo di tempo in cui è stata abbandonata, oggi ne sono state riscoperte le qualità, che la rendono un alimento versatile.
Il seme è motivo di interesse nell’industria alimentare, farmaceutica e cosmetica, da cui si ricava una gomma utilizzata come addensante, stabilizzante e agente emulsionante per gelati, caramelle, indicata con la sigla E410. Dalla polpa si ottiene una farina tramite essiccazione, torrefazione e macinazione adoperata come sostituto del cioccolato in prodotti da forno e bevande. Inoltre dalla sua macerazione e pressatura si ottiene un estratto denso, dolce e dal colore bruno, impiegato come dolcificante e topping per carne, verdure e formaggi. Dalla lavorazione della farina con le nocciole si ottiene un’ottima crema spalmabile.
Anticamente il decotto ottenuto dal baccello era utilizzato come lenitivo per attenuare le coliche uterine sofferte dalle donne nel post-partum, e come anticatarrale, inoltre, se ne conoscevano le proprietà nella cura dei disturbi enterici e come astringente. La buccia è ricca di vitamina E. L’elevato contenuto di fibre e polifenoli aiuta nelle alterazione del transito intestinale e dell’acidità. Abbassa i livelli di colesterolo e nelle diete dimagranti dà un senso di sazietà. Priva di glutine è tollerata da chi soffre di celiachia ed è un’alternativa al classico cacao, soprattutto per chi è sensibile alla caffeina o alla teobromina, entrambi presenti nel cioccolato. 
Le carrube sono considerate sicure ma è buona norma evitare il consumo eccessivo, soprattutto in caso di gravidanza e allattamento, inoltre è stato osservato che aumentano l’effetto delle statine e di altri farmaci per abbassare il colesterolo e in caso di diabete potrebbero alterare i livelli di insulina. È ricca di carboidrati, povera di proteine e grassi, ricca di fibre e zuccheri: 100 g apportano circa 220 calorie. Contiene colina, niacina, vitamina E, riboflavina, vitamina B6, vitamina C, tiamina, vitamina A, folati, potassio, calcio, fosforo, magnesio, sodio, ferro, zinco, rame, manganese e selenio.
Una curiosità: i semi del carrubo vengono chiamati “carati” per l’uniformità in peso e per questo nell’antichità venivano utilizzati per pesare oggetti preziosi.

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