Vai al contenuto della pagina

Conclusione delle potature invernali

homepage h2

Tagliare i rami per favorire la crescita degli alberi da frutto e fortificarli è un’arte antica che anche i non professionisti possono praticare, basta seguire alcune regole basilari e rispettare i ritmi della natura. Di norma la potatura avviene durante la fase di riposo vegetativo della pianta, che va dall’autunno dopo la caduta delle foglie alla primavera allo sbocciare dei germogli nuovi. Così, armati di cesoie e tronchesi, con un occhio al calendario lunare, tutti possono intervenire sulle proprie piante rendendole più rigogliose e produttive.
Concludere le potature invernali con…
Anche se le piante non potate producono ugualmente, i loro frutti sono più piccoli e di qualità più scadente, perché l’attività vegetativa si riduce progressivamente e il rapporto fra scheletro, superficie fogliare e apparato radicale perde quell’equilibrio che consente di fornire una produzione di qualità.
Per procedere alla potatura si può attendere fino alla fioritura. Questa attesa è addirittura consigliata per quelle specie le cui gemme possono essere facilmente danneggiate dal gelo, come ad esempio il pesco o l’albicocco. In questo modo
si può regolare la produzione sulla base del numero di fiori che sono riusciti a sfuggire all’eventuale gelata.
 
…la vite

Qualunque sia la forma di allevamento, nella vite si eliminano i tralci che hanno già prodotto (indicati come A nella fig. , taglio del passato) e si selezionano uno o più tralci tra quelli sviluppati l’anno precedente, raccorciandoli (indicati come B nella fig. , taglio del presente). Su questi tralci si tagliano anche tutte le femminelle, cioè i rami che si sono formati nell’ascella delle foglie.
Infine alla base del tralcio si lascia uno sperone che porta due o al massimo tre gemme dalle quali si svilupperanno i tralci da destinare, l’anno successivo, al rinnovo della vegetazione (indicati come C nella fig., taglio del futuro).
 
…i peschi
Nei peschi allevati a vaso si eliminano i rami che hanno prodotto l’anno precedente e
i brindilli, contemporaneamente si scelgono i rami misti da cui deriveranno i frutti.
All’esterno della chioma si selezionano rami di medio vigore da accorciare con un taglio di ritorno , per mantenere i rami a frutto vicini alla struttura scheletrica della pianta.
Nelle percoche invece i rami che hanno già fruttificato si diradano solamente, così come i mazzetti di maggio e i brindilli.
…i kiwi
Nelle piante in produzione si eliminano i tralci che hanno dato frutti l’anno precedente, mentre fra quelli nuovi se ne selezionano alcuni mantenendoli a una distanza di circa 20-30 cm l’uno dall’altro.
Questi tralci devono essere accorciati lasciando 12-16 gemme.
 
 
 
 
Articolo tratto dal numero di marzo 2015 di Terra Nuova
Visita www.terranuovalibri.it lo shop online di Terra Nuova
 
 
Per saperne di più si possono consultare i nostri manuali:
Come coltivare ortaggi e aromi con il metodo biologico e la permacultura
Coltivare sul balcone significa concimare, svasare e rinvasare, mettere graticci, tutori, parasoli per prendersi cura delle piante, con la soddisfazione di riuscire a produrre in proprio: cetrioli, pomodori, fagiolini, fragole, melanzane, peperoni, piselli, zucchine.
Francesco Beldì insegna a riorganizzare i piccoli spazi per creare orti produttivi, selezionando varietà ortive adatte e specifiche per la coltivazione sul balcone.
L’autore ci spiega quali vasi scegliere; come seminare; piantare e trapiantare; come irrigare risparmiando acqua e quali accorgimenti naturali adottare per combattere le avversità e le malattie.
I principi adottati sono quelli dell’agricoltura biologica e della permacultura, che ci vengono in aiuto anche sulla porta di casa.
Arricchiscono il libro oltre 33 schede dedicate ai singoli ortaggi ed erbe aromatiche che riassumono le principali informazioni necessarie ai balconisti: il diametro minimo del vaso da scegliere, il tipo di esposizione consigliata, la produzione per pianta e il grado di difficoltà di coltivazione, oltre alle indicazioni sulle cure culturali, la difesa e la raccolta.
Un manuale pratico dedicato a tutti coloro che desiderano coltivare ortaggi senza ricorrere a concimi e pesticidi di sintesi. Primo nel suo genere in Italia, Il mio orto biologico va oltre le soluzioni a basso impatto ambientale praticate dall’agricoltura biologica, riunendo nello stesso volume anche i suggerimenti e i consigli offerti dalla permacultura e dall’agricoltura sinergica.
Frutto dell’esperienza degli autori in oltre vent’anni di lavoro, il libro spiega con grande chiarezza e il supporto di oltre centocinquanta tra foto e disegni a colori, come effettuare tutte le operazioni nell’orto, dalla preparazione del terreno alla semina, fino alla raccolta.
La seconda parte del testo è occupata da oltre 40 schede di coltivazione dei principali ortaggi, con indicate modalità e tempi di semina, operazioni colturali, consociazioni, metodi di lotta naturali contro le principali avversità e tutto quello che può servire per una crescita sana ed equilibrata delle piante. Un vero e proprio prontuario per l’orticoltore, semplice da usare per chi è alle prime armi, ma utile anche ai professionisti del settore e a chiunque ami l’arte di coltivare e di produrre alimenti buoni e sani. Come dice Chesterton: «La vera contentezza è una cosa attiva, come l’agricoltura. È la capacità di tirar fuori da una situazione tutto quello che contiene».
Una sola raccomandazione: non riponete questo libro su uno scaffale, ma piuttosto portatelo nell’orto e «sporcatelo di terra»
Un manuale pratico e completo per chi desidera impiantare e coltivare un frutteto senza ricorrere a concimi e pesticidi di sintesi, ma anche per il frutticoltore professionista che intende convertire la produzione al biologico.
Frutto della ventennale esperienza degli autori, e arricchito da oltre 200 tra fotografie e illustrazioni a colori, il libro spiega con grande chiarezza come coltivare gli alberi da frutto: dalla preparazione del terreno alla messa a dimora, dai trattamenti contro i parassiti con i preparati consentiti in agricoltura biologica alla scelta delle varietà più resistenti alle malattie.
Mentre la prima parte del libro è dedicata alle indicazioni di carattere generale per la gestione ecologica del frutteto, la seconda presenta 21 schede monografiche che descrivono gli interventi necessari per la coltivazione e la difesa dai parassiti di altrettanti alberi e arbusti da frutto, dai più comuni come melo e susino, ai meno diffusi come il kaki e il mirtillo.

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!