L’equiseto è una pianta erbacea perenne le cui parti aeree in inverno disseccano completamente. È utilissima da utilizzare per proteggere altre piante dai parassiti. Vediamo come.
L’equiseto appartiene, come le felci, al gruppo delle Pteridophyte. Non ha quindi organi sessuali distinti e si riproduce per mezzo di spore.
Le radici si diramano in ciuffi a partire dai nodi del rizoma. In primavera compaiono i fusti fertili, bianchi o brunastri, che terminano in uno strobilo (simile a una pigna erbacea) che produce le spore. I fusti sterili appaiono successivamente, sono ruvidi e verdi, quindi in grado di svolgere la fotosintesi clorofilliana al posto delle foglie, che si trovano in corrispondenza dei nodi, ma sono poco evidenti. I fusti sono ramificati in una dozzina di rametti a quattro coste e raggiungono solitamente un’altezza compresi tra i 20 e i 65 cm.
L’equiseto è comune in tutta Italia in luoghi umidi. Le piante crescono spontaneamente su terreni incolti o lungo i fossi, ma anche nelle scarpate oppure in ambienti ruderali.
La pianta contiene fino al 15% di acido silicico: è ricca anche di saponine e di minerali, in particolare di silicio.
Si utilizzano i fusti sterili (quelli verdi e senza strobilo) interi. Gli steli possono essere raccolti nel periodo di maggiore sviluppo della pianta, fra fine maggio (ma preferibilmente dopo il 24 giugno – San Giovanni) e agosto, recidendoli a 10-15 cm da terra.
Quando viene essiccato, l’equiseto rimane efficace per un anno dopo la raccolta.
Per il preparato 508, si raccoglie in estate la forma sterile della pianta, caratterizzata da strette ramificazioni verticillate di colore verde. Si utilizza essiccata in strati sottili conservandola in sacchetti aerati.
Preparazione
DECOTTO: Per ottenere 10 litri di prodotto da spruzzare sulle foglie utilizzare 400 grammi di equiseto fresco oppure 80 grammi di equiseto essiccato da immergere in un litro d’acqua. Portare il tutto a ebollizione per 40-60 minuti. Per una migliore estrazione dei minerali e dei principi attivi dell’equiseto, le erbe possono essere lasciate a macerare in acqua per 24 ore prima della decozione. Il preparato va poi filtrato aggiungendo un litro d’acqua. Il decotto di equiseto è stato descritto da Rudolf Steiner nel suo Corso agli Agricoltori del 1924. I biodinamici consigliano la sua dinamizzazione per 20 minuti prima dell’impiego.
Per il preparato 508, far bollire 10-20 litri di acqua aggiungendo 200- 300 grammi di pianta secca.
MACERATO: immergere 400 grammi di equiseto fresco oppure 80 grammi essiccato in un recipiente pieno d’acqua da mescolare 1-2 volte al giorno. L’aggiunta di 10-20 grammi di litotamnio (farina di alghe calcaree) o di bentonite, contribuisce a ridurre gli odori che si producono con la macerazione. Il composto è pronto dopo una settimana. Utilizzare filtrato e diluito in proporzione 1 a 5 (un litro di macerato per 5 d’acqua). Il suo effetto è più blando di quello del decotto dinamizzato.
Impiego e indicazioni
Il decotto o il macerato si possono irrorare sulle piante come rinforzante e fertilizzante fogliare, oppure mescolandoli all’acqua di irrigazione come concimante radicale. L’azione rinforzante rende la pianta più resistente alle malattie fungine. In agricoltura biodinamica i preparati di equiseto si usano come anticrittogamici di media attività da utilizzare soprattutto per la prevenzione di molti parassiti fungini. Nei trattamenti possono essere mescolati a rame o zolfo. Si applicano preferibilmente al mattino, si ritiene che la loro attività sia più elevata in prossimità dei perigei e in luna piena, periodi particolarmente propizi per lo sviluppo dei funghi.
In via preventiva, può essere irrorato sul terreno fra marzo e maggio, e fra ottobre e novembre oppure lo si può applicare mescolandolo alla pasta per tronchi. In frutticoltura e viticoltura le irrorazioni, durante il germogliamento e la caduta delle foglie, contribuiscono a prevenire le malattie del legno.
In viticoltura, l’applicazione nella settimana prima della Pasqua offre particolari vantaggi nel rinforzare la pianta contro le malattie fungine. In estate, si utilizza solo in presenza di condizioni climatiche favorevoli allo sviluppo dei funghi (temperature relativamente basse, piogge frequenti).
Quando viene impiegato con temperature elevate e in condizioni di forte illuminazione, potrebbe determinare disseccamenti fogliari. È bene evitare di eseguire troppi trattamenti a base di equiseto, sono stati segnalati casi di applicazioni che hanno causato problemi nello sviluppo della flora fungina del terreno.
Il decotto del preparato 508 si spruzza sulle piante o si applica sul terreno, in tutte le stagioni tranne che in inverno, il decotto viene utilizzato in concentrazione 5-10%, quantità pari a 100 l/ha.
Principali malattie e parassiti contrastati
FRUTTICOLE: oidio, ruggini, ticchiolatura del melo e del pero, bolla del pesco.
VITE: oidio, peronospora.
ORTICOLE: oidio, ruggini, peronospora.
ALTRE COLTURE: oidio sulle piante ornamentali.