Iperattività, ridotta sensibilità motoria, labilità emotiva, deficit della coordinazione generale, impulsività ad agire, scarsa organizzazione del pensiero, deficit dell’attenzione: sono questi i sintomi più evidenti della cosiddetta sindrome del «bambino iperattivo», oggi sempre più frequente, tanto da interessare dal 4 al 20% dei bambini in età scolare.
A soffrirne di più sono soprattutto i maschietti e i primi sintomi compaiono solitamente all’età di tre anni. Solo negli Stati Uniti, sono oltre 2 milioni i bambini, per lo più di sesso maschile, curati per tale disturbo con un farmaco, il metilfenidato.
Le ricerche effettuate dimostrano che nella maggior parte dei casi l’ipersensibilità verso certi alimenti, gli additivi alimentari e il saccarosio (zucchero) sono responsabili della sindrome.
Inoltre si deve tener conto del ruolo dell’otite media, visto che le frequenti infezioni all’orecchio medio e l’utilizzo di antibiotici sono associati ad una maggior frequenza della sindrome.
Secondo il ricercatore Benjiamin Feingold circa il 40-50% dei bambini iperattivi è ipersensibile ai coloranti artificiali, ai conservanti, ai salicilati presenti in natura e ai composti fenolici. Egli riportò un’esperienza su 1200 casi di cui fece rapporto all’American Medical Association nel 1973 e da allora si è molto dibattuto in campo scientifico sul ruolo degli additivi alimentari nei disturbi da iperattività.
Meglio in casa
In uno degli studi più recenti 200 bambini hanno ricevuto una dieta priva di coloranti artificiali per 6 settimane, in 150 di essi i genitori hanno evidenziato un miglioramento del comportamento ed una ricomparsa dei sintomi con la reintroduzione di cibi contenenti coloranti.
Altri studi recenti hanno evidenziato come gli additivi e le allergie alimentari sono cause comuni di deficit dell’attenzione. Prinz ha dimostrato che il comportamento aggressivo-distruttivo-agitato si correla significativamente anche con la quantità di saccarosio consumata. Due ricercatori: Langseth e Dowd hanno effettuato un test di tolleranza al glucosio in 261 bambini ipercinetici: il 74% evidenziava anomalie nella curva di tolleranza glicemica, con predominanza di una curva bassa e piatta. L’ipoglicemia promuoverebbe l’iperattività attraverso l’aumento di secrezione di catecolamine. Gli zuccheri raffinati sembrano essere il fattore più importante nella genesi dell’ipoglicemia reattiva.
Zuccheri e allergie
Dunque la ricerca delle allergie e delle intolleranze alimentari in questi bambini è molto importante. Inoltre occorre eliminare tutti gli zuccheri raffinati e sostituirli con miele, succo d’acero, malto o zucchero di canna grezzo (attenzione allo zucchero di canna in commercio che spesso è zucchero raffinato tinto). In generale l’influenza del cibo sulla psiche è molto importante e forse si dà poca attenzione a questo risvolto dell’alimentazione quotidiana.
Abituati ad una visione settoriale si pensa al cibo come ad un semplice carburante per le nostre cellule e le nostre attività dimenticando che, nell’unità mente-corpo, la sua azione sulla psiche è altrettanto intensa quanto sul fisico. È comune ricorrere al cibo come «consolazione», si compensano così frustrazioni, mancanze, bisogni…e i dolci in questo hanno larga parte. Spesso si consolano o si premiano i bimbi con un dolcetto (magari saturo di coloranti, additivi e zucchero bianco) creando in loro l’associazione e quindi l’abitudine «zucchero-gratificazione», ma un cibo squilibrato che fa scaricare adrenalina e dà una botta di energia e benessere solo momentanei non è ciò che serve loro, né come premio, né come consolazione.
No alle bibite gassate
In molti casi, diventa l’inizio di un circolo vizioso ed i bambini spesso ne sono vittime: aumenta la richiesta di zuccheri per prolungare il «momento magico» e per una sorta di assuefazione che si crea in risposta ad un bisogno che viene soddisfatto per un tempo troppo breve. I bambini diventano iperemotivi, agitati, poco attenti e capaci di ascoltare, in alcuni casi manifestano la sindrome di ipercinesi in modo evidente con problemi scolastici, in moltissimi le abitudini apprese permangono e da adulti soffrono di problemi di salute di ogni genere sia nel corpo che nella psiche.
