Ci sono determinati cibi che possono concorrere all’innesco del mal di testa e anche di vera e propria emicrania. Vediamo quali sono e quali scelte fare, grazie ai consigli della dottoressa Elisa Cardinali.
Molte persone accusano la comparsa di emicrania dopo l’assunzione di determinati tipi di alimenti.
Questo fenomeno, noto come «cefalea legata all’alimentazione» è scatenato da numerosissimi cibi che contengono sostanze amminiche, cioè derivate dagli amminoacidi costituenti le proteine.
Tra di esse troviamo ad esempio la tiramina presente nelle banane, nello yogurt, nei formaggi stagionati, nelle conserve di pesce, nell’estratto di lievito e nella frutta secca, oppure l’istamina presente nei pomodori, nei crostacei, nell’albume, nelle fragole, nei vini e nella birra. Queste ammine, assunte con l’ingestione degli alimenti, vengono convertite in sostanze non tossiche per l’organismo, grazie a enzimi noti come mono ammino ossidasi (MAO) che ne impediscono l’ingresso nel torrente circolatorio.
Tuttavia alcune persone presentano un deficit di questi enzimi e, pertanto, se queste sostanze vengono ingerite, entrano direttamente nel sangue senza essere neutralizzate, scatenando fenomeni di vasodilatazione, seguiti o preceduti da vasocostrizione che portano a cefalea, ansia, tachicardia, orticaria. Anche il tipo di cottura può influire su questi fenomeni: il fritto, indipendentemente dall’alimento cucinato, è tra i tipi di preparazione più sconsigliati per questi disturbi.
Le bevande non sono da trascurare: l’assunzione di troppi caffè durante la giornata e di vino o altre bevande alcoliche possono favorire l’insorgenza di emicrania.
Anche gli additivi contenuti negli alimenti, come i nitriti delle carni in scatola e il glutammato usato nella preparazione dei dadi possono scatenare delle vere e proprie crisi.
Come fare per
prevenire questi fenomeni? Nella maggior parte dei casi basta
evitare o limitare gli alimenti che scatenano questi disturbi, ma quando la crisi è già in atto ci sono alcune sostanze, di origine naturale, che possono aiutare. In particolare lo
zenzero è una sostanza con spiccate
proprietà antistaminiche, ovvero contrasta gli effetti dell’istamina, tra cui la vasocostrizione responsabile dell’emicrania. È una pianta erbacea perenne di origini asiatiche di cui si utilizzano le radici e può essere consumata sia come condimento, grattugiata sulle zuppe, sulla carne o sulle verdure lesse, oppure assunta come
tisana, miscelandola con mezzo cucchiaino di miele o di sciroppo d’acero.
Studi recenti hanno attribuito anche altre proprietà a questa radice, ad esempio
contro la cattiva digestione: essa infatti è capace di agire sul l’apparato digerente, nei casi di inappetenza o di digestione lenta e laboriosa e, pare anche, contro nausea e mal d’auto (
leggi anche l’articolo Radice di zenzero: la regina dell’inverno).
Altri cibi sì sono la curcuma, antinfiammatorio con meccanismo analogo a quello dello zenzero, che inibisce diverse molecole «proinfiammatorie» ed è antiossidante. Si usa in polvere su insalate, verdure e pietanze oppure mescolandola a un latte vegetale, miele, olio di mandorle e pepe si ottiene una bevanda indicata anche a combattere dolori articolari e a migliorare il tono muscolare.
Infine il peperoncino, per la presenza di capsaicina, regolarizza la circolazione e inibisce la produzione delle sostanze che trasmettono il dolore.
ELISA CARDINALI
Elisa Cardinali, classe 1978, è laureata in scienze biologiche e svolge attività di biologa nutrizionista.
Elabora piani alimentari per persone che vogliono migliorare, attraverso l’alimentazione, il proprio stato di salute e stati patologici come diabete, obesità, ipertensione, reflusso, stipsi, colite. Si è specializzata in nutrizione e integrazione sportiva e segue atleti di ogni livello. Il punto cardine della sua professione è quello di accompagnare le persone in un percorso di educazione alimentare senza abbandonare il piacere dello stare a tavola. Si aggiorna costantemente con corsi, seminari e congressi.
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