L’avvento di prodotti tecnologici sempre più all’avanguardia dalla durata limitata spesso ci fa dubitare della reale qualità dei prodotti multimediali acquistati, creando un circolo vizioso che pesa sull’ambiente. Cosa possiamo fare in merito? Le opinioni sono tante e constrastanti, per fare un po’ di chiarezza vediamo cosa dice il nostro esperto.
Computer e sostenibilità: queste due parole, a ben pensarci, sembrerebbero inconciliabili. Cito dal numero di dicembre di TN: «i computer stessi sono costruiti con minerali […] estratti in paesi proprio per questo costantemente in guerra» e vengono «prodotti da masse di operai asiatici […] ai quali si fa dichiarare per contratto che non si suicideranno in fabbrica».
Ammessa la colpevolezza, prendiamo in esame i lati positivi: i computer sono anche strumenti usati per la diffusione del sapere comune, per una circolazione delle idee non viziata o quantomeno alternativa1 e come strumenti di apprendimento e di creatività 2.
L’equilibrio fra l’uso di un ottimo strumento e il suo impatto ambientale sta tutto in una parola, consapevolezza, e in quella conseguente, criticità. L’atteggiamento consapevole ci fa capire che un computer lascia una pesante impronta ecologica: estrazione di minerali che scarseggiano («terre rare»), deforestazione, scarti di produzione, consumo di energia in produzione, utilizzo, smaltimento, smaltimento corretto o selvaggio dei rifiuti (mai visti monitor al cassonetto?)3.
Una coscienza critica ci impone di ridurre la produzione e lo smaltimento dei computer sfruttando a pieno il loro ciclo di vita. Mediamente, dopo due– quattro anni, un computer viene cambiato, ma ha realmente esaurito il suo ciclo di vita? No, è solo un’altra vittima dell’obsolescenza programmata, di cui abbiamo parlato nel numero di settembre. I produttori devono vendere i nuovi componenti (hardware) prima che quelli vecchi si guastino.
La soluzione è semplice: inserire nel sistema operativo le istruzioni per farli rallentare dopo un certo periodo, dandoci l’impressione che l’intero apparato abbia ormai «fatto il suo tempo». Soluzione: cambiare il sitema operativo. Non molti sanno infatti che oltre a quello che ci viene venduto col computer (MS Windows o Apple Mac OS X) esiste un sistema operativo interamente composto di software libero: GNU/Linux.
Qual è la differenza tra software libero e software proprietario? Come installare GNU/Linux sfruttando a pieno il ciclo di vita di un computer, anche fino a 10 anni? Quali consigli seguire per limitare il consumo dei componenti? A queste e ad altre domande, anche degli stessi lettori (lettere@aamterranuova. it), risponderemo nei prossimi numeri. Intanto valutate l’idea.
1. Per esempio wikileaks.org
2. Oltre naturalmente al loro uso nella sanità, per l’impiego di energie alternative e naturalmente per la realizzazione di questa rivista!