Il bambino iperattivo è un bimbo ipersensibile, psicologicamente e fisicamente, ed ha bisogno di supporto, aiuto, attenzioni e contenimento, ha bisogno di un’alimentazione nutriente, sana, preparata con amore in casa. Purtroppo i cibi pronti sono ciò che la società odierna porta ad utilizzare per far risparmiare tempo e fatica alle madri oberate di impegni domestici e lavoro all’esterno. Ma si tratta di una soluzione illusoria se poi le mamme si trovano alle prese con bambini nervosi, agitati, incapaci di svolgere con tranquillità i propri compiti scolastici, o frequentemente ammalati, e gli antibiotici non porteranno che un soccorso momentaneo, peggiorando la situazione di base del bambino.
Eccesso di calore
Meglio stare un po’ di più ai fornelli, con la consapevolezza di prendersi cura «anima e corpo» di coloro che amiamo, che possono così migliorare la loro salute e il loro umore. Meglio scegliere alimenti biologici e integrali: cereali, pasta, legumi, verdure cotte e crude, semi, frutta, pesce, evitare carni rosse ed eventualmente sostituirle con carne bianca, infine si possono preparare degli ottimi dolci con ingredienti sani da non mangiare comunque in eccesso.
Secondo la medicina energetica l’iperattività è segno di eccesso di calore che può essere generato dal cibo oltre che da fattori emozionali. I cibi appena indicati ridimensionano l’eccesso di calore e quindi l’iperattività e l’aggressività; lo zucchero invece causa mancanza di concentrazione, disattenzione, distrazione, fornisce un’energia breve, fugace, non si mantiene nel tempo e non nutre dunque la perseveranza e la costanza. Il cereale integrale, con le sue fibre che ne rallentano l’assorbimento, non dà sbalzi glicemici e quindi evita le crisi ipoglicemiche con deficit di attenzione e bisogno di integrare con zucchero.
Semi e frutta secca
I semi (sesamo, girasole, zucca ecc.) e la frutta secca contengono vitamine e soprattutto grassi insaturi che nutrono e al tempo stesso «rallentano» l’iperattività, riforniscono di grande energia vitale e fanno sentire forti e sicuri, meglio ancora se abbinati ad una piccola quantità di alghe che «nutrono» energeticamente i reni, sede della volontà e della determinazione.
L’acqua, i centrifugati, i succhi di frutta senza conservanti, i tè naturalmente privi di teina sono le bevande più adatte da sostituire alle bibite colorate, gassate e ai tè già preparati venduti in lattina (bevuti in grande quantità dai bambini), tutte bevande che provocano agitazione.
Il calore che dà iperattività è scatenato anche da alcuni fattori emozionali, certamente le lamentale degli insegnanti e dei famigliari rendono i bambini iperattivi ulteriormente insicuri e stressati, e questo crea ulteriore calore da ristagno dell’energia del fegato che peggiora ulteriormente i loro sintomi e il loro malessere interiore creando un circolo vizioso: cibo-emozioni che invece ha bisogno di essere scardinato.
La consapevolezza di questi meccanismi e la modificazione di abitudini alimentari scorrette può migliorare la qualità di vita dell’intera famiglia e in primo luogo di questi bambini che spesso sono portatori di una sensibilità profonda.
Letture consigliate:
Manuale pratico di un’educatrice Montessori
Come trasmettere ai propri figli quelle regole che li aiutano a crescere senza ricorrere a ricatti e minacce?
Come spiegar loro i limiti pur rispettandone desideri e bisogni?
L’autrice, educatrice montessoriana, con la sua prima bambina si è trovata davanti a questi e a molti altri dubbi, e a lottare contro se stessa per non replicare, su sua figlia, gli schemi repressivi dell’educazione tradizionale. Metodi che nell’immediato funzionano, ma che possono portare a eccessi di sottomissione o di ribellione.
Ma quanto è facile cedere alla tentazione di una sculacciata, quando l’ennesimo capriccio ci fa saltare i nervi?
Con semplicità e franchezza Catherine Dumonteil-Kremer accompagna educatori e genitori lungo le diverse fasi ed esigenze dell’infanzia, con suggerimenti utili su come ascoltare appieno i bisogni dei piccoli e su come dire Stop, senza violenza.
–
Educare con la Comunicazione Non Violenta
L’educazione convenzionale è da sempre prigioniera del binomio punizione-ricompensa. L’autore propone di uscire da questo schema seguendo i principi della Comunicazione Non Violenta elaborati da Marshall Rosenberg.
Le motivazioni dei bambini e dei giovani, l’educazione all’affettività e la scoperta di se stessi diventano le linee guida per un nuovo patto educativo. L’insegnamento si trasforma così in un’esplorazione gioiosa e nel reale ascolto dei bisogni degli allievi e dell’insegnante. L’apprendimento non è più un processo solo mentale, ma coinvolge corpo, emozioni e, sicuramente, il cuore. Un libro imperdibile per insegnanti, educatori e genitori.