Cosa è opportuno conoscere per orientarsi nell’iper-offerta di prodotti e scegliere la finestra giusta? Ecco qualche indicazione utile.
Si fa presto a dire finestra. Ma quali sono gli elementi da cui è composta? Cosa bisogna sapere per scegliere quella giusta? Come orientarsi nell’iper-offerta di prodotti, frutto della continua ricerca e sperimentazione delle aziende?
Cominciamo dal telaio, che può essere in legno, metallo (alluminio o acciaio) a taglio termico o a taglio freddo, in plastica (Pvc), o misto (legno-alluminio).
Il legno è più coerente con la tradizione e si inserisce meglio negli edifici tipici o storici, richiede un po’ di manutenzione, è più «caldo» e abbastanza isolante, facilmente reperibile sul mercato e versatile nella creazione di forme e colori. Si tratta generalmente di una scelta ecologica perché ormai il legname proviene praticamente tutto da foreste a gestione controllata e certificata (Fsc e Pefc) da organismi di controllo. Bisognerà invece fare attenzione alle vernici o agli impregnanti con cui è trattato perché non è facile trovarne di veramente ecologiche.
Il metallo deve essere evidentemente a taglio termico, e presenta minori oneri di manutenzione e limitati impatti ambientali, dato che si tratta di metalli riciclabili, mentre il Pvc ha maggiori impatti poiché la produzione del polivinilcloruro è un processo piuttosto inquinante. Come vantaggio ha la leggerezza e l’assenza di manutenzione ma bisogna valutare bene le prestazioni meccaniche e le possibili deformazioni nel lungo periodo.
Poi abbiamo il vetro, che copre la superficie maggiore della finestra e la cui trasmittanza (Ug, dove «g» sta per glass) viene mediata con quella del legno (Uf, dove «f» sta per frame) per giungere alla trasmittanza globale (la Uw, dove «w» sta per window). I vetri sono sempre doppi con interposta una camera d’aria che, per maggiori prestazioni, viene sostituita da gas argon o kripton, maggiormente isolanti. In particolari zone si cominciano ad installare i vetri tripli, con doppia intercapedine d’aria, più performanti, più costosi e più pesanti, che richiedono telai più robusti e di maggior sezione. In tal caso si hanno trasmittanze inferiori a 1 e quindi finestre più isolanti del muro in cui sono inserite.
La trasmittanza globale di una finestra (Uw) deve rispettare dei limiti massimi di legge, che variano a seconda delle zone climatiche e vanno da circa 2 a 1,67 o 1,3 in zona D o E, per avere accesso agli incentivi fiscali come il super ecobonus.
Infine, il vetrocamera presenta ormai come standard una pellicola bassoemissiva sulla faccia esterna del vetro interno, che ha lo scopo di riflettere all’interno dell’ambiente una parte della radiazione solare incidente che tende a tornare verso l’esterno.
Elemento da tener presente nella scelta del vetro, oltre alla trasmittanza termica, è il fattore G, cioè il coefficiente di trasparenza. Più è alto il valore e più il vetro si lascia attraversare dalla radiazione solare, con le conseguenze evidenti di maggior apporto termico e miglior livello di illuminazione diurna.
Ultime considerazioni sui vetri riguardano il grado di sicurezza. Il sistema visarm, che è composto da due vetri di 3 o 5 mm tenuti insieme da un film adesivo che ne impedisce la frammentazione e dispersione in caso di rottura, evita pericolosi infortuni accidentali. Aumentando gli spessori e i trattamenti, come la tempera in fase di produzione, si va verso vetri di sicurezza, antisfondamento e antiproiettile, adatti per usi speciali.
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Brano tratto dall’articolo Una finestra sul mondo
